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Sostra. Torino: da Nietzsche a Dioniso
domenica 21 Gennaio 2018 - domenica 4 Febbraio 2018
sede: 11 Dreams Art Gallery (Tortona).
E da Dioniso al mito esteso.Quindi Zeus, Era, Afrodite, Apollo, Atena, ma tutti attorno all’übermensch che i miti ha creato e nella sua immaginazione arricchito, sviluppato, anche con un certo taglio avvilito impoverendoli soltanto umani, eppure, è vero, così è, li ha altresì riscattati incornandoli con l’umano senso tragico; perché, che cosa sono gli dèi del mito se non costruzioni della mente dell’uomo come i sogni dei quali necessita perciò si presentano?
Terrificanti oppure divertenti, litigiosi, attaccabrighe, invidiosi, parsimoniosi, avari o prodighi secondo l’umore o i momenti.
Proiezioni di difetti e pregi del corpo tragico umano.
Ma vitalistici, amanti dell’amore e del godimento, della forza, del coraggio; oltremondani per negazione mai, ma scalatori, camminatori, nuotatori, nel normale scorrere delle faccenduole della vita.
L’übermensch imparerà a convivere col mito che è prospettiva della debolezza umana e proiezione della parte di sé che ha coraggio, ardimento, forza, rispetto per ciò che umano non è.
Vivono nel Monte Olimpo.Ma nel Monte Olimpo, come si può ben vedere, non ci sono né ci sono mai stati, perciò non vivono, di per sé, né di qua né di là.
Trovano posto, il giusto posto, nella nostra umana immaginazione che li crea perché in essi possa proiettare ciò che è e costruire ciò che non è.com’è possibile che una così estesa ricchezza d’inventiva e l’inno alla vita che da ogni mito proviene e fuoriesce in continui racconti che si allargano riproducendosi, l’inno di vera gioia di vivere di cui ogni mito si avvale, siano diventati quell’infinita tristezza e rinuncia alla vita – voglia di morte addirittura – che da duemila anni opprime e trafigge, maltratta, percuote, distrugge il cervello degli umani?
Fino alla mortificazione, al totale annullamento del proprio corpo nella previsione di una ipotetica e, per le leggi, l’impostazione delle leggi della natura, assurda idea di resurrezione?
Ma che senso avrebbe per la natura far rinascere ciò che è morto, marcio e scomposto anziché farne uno nuovo?
E perché, secondo quale inconcepibile scelta dovrebbe farlo per gli umani e non per la formica o la pulce?
Come si fa a credere ancora a simili fantasie dalla univoca tendenza morbosamente funerea e a non pensare che sarebbe invece opportuno fare una pianificazione delle nascite a livello globale?
Siamo diventati troppi – pensa un po’, la resurrezione della carne di tutti coloro i quali sono nati e hanno vissuto, carne che essendo tale dovrebbe cibarsi, verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere su questa sconcertante credenza – siamo troppi già senza i “resuscitati”, e questi troppi occupano suolo e consumano prodotti, i rifiuti dei quali dovranno in seguito essere smaltiti.
Il sesso solo per la procreazione, come si può ancora andare dietro a queste folli imposizioni?
Sono nato in una terra di miti, ma non amo una parte dei siciliani e non amo la Sicilia di quei siciliani – non credo che questo brullo, spinoso, lavico, salato e assetato trilatero riuscirà mai a scrollarsi di dosso quattro secoli di Spagna inquisitoria –, ormai smarrita, prona al primo ciarlatano che porge in dote le sue manesche triangolazioni di conquista, devota e in balia a chi promette l’inverosimile, raggirata e di nuovo raggirata con vie-chimere tra Scilla e Cariddi.
Terra che ha perduto i miti, tradendoli, maltrattandoli, inzaccherandoli – perché i sacchetti di spazzatura lasciati nelle spiagge?
– inzaccherandosi nelle paludose acque dei falsi miti, le acque stagnanti e maleodoranti rinunciatarie della vita.
C’era una volta una Sicilia che si chiamava Magna Grecia nella quale è pensabile che sia stata scritta parte dell’Odissea.
Cosa è rimasto del mito in Sicilia se non cumuli di turaccioli di sughero rigato, alcuni ancora messi uno sull’altro?
Segesta potrebbe salvarsi, conserva ancora una lieve apparenza di sé – nella sua incompiutezza –, il resto è tutto futile e posticcio, non esiste più alcun legame tra i siciliani e le idee che quelle costruzioni hanno eretto…
[segue]