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Stefania Pennacchio e Vassilis Vassiliades. Limitrofi – Solo lo spazio ricorda
sabato 2 Luglio 2022 - mercoledì 10 Agosto 2022
sede: Ex Convento del Ritiro (Siracusa).
cura: Jean Blanchaert.
Ritrovare i punti di contatto comuni, rintracciabili nelle condivise ascendenze culturali greco-classiche, in un percorso che coinvolge Sicilia, Calabria, Grecia e Cipro, il centro del Mediterraneo geografico e i confini dell’Europa stessa, è un tassello essenziale non per delimitare, ma per aprirsi al dialogo e allo scambio tra oriente e occidente. Verso una nuova idea di contemporaneità, mai così indispensabile come adesso. Questo l’obiettivo “Limitrofi – solo lo spazio ricorda”, una mostra e una giornata di studi.
La mostra “Limitrofi – Solo lo spazio ricorda” parte da un confronto estetico e culturale tra due artisti di confine, tra la forza materica delle sculture di Stefania Pennacchio e le pitture quantistiche di Vassilis Vassiliades. Il duale femminile-maschile, nutrendosi delle stratificazioni dei territori di provenienza dei due artisti contribuisce alla creazione di un dialogo puro e atemporale alla ricerca della sacralità delle forme e dei colori traendo linfa dalle comuni radici mediterranee greche e greco-bizantine.
Lo spazio espositivo, un’antica cappella barocca, è un luogo fortemente evocativo e rappresenta il palcoscenico naturale in cui lo spazio e il tempo, assi portanti della concettualità della mostra, trovano dimora. La gestione degli spazi è pensata per accentuare il dualismo tra la componete “temporale” rappresentata dalle opere materiche e verticali di Stefania Pennacchio e quella “spaziale” e lineare delle tavole di Vassilis Vassiliades delle cui istanze l’artista si fa portavoce.
Il progetto prende spunto dalla parola stessa che ne dà il titolo. ‘ Limitrofi. Questo aggettivo è un composto della parola latina limes, ‘confine’, e della parola greca tréfo, ‘nutrire’. Come i margini di tutte le cose, il confine nutre e protegge. Si ibrida plasmando un mondo in continuo rinnovamento. L’ispirazione prende il via dalle origini classiche del capoluogo aretuseo: è un lavoro sulla memoria e sul tempo che vuole incidere sull’idea di Mediterraneo oggi, affondando nelle sue radici.
La cultura del Mediterraneo deve essere vissuta in modo unitario e questo progetto – sottolineano i promotori – che parte da Ortigia a Siracusa, si muoverà alla ricerca delle tracce identitarie sedimentate e tuttora riconoscibili nella cultura della Calabria e della Sicilia ellenofona, per poi fare tappa, in ottobre, ad Atene, sino a chiudersi nell’aprile del prossimo anno a Nicosia, capitale di Cipro, scrigno della grecità.
Inaugurazione
2 luglio ore 21.00
Immagine in evidenza
di Vasilis Vassiliades