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Stephanie Denas Lucas. Trascendere l’invisibile

sede: Sandro Bongiani Vrspace (Salerno, Online).
cura: Sandro Bongiani.
Dopo la retrospettiva dell’artista indonesiano Noviadi Angkasapura e Caroline Demangel continua il ciclo di mostre dedicate all’Art Brut proponendo questa volta un’altra artista outsider francese come Stephanie Denaes Lucas (nata nel 1975 a CrĆ©py-en-Valois, Francia), che con una visione sensibile e oscura ricrea un mondo sommerso e inesplorato di entitĆ misteriose, una realtĆ decisamente visionaria intrisa di esotismo e di essenze psichedeliche altamente enigmatiche.
Per molto tempo Stephanie Lucas aveva lavorato a Munich in un ambito ben diverso, ma a seguito di una depressione si avvicinò alla pratica pittorica scoprendo una rara capacitĆ di configurare e svelare mondi, portare in superficie presenze assorte e contesti metafisici del tutto differenti e nuovi rispetto al dato reale. La sua pittura nasce essenzialmente da un automatismo inconscio capace di far emergere la carica creativa di pittore che c’ĆØ dentro di lei. Come afferma l’artista, “ĆØ un attingere all’inconscio ispirata dal medium che canalizza uno spirito più grande”. Da tutto ciò nasce il suo mondo arcano e incantato di presenze assorte, di abitanti silenziosi che rompono i confini tra ciò che ĆØ naturale e ciò che non lo ĆØ, tra la radura e la foresta, tra l’umano e l’animale.
Una sorta di insolito bestiario favolistico primeggia immerso in un eden incantato ricco di simboli e di mistero che invita a un’osservazione più attenta e a una riflessione più profonda, con cinghiali, lepri, pantere, lontre, trichechi, balene, elefanti e persino, draghi e fantasmi di paesaggi leggendari attraversati da un tempo vissuto e troppo presto dimenticato. Anche i titoli delle opere come ad esempio, La denti du Mont Kad, Electricity, Ćquations de plumes, Banquette fantĆ“me pour Enfants hallucinĆ©s, Grr’enfant sollecitano magistralmente questa particolare visione d’insolito e di mistero. Una ricerca originale e solitaria in cui dare forma all’invisibile e all’ignoto che spesso viene definita e svelata in modo dettagliato, come una preziosa miniatura fantastica e metamorfica carica di figure che quasi sempre occupano tutto lo spazio della rappresentazione. Una sorta di incessante horror vacui, non inteso semplicemente come “paura del vuoto”, ma come accumulo e affioramento condensato di presenze dell’inconscio e dell’esotico che occupano e annientano lo spazio fino a saturarlo del tutto. Una visionarietĆ che prosegue quella particolare linea onirica e fantastica di ricerca in quella zona limite della memoria che da Bosch porta a Redon, Gauguin, fino al Surrealismo e alle esperienze isolate e contemporanee dell’Art Brut di oggi alla ricerca del profondo e dell’alteritĆ .
Un esercizio -scrive Sandro Bongiani- di ascolto davvero silenzioso e sofferto a dare forma all’invisibile e come pratica di restituzione della visione e dell’ossessione che nasce da un conseguente sprofondamento in un cupo abisso e l’emersione sospesa della memoria in superficie, in cui i personaggi e gli animali affiorano e agiscono in una dimensione altamente favolistica. Un percorso decisamente evocativo e poetico fatto di vibrazioni insostanziali che si tramutano per incanto in materia leggera e in presenze dalla fissitĆ e dall’apparenza sospesa, costituiscono di fatto una tentazione a capirne meglio l’aspetto e l’essenza di ciò che vive al di fuori del reale, del consueto e della logica.
Inaugurazione
martedƬ 23 settembre 2025 ore 18:00
Informazioni
sandrobongianivrspace.it
Immagine in evidenza
Grenouille 2011 70x70cm