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Teramo – Eventi e luoghi di interesse

lunedì 1 Gennaio 2018 - giovedì 31 Dicembre 2020

Teramo - Eventi e luoghi di interesse

sede: Varie Sedi (Teramo).

Teramo ha origini molto antiche, riconducibili ai Piceni e i Pretuzi, che dominavano fino al III secolo a.C., prima del dominio romano, l’area di Aprutium, da cui il termine “Abruzzo”.
Successivamente nel primo Medioevo, dal tardo XIII secolo sotto gli Angioini al XV secolo sotto gli Aragona, Teramo fu capitale di un distretto autonomo, rappresentato da illustri famiglie locali quali i Melatino, in rivalità con il ducato di Atri, decadendo poi al capoluogo del distretto dell’Abruzzo Ultra, giustizierato fondato nel 1233 da Federico II di Svevia. Tra il Settecento e l’Ottocento, Teramo fu un importante centro culturale, con personalità come Melchiorre Delfico e Francesco Savini.
La città vanta un grande patrimonio artistico, incominciando dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta (XII secolo), che troneggia nella piazza Orsini, ricavata dallo smantellamento dell’anfiteatro romano e dal teatro del I secolo, testimonianze di una viva economia dell’antica Urbs Interamnia.
Di recente, malgrado pesanti modifiche urbanistiche negli anni 60, sono state rinvenute importanti opere del passato romano nel Largo Sant’Anna, assieme al recupero della storica Cattedrale di Santa Maria in Aprutiensis (oggi Sant’Anna dei Pompetti).

Sito istituzionale
http://www.comune.teramo.it/

Eventi a Teramo
http://www.teramoculturale.it/

Eventi

Processione Sacra dei Trionfi
Si tratta della festa principale e più rappresentativa della città, celebrata negli ultimi giorni di luglio. Dopo la metà del Novecento divenne festa ufficiale della città, celebrata in ricorrenza tutti gli anni.
L’origine della festa, secondo la leggenda, riguarda un evento lieto e tragico allo stesso tempo, parlando di un’epidemia del XVI secolo che affliggeva tutta la città, ma che non riusciva ad arrivare al fiume Vomano. I cittadini attribuivano tale prodigio alla protezione di Sant’Anna. A questa festa, che iniziò ad essere celebrata in quel periodo, subito dopo la fine della pestilenza, partecipavano tutti i sestieri (cioè la plebe) di Teramo, in onore della santa, che intorno al 1532 venivano distribuiti in quartieri da raggrupparsi: S. Giorgio, S. Maria a Bitetto (comprendente anche S. Croce), S. Leonardo (con S. Antonio) e S. Spirito. In memoria di tali fatti la città istituì poi uno spettacolo in anniversario di quel giorno.

Cineramnia
Cineramnia è un festival cinematografico che si svolge in una settimana di giugno.
La formula che contraddistingue questo festival è semplice: cinque registi girano cinque film in cinque giorni, ovvero cinque scuole di cinema italiane ed europee vengono invitate a girare e montare un cortometraggio in cinque giorni. Durante il sesto giorno, i corti vengono proiettati in piazza dando al pubblico la possibilità di votare il migliore.
Protagonisti dei corti sono i cittadini che tre mesi prima hanno sostenuto un provino.
Nella settimana delle riprese, mentre i corti vengono realizzati, si svolgono lezioni e laboratori sul cinema e i suoi aspetti tecnici, linguistici, narrativi, spettacolari, con il corredo indispensabile di numerose proiezioni.

Coppa Interamnia
La Coppa Interamnia è la più grande manifestazione sportiva di Pallamano a livello mondiale: è infatti considerata l’olimpiade della pallamano.
Dal 1972 si svolge annualmente a Teramo nei primi giorni di luglio e vi partecipano squadre giovanili provenienti da tutti i continenti.

Maggio festeggiante
Nel mese di maggio si tiene una rassegna di arte varia organizzata dall’associazione Spazio Tre: il Maggio Fest (Maggio Festeggiante) che è giunto nel 2008 alla XVII edizione.

Premio Ars nova Città di Teramo
Ogni anno (dal 2001), dal 18 al 22 novembre (festa di Santa Cecilia, patrona della musica) si tiene il Concorso Internazionale di Esecuzione Musicale Premio Ars nova Città di Teramo, riservato a musicisti di ogni nazionalità. Il concorso è dedicato a tutti gli strumenti, divisi in classi anno per anno. Importante appendice del Concorso è l’assegnazione del premio “alla carriera” ad un musicista teramano illustre.

Premio “Gianni Di Venanzo”
Ogni mese di ottobre una settimana è dedicata al Premio Internazionale per la Fotografia Cinematografica “Gianni Di Venanzo”. La prima edizione risale al 1996. L’organizzazione è a cura dell’associazione Teramo Nostra.

“Premio Teramo” per un racconto inedito
Dal 1959 è sede del “Premio Teramo” per un racconto inedito. Il premio è stato fondato per iniziativa di Giammario Sgattoni che ne è stato il segretario per oltre vent’anni prima di entrare a far parte della giuria; Presidenti della giuria sono stati (in ordine cronologico): Michele Mandragora, Diego Valeri, Carlo Bo, Michele Prisco, Alberto Bevilacqua.

Rassegna Internazionale di Musica Danza e Canto Popolare
Organizzata dall’associazione culturale ARCAT, la manifestazione che si svolge a piazza Martiri della Libertà è un appuntamento fisso di fine luglio dell’estate teramana. Tema delle serate è la musica popolare italiana e internazionale suonata da gruppi provenienti dalle diverse regioni italiane e da paesi esteri.

“Serate Liliana Merlo” – Stagione Internazionale di Danza
Il 10 dicembre 2010 ha avuto inizio la Prima edizione di una Stagione Internazionale di Danza, promossa dalla Società della Musica e del Teatro “Primo Riccitelli”. Attraverso una proposta che copre i principali generi ballettistici attraverso i quali Liliana Merlo ha articolato il proprio lavoro pionieristico di divulgazione e di ricerca sulla danza nel corso del suo magistero abruzzese, le “Serate” hanno la peculiarità di porsi come il primo cartellone stagionale esclusivamente dedicato all’arte di tersicore mai tentato sul territorio, e tra i rarissimi tuttora presenti nel meridione italiano. La manifestazione intende proporre nel proprio cartellone spettacoli di danza classico-accademica, moderna, contemporanea, folk, popolare, teatrodanza, e coronare il ciclo delle quattro principali stagioni promosse dalla Società “Riccitelli”, insieme a quelle dei concerti, di prosa e, grazie al sostegno della Fondazione Tercas, di teatro lirico (Fondazioni all’Opera).

Interferenze
Interferenze è un festival di danza urbana, ideato e diretto da Eleonora Coccagna, promosso dall’Associazione Electa creative arts di Teramo, nato nel 2006, si sviluppa in giornate di performance di danza in luoghi urbani della Città. Dal 2008 Interferenze entra nel Circuito mondiale Ciudades Que Danzan, una rete di Festival di danza nei paesaggi urbani che conta decine di festival in tutto il mondo.

Musei

I principali musei di Teramo sono:

Museo archeologico Francesco Savini
Il Museo archeologico Francesco Savini è allestito in uno storico palazzo della città di Teramo, a pochi passi dalla cattedrale e dalla Biblioteca provinciale Melchiorre Dèlfico.
Di proprietà della locale Amministrazione comunale ed istituito nell’anno 1997, accoglie al suo interno la più nutrita esposizione territoriale di oggetti di epoca antica come i reperti catalogati dalla preistoria all’età classica e comprende anche opere e manufatti databili fino alla fine del XVIII secolo ed anche oltre. Nell’ambito del Sistema museale città di Teramo (citato anche con l’acronimo CMT, ossia Civici Musei Teramo) risulta essere il polo centrale dell’organismo che raggruppa i siti archeologici e gli altri musei presenti nel centro abruzzese, quali: la Pinacoteca civica ed i siti del teatro romano, dell’anfiteatro romano, della domus di Torre Bruciata, della domus di Largo Madonna delle Grazie e della Necropoli di Ponte Messato.
La dedicazione a Francesco Savini rende omaggio alla figura dello storico, archeologo, paleografo teramano che accentrò i suoi interessi di ricerca nell’area geografica dell’Abruzzo teramano.

Museo civico di Teramo
Il Museo civico di Teramo, o anche Pinacoteca Comunale, raccoglie i più importanti pezzi dell’arte dal ‘400 fino alla fine del XIX sec., di Teramo e dei dintorni.
È allestito al centro della Villa Comunale, nelle 15 sale di un palazzo ottocentesco al centro del giardino.

Museo di fisica e astrofisica ‘Galileium’, realizzato a cura dell’INFN e del comune di Teramo a cui collabora anche l’Osservatorio astronomico d’Abruzzo.

Siti Archeogici

Teatro romano: nel centro storico di Teramo sono presenti i resti del teatro romano; gli studiosi datano la sua costruzione nel II secolo d.C. ed è considerato quello meglio conservato tra tutti i teatri del piceno. Dista pochi metri dall’Anfiteatro romano, caso quasi unico al mondo.
Anfiteatro romano: resti dell’anfiteatro romano, databile al I secolo d.C.
Necropoli di Ponte Messato: nel quartiere Cona vi è il Parco archeologico di Ponte Messato dove sono visibili una strada romana e tombe. Di origine pre-romana e ampliata nel periodo romano, si sviluppa ai lati dell’antica strada lastricata, contornata di monumenti, da qualcuno chiamata anche via sacra d’Interamnia (con le dovute proporzioni una sorta di via Appia teramana per le analogie con la via Appia Antica nei pressi di Roma).
Domus e Mosaico del Leone: tra gli emblemi della storia archeologica teramana è da annoverare il Mosaico del Leone, rinvenuto nel 1891 durante i lavori di costruzione di palazzo Savini in Corso Cerulli. Destinato ad arricchire il pavimento di una domus patrizia (Domus del Leone), il Mosaico del Leone è databile intorno al I secolo a.C., così come quelli, simili nella fattura, rinvenuti a Pompei e nella Villa di Adriano a Tivoli. È stato universalmente riconosciuto come uno degli esempi più alti dell’arte del mosaico.
Sito archeologico di torre Bruciata: in piazza Sant’Anna, al fianco della chiesa omonima, si trovano i resti di una sontuosa villa romana databile al I secolo a.C.
Sito archeologico di largo Madonna delle Grazie: resti di abitazioni romane di età augustea e di un impianto industriale.
Domus di Vico delle Ninfe: resti di un’antica pavimentazione a mosaico, risalente ai primi secoli d.C.

Monumenti e luoghi d’interesse

Architetture religiose

Duomo di Santa Maria Assunta
Opera artistica di maggiore pregio della città è il Duomo, la basilica cattedrale di Santa Maria Assunta.
“La cattedrale di Teramo è una delle cose più singolari, più composite e insieme più schiette, che possegga l’arte italiana… il ricco portale cosmatesco e l’alta guglia gotica che lo corona slanciandosi al di sopra del cornicione, creano una dimensione nuova e rendono affatto inedita questa singolare facciata… ” (Mario Pomilio)
La sua costruzione, iniziata nel 1158, è in stile romanico e, nella parte superiore, assume uno stile gotico, essendo stata realizzata sotto l’episcopato di Niccolò degli Arcioni. Al suo interno si trovano il prezioso paliotto d’argento di Nicola da Guardiagrele e il polittico dell’artista veneziano Jacobello del Fiore.
Chiesa cattedrale sede della diocesi e del vescovo aprutino, che godendo del titolo di principe di Teramo, oltre che di conte di Bisegno e barone di Rocca Santa Maria, ebbe almeno sin dai tempi del vescovo Guido II, il rarissimo privilegio di celebrare la Messa armata.
Dopo gli ultimi lavori di scavo e restauro è stata riportata alla luce, dopo circa 300 anni di oblio, la cripta di San Berardo che, dal settembre 2007 è visibile al pubblico.
La cattedrale fu restaurata nel XIV secolo, e ampliata nel 1739 con una nuova cappella barocca, e interventi negli interni e nella facciata, smantellati nei restauri del Novecento per riportare la struttura all’antico stile medievale. Il portale cosmatesco è formato da Diodato Romano (1332), con pregevoli sculture, come quella dell’Arcangelo Gabriele e l’Annunziata di Nicola da Guardiagrele. Sopra di esso ci sono gli stemmi a scudo di colore rosso della città di Teramo, Atri e del vescovo Nicolò degli Arcioni.
Sulla destra si erge l’imponente campanile di 48 metri, iniziato nel XII secolo e completato nel 1493 da Antonio di Lodi.Fino agli anni ’60 esso era collegato da un loggiato curiale al palazzo vescovile, ossia l’arco di Monsignore”, demolito durante la giunta comunale Gambacorta. Il campanile è dotato di archi rinascimentali, un orologio civico ottocentesco, e da pregevoli merlature presso la sommità dell’ultimo livello, dove si innalza il tiburio ottagonale che regge la cuspide conica.
L’interno della cattedrale è a tre navate ed è diviso in tre stili: il romanico duecentesco, quello gotico trecentesco e quello del cappellone della Sagrestia Nuova (1594-1632) con le tele settecentesche di Sebastiano Majewski. Le fasi di costruzione sono ben visibili dal diverso allineamento delle stesse facciate opposte del Duomo, che non sono in perfetta corrispondenza l’una dell’altra. La scansione a tre navate è data da pilastri gotici, che contengono presso il presbiterio l’arco trionfale con lo stemma civico sorretto da angeli, e il soffitto a capriate lignee. Presso l’altare si trova un prezioso paliotto, opera di Nicola di Guardiagrele (1433-1448), con 35 formelle decorate a sbalzo che ripercorrono scene di vita di Gesù.

Santuario della Madonna delle Grazie
Appena fuori le mura sorge l’antico santuario dedicato alla Madonna delle Grazie. Fu costruita nel 1153 prendendo origine dalla chiesa di un monastero di benedettine intitolato a Sant’Angelo delle Donne. Nel 1448 la costruzione iniziale fu ampliata per accogliere i frati minori di San Giacomo della Marca. Agli inizi del Novecento la chiesa è stata restaurata e modificata nella facciata. Nell’interno vi sono affreschi di Cesare Mariani, che si raffigurò grande vecchio con barba nell’affresco del Presepio. Sull’altare maggiore vi è la Madonna col Bambino, in legno policromo, opera di Silvestro dell’Aquila.

Chiesa di Sant’Anna dei Pompetti
Nel centro storico, è visitabile la chiesa di Sant’Anna dei Pompetti, un tempo chiamata chiesa di San Getulio. È l’unico edificio altomedioevale di Teramo, residuo dell’antica cattedrale di Santa Maria Aprutiensis, che in parte era costruita su fondamenta di epoca romana e che fu bruciata nel 1156 dai normanni, insieme all’intera città.
La chiesa sarebbe stata costruita sopra una domus romana (accanto all’area archeologica dell’omonima piazza, dove si trova una villa del I secolo), che costituiva il nartece d’ingresso dell’antica cattedrale. A sua conferma c’è nel sottarco dell’ingresso mediano un affresco del XII secolo che raffigura due angeli nell’atto di reggere un clipeo contenente la mano benedicente di Dio. Della parte più antica rimane un vano articolato a tre campate, di cui quello centrale coperto con volta a laterizi rafforzata da costoloni che poggiano su pilastri di semicolonne. Sul vano è presente un triforio con coppia di colonne romane e capitelli corinzi.
Sulla parete di fondo c’è un affresco quattrocentesco che raffigura la Madonna allattante con Sant’Apollonia e Santa Lucia di Giacomo di Campli.

Chiesa di Sant’Agostino
Nota dalle fonti sin dal XIV secolo quando venne fondata insieme al convento, la chiesa i presenta nella veste di un restauro corposo del 1876, progettato dall’architetto Lupi. L’interno è a navata unica, presso l’altare c’è una tela del XVIII secolo raffigurante la “Madonna della Cintola” con i santi agostiniani (tra i quali Santa Monica, Sant’Agostino e San Gregorio). Nella cappella maggiore ottocentesca sono presenti presso la cupola affreschi neoclassici e sette tele settecentesche che raffigurano scene di vita della Vergine, insieme alla pregiata tela dell’Assunzione del 1741.
L’ex convento conserva ancora l’aspetto originario con il chiostro, dove si trovano affreschi rinascimentali della vita del santo. Nel 1792 fu trasformato in prigione e poi divenne sede dei carabinieri.
Dalla chiesa provengono due pregiate opere: il “polittico di Jacobello del Fiore”, conservato nel Duomo, e un affresco della Madonna col Bambino di Giacomo da Campli, oggi conservato nella Pinacoteca Civica.
La facciata della chiesa rispecchia lo stile eclettico ottocentesco, che lascia trasparire la presenza di un rosone probabilmente, visibile nell’oculo colmato centrale. Scandita da paraste ioniche nel primo settore maggiore, e da una cornice marcapiano, sopra il portale mostra un grande bassorilievo con lo stemma degli Agostiniani.

Chiesa dei Cappuccini
Si trova lungo viale Mazzini, all’ingresso di Corso Porta Romana. La chiesa dei Cappuccini, o di San Benedetto, risale a prima del 1150, fondato dai Padri Benedettini. Nel XVI secolo fu affidato brevemente ai Gesuiti, e nel 1575 andò ai Cappuccini, i quali raccolsero un gran numero di volumi nella biblioteca. Nel 1866 con la soppressione degli ordini, i libri andarono al Real Collegio, e successivamente alla Biblioteca “Melchiorre Delfico”.
Il complesso ha pianta rettangolare irregolare con la parte quadrangolare dell’ex convento, rivestito in austero laterizio, con spoglia facciata e semplice portale romanico a conci squadrati, con lunetta anticamente affrescata, sormontata al livello dell’architrave di facciata da un oculo. L’ex convento nel 1878 divenne l’Orfanotrofio “Regina Margherita”, curato dalle suore della Carità, e successivamente asilo, fino alla chiusura.
L’interno della chiesa principale è a navata unica, con sulla destra una navatella divisa in cappelle; di interesse l’altare ligneo ricostruito nel 1762 dal frate Giovanni Palombieri.

Altre chiese storiche
Numerose altre sono poi le chiese presenti nell’antico centro storico di Teramo: tra le altre, la Chiesa di Sant’Agostino collegata alla storia di uno dei monasteri più antiche della città; la chiesa di Sant’Antonio (XIII secolo) sita in largo Melatini, di fronte ai Portici Savini e alla medievale Casa dei Melatino; la chiesa e convento di San Domenico (XIII secolo) in corso Porta Romana; la chiesa del Santo Spirito (XIV secolo) che si affaccia su largo Proconsole proprio al fianco dell’antica statua romana di Sor Paolo Proconsole (I secolo a.C.) e, “immersa” tra gli edifici di Corso Cerulli (dai teramani comunemente chiamato “Corso vecchio”), la piccola chiesetta di Santa Caterina (IX secolo).

Chiostri

Chiostro di San Giovanni: edificato nel XIV secolo con l’annesso convento di San Giovanni a Scorzone (oggi presso Piazza Verdi), sede attuale del Conservatorio “Gaetano Braga”; fu costruito per volontà di Isabella di Cola di Licio, con diploma di Carlo III d’Angiò. Al monastero furono annessi quelli di Santa Chiara, Santa Croce, Sant’Anna e San Giovanni di Scorzone. Fino al 1916 il convento fu attivo, quando poi i frati si trasferirono a Fermo, così nel 1930 l’ex monastero fu destinato a varie funzioni fino all’attuale liceo musicale. Il chiostro è formato da un’area rettangolare porticata su tre lati, con arcate a tutto sesto sostenute da colonne a pilastri agli angoli, poggianti a loro volta su di un basso muro in pietra e mattoncini. In alcuni punti le basi sono adoperate per capitelli e i capitelli rovesciati posti come base, a conferma della notizia che si trattava di un portico trasportato da una precedente ubicazione e ricostruito da mani inesperte. Su un portico laterale c’è una fontana in pietra dentro una nicchia incorniciata da conci di pietra intagliata. Sopra le arcate del portico è notevole un elegante marcapiano in mattoncini e tortiglioni in terracotta. Presenti inoltre un portale in pietra con decorazioni che doveva immettere all’antico convento e tre stemmi in pietra sulla parete non porticata ed altri tre sul lato adiacente.
Chiostro della Madonna delle Grazie: accanto al santuario, mescola stile rinascimentale e barocco, composto da pianta quadrangolare con pozzo centrale. Una parte del colonnato ha arcate gotiche, mentre le altre sono a tutto sesto, poggianti su pilastri con capitelli ionici.
Chiostro di Sant’Antonio: fa parte dell’ex convento francescano, ed ha arcate gotiche che si affacciano sul piazzale con pozzo.
Chiostro di San Domenico: ospita una sezione dell’Archivio di Stato di Teramo, mentre il resto è affidato ai Domenicani, dopo la riapertura nel 1931. Il chiostro è molto piccolo, conservato solo in parte secondo lo stile originario, perché è stato chiuso dal 1809. Notevoli sono alcuni affreschi rinascimentali che rappresentano scene di vita di San Domenico.

Architetture civili

Palazzo-Casa dei Melatino
Il palazzo è di origine medioevale risalente al XIII secolo e sito in largo Melatini; presenta finestre tipicamente ghibelline (il partito degli antichi proprietari) con architrave e soglie sporgenti ed a guscio: quattro di queste finestre, quelle che si aprono nella fascia mediana della facciata, sono rese bifore da eleganti colonnine divisorie poggianti su basi scolpite, tre delle quali sono tortili e, di queste, due presentano un serpente con testa di donna che le avvolge. Era l’abitazione privata della storica famiglia teramana dei Melatino.

Palazzo Mancini
Si trova lungo il Corso San Giorgio, e risale al XIX secolo, composto da cinque porzioni divise da paraste in bugnato, , che ricopre la parte bassa di ciascuno di essi. Una cornice orizzontale con rilievo ad ovuli alternati attraversa tutta l’area, interrompendosi soltanto alle due principali aperture lungo il corso, ossia i portali con rilievi a foglie nelle cornici, abbellite inoltre da riccioli.<br<Dopo due ordini di quadrotte per porzione, nella parte mediana due grandi finestroni, in asse con i portali, sono abbelliti da ampie balconate con sostegni che terminano a volute, e tali sostegni dividono la cornice marcapiano, che corre lungo l’area. L’ordine delle finestre ha architrave a timpano triangolare, ed è sormontato nella parte finale in cima al palazzo da un altro ordine di aperture rettangolari. Le paraste terminano con ricchi capitelli corinzi finemente decorati.
La parte che affaccia su via Delfico è assai diversa dalla facciata principale, poiché il palazzo è stato creato fondendo varie abitazioni di secoli precedenti.

Palazzo ex Banco di Napoli – Palazzo dei Portici
Si affacciano su Piazza Martiri della Libertà, quello sulla sinistra risale al tardo Ottocento, eretto come se del Banco di Napoli e realizzato in stile neoclassico, con ampi portici che si affacciano anche sul corso San Giorgio. Successivamente negli anni ’30 è stato ricostruito in stile littorio, pur mantenendo molte caratteristiche della costruzione precedente, ed attualmente ospita la sede della Banca dell’Adriatico.
Il palazzo dei Portici si affaccia sempre sulla piazza, situato sull’estremità a destra del corso, ed ha uno stile sempre neoclassico, eretto nella prima metà del XIX secolo, ed è diviso in due parti da una cornice marcapiano. La parte di base mostra i portici ad arcate a tutto sesto, rifiniti da linee aggettanti, e da paraste in stile eclettico nel vertice angolare tra il corso e la piazza. Gli altri due piani invece sono occupati da due ordini di finestre, il primo dei quali con decorazioni ad architravi triangolari, eccezione per le finestre in zona angolare, con timpano curvilineo, mentre le finestre dell’ultimo ordine sono semplicemente senza cornice.

Casa Urbani
Risalente presumibilmente al secolo XI, è una delle rare abitazioni teramane che conservano testimonianze dell’edilizia privata risalente all’XI – XIII secolo, poiché è una delle poche scampate alla distruzione operata dal normanno conte di Loretello nella metà del XII secolo. È formata da un perimetro esterno edificato con ciottoli di fiume e da un portale ogivale del XIII secolo in pietra squadrata. Nel corso di recenti restauri, dinanzi al portale, sono venuti alla luce resti di un mosaico appartenente ad una abitazione privata su cui poggiano direttamente i resti delle fondazioni della casa medievale. Si trova in Vico del Pensiero, nei pressi della Piazzetta del Sole.

Casa Catenacci ed ex teatro Corradi
In via Vittorio Veneto, nei pressi di piazza Martiri della libertà, si trova questo edificio medievale risalente al secolo XIV che ospitò il primo teatro della città, inaugurato nel 1792. Sulla facciata porticata dell’edificio (via Vittorio Veneto) si trova un emblema lapideo datato 1510 con la scritta ammonitrice ‘S.A. NON BENE PRO TOTO LIBERTAS VENDITUR AURO’ (La libertà non si vende per tutto l’oro del mondo).
La facciata ha un portico ad archi ogivali in laterizio su pilastri, portale principale in conci di pietra, con portaletti d’età più tarda, architrave piano sorretto da mensole sul fianco destro. Al primo piano resta una finestra con cornici di pietra e architrave piano, le altre finestre sono del XVI secolo, così come la loggia più bassa all’estremità sinistra.
Fu restaurata da Giacomo Corradi tra l 1495 e il 1511. Vari sono gli elementi di reimpiego come una colonnina tortile e il portico d’età trecentesca, quando la casa era dei Corradi, appartenendo poi dal Cinquecento ai Catenacci, il cui stemma si trova su una lastra della facciata.

Borgo Medioevale e Castello Della Monica
Conosciuto comunemente con la denominazione di Castello Della Monica, si tratta di una ricostruzione ottocentesca di un complesso di fabbricati in stile medioevale. Situato sul piccolo colle di San Venanzio, poco distante da piazza Garibaldi, il Borgo Medioevale (iniziato nel 1889 e terminato nel 1917) fu realizzato dall’artista teramano Gennaro Della Monica, da cui ha mutuato il nome. L’opera principale, che spicca fra gli altri fabbricati, è il Castello vero e proprio, situato nell’area più elevata del complesso.
La costruzione ha un aspetto in parte neogotico, in parte moresco e in parte derivato da un miscuglio di stili che ne caratterizzano spiccatamente l’aspetto. Simbolo di un revival di stile che si manifestò anche in altre parti dell’Abruzzo, come a Vasto, Chieti e Loreto Aprutino, il complesso si compone di tre edifici secondari che, insieme al corpo maggiore, formano un vero e proprio borgo medioevale, organizzato in castello e case civili con merlature e giardini terrazzati.
Il castello fu eretto sopra l’antica chiesa di San Venanzio, di cui sono stati riutilizzati materiali decorativi. L’interno è ricco di affreschi che ritraggono paesaggi campestri e non, opere di Della Monica, che vi dimorò fino alla fine.
Il complesso maggiore è preceduto da un ingresso da finto ponte levatoio con torretta di controllo e arco maggiore. La struttura ha pianta rettangolare composta nella facciata da tre parti divise da pilastroni; da sinistra alla base ci sono due arcate gotiche cieche con una nicchia centrale decorata da statua, sormontata da un finestrone centrale a bifora con balconata, affiancato da altre nicchie con statue, a loro volta sormontate da ulteriori nicchie, per terminare con la sommità ornata da merlature. La porzione centrale alla base ha un portale romanico-gotico con lunetta ornata da un bassorilievo, sormontata nell’asse centrale da una finestra bifora, mentre nella porzione di destra, nel medesimo livello, tre finestre bifore gotiche ornano il prospetto.
Anche l’interno è molto ricco di decorazioni decadenti, che dimostrano la conoscenza di Della Monica del gusto dei castelli gotici e delle cattedrali inglesi e francesi.
Dopo la morte di Della Monica, nel 1917, il castello restò di proprietà dei suoi eredi, che in parte lo abitarono e in parte lo posero in locazione. Vincenzo Bindi, studioso di architettura medioevale abruzzese, propose l’acquisizione del sito da parte del comune di Teramo per destinarlo a museo civico. La proposta però venne accantonata, e iniziò un periodo di lento degrado della struttura, che ebbe il picco negli anni ’60, quando il sito, un tempo situato fuori dal contesto edilizio urbano, venne soffocato da strutture moderne, che ne oscurarono l’antico impatto paesaggistico.

Altri edifici storici

Casa Dèlfico: elegante palazzo edificato nel 1552, è sito in corso San Giorgio ed era l’abitazione privata della storica famiglia teramana dei Dèlfico.
Palazzo Civico: risalente al XIV secolo nella loggia inferiore e ottocentesco nella parte superiore, è la sede dell’Amministrazione Comunale. Nell’atrio del municipio, che si raggiunge attraversando il portico, vi sono murate le più importanti iscrizioni su pietra di epoca romana rinvenute in città. Si affaccia in piazza Orsini, di fronte ai portici del palazzo Vescovile.
Palazzo Vescovile: costruito attorno al 1374, questo edificio medievale è la residenza degli uffici della curia aprutina e del vescovo. La sua facciata principale con loggetta trecentesca si affaccia su piazza Martiri della libertà, al fianco della cattedrale di Santa Maria Assunta; nella parte retrostante, in piazza Orsini, notevole il portico duecentesco formato da pilastri in pietra e travertino proveniente da Civitella del Tronto.
Ospedale psichiatrico: una struttura imponente, costruita nel 1323, che ospitò uno dei padri della psichiatria italiana, Marco Levi Bianchini, che fu discepolo di Sigmund Freud e che in queste stanze fondò la prima Società italiana di psicanalisi: l’ospedale teramano era considerato il più grande del centro-sud d’Italia per la cura delle malattie mentali. Nel 1978 la legge sancì la chiusura delle strutture manicomiali, quindi anche di questo grande ospedale.
Palazzo Delfico: elegante edificio settecentesco sede della Biblioteca provinciale Melchiorre Dèlfico e dotato di una moderna sala polifunzionale.
Palazzo Savini: sito in Corso Cerulli (Corso Vecchio per i teramani) è uno dei palazzi più importanti di Teramo, costruito all’inizio dell’Ottocento sui resti del vecchio carcere, a sua volta costruito sulle rovine di una casa di epoca romana, come testimonia uno dei più significativi reperti che la città possiede, il Mosaico del Leone, che si trova nel seminterrato del palazzo.
Liceo Classico “Melchiorre Delfico”: intitolato al filosofo illuminista Melchiorre Delfico, è un istituto che trae le sue origini dal Real Collegio aperto a Teramo nell’anno 1813. L’edificio è stato giudicato uno dei più belli tra quelli realizzati in Italia nella prima metà del Novecento.
Istituto Tecnico “V. Comi”: imponente edificio ottocentesco, fondato il 17 dicembre 1871 dopo un lavoro preparatorio iniziato nell’aprile del 1869.
Palazzo della Prefettura: costruito in epoca borbonica, nel 1827, dall’ingegner Carlo Forti, ospita oggi la Prefettura di Teramo. Si trova in Corso San Giorgio, di fronte al largo San Matteo.
Palazzo Cerulli Irelli: costruito agli inizi del Novecento in piazza Garibaldi, sorge sopra i resti (in piccola parte ancora visibili dal sottopasso della piazza) della Rocca degli Acquaviva, risalente al Quattrocento.
Palazzo Castelli: ex Casa Muzii (dal cognome dell’antico proprietario) fu edificato nel 1908 in Corso Cerulli, di fronte a Palazzo Savini, ed è un notevole esempio di stile Liberty.

Porte urbiche

Innocenzo IV in uno scritto del 1251 parla delle valvas civitatis di Teramo. Le porte della città erano sette:

Porta Melatina: antica porta di accesso alla città, risalente al XIV secolo.
Porta Reale (detta dai teramani Porta Madonna perché situata nei pressi del Santuario della Madonna delle Grazie): arco onorario eretto per accogliere la visita di Ferdinando I di Borbone.
Porta delle Recluse: il nome deriva dalla presenza dell’attiguo ospedale psichiatrico. È sita a lato della Porta Melatina.
Porta Carrese (non più esistente): dove un tempo sorgeva quest’antica porta d’ingresso permangono un’esigua porzione dell’antica cinta muraria e un piccolo bastione difensivo.
Due di Coppe (già Porta San Giorgio, abbattuta all’inizio del XIX secolo)
Porta Romana (non più esistente)
Porta del Querceto (o della Quercia): si trovava allo sbocco della via dello Spirito Santo.

Ponti antichi

Ponte degli Impiccati: costruito verso la fine del XII secolo, presenta l’arco superstite in travertino di Civitella; aveva la prerogativa di essere sede delle impiccagioni: su di esso veniva posta la forca ed eseguite le condanne.
Ponte degli Stucchi: resti di un ponte medievale del XII secolo, con archi in travertino di Civitella.
Ponte San Ferdinando: nel 1833 iniziarono i lavori per la costruzione di questo ponte, progettato dall’ing. teramano Carlo Forti, e terminarono nel 1847. È il ponte cittadino più antico tra quelli ancora utilizzati ed è da molti ricordato come il “Ponte Miracolato”, poiché scampato all’esplosione di una mina tedesca durante la Seconda guerra mondiale.

Statue cittadine

Statua romana di Sor Paolo Proconsole: antica statua togata di un potente patrizio romano, risalente al I secolo a.C.
Statua della Maternità, opera dello scultore Venanzo Crocetti, in piazza Orsini.
Statua di Giuseppe Garibaldi, in piazza Madonna delle Grazie.
Il gruppo di statue dedicate ai “caduti di tutte le guerre” in viale Mazzini.
Il gruppo di busti dedicati ai personaggi illustri locali in viale Mazzini.

Fontane

Fonte della Noce, di epoca medievale. Secondo la tradizione l’acqua di questa fonte, se bevuta, renderebbe innamorati della città e praticamente incapaci di staccarsene.
Fontana dei Due Leoni: realizzata dallo scultore Pasquale Morganti verso la fine del XIX secolo, fu posta a decorazione di un pilastro nel loggiato del palazzo Municipale in piazza Orsini e si compone di un gruppo scultoreo di due leoni tra rocce che rappresentano i due fiumi che racchiudono il centro storico di Teramo, il Tordino ed il Vezzola. Tra i due leoni sgorga l’acqua che si raccoglie in un catino ovale, posto sopra altre rocce e rialzato di due gradini. In alto, sopra le rocce, sono collocati lo stemma della città e una lapide

Torri

Torre Bruciata: bastione romano di forma quadrata risalente al II secolo a.C.: “bruciata” poiché ancora oggi presenta le tracce del devastante incendio subito dalla città ad opera dei normanni, nel 1150. La sua funzione era quella di difendere l’Episcopio.
Torre del Duomo: struttura annessa alla Cattedrale e simbolo stesso della Città. Sulla sua sommità, fino al 7 ottobre 2011, era posta la vecchia sirena antiaerea comunale.
Torre di Casa Bonolis: resti della torre della medievale Casa Bonolis in Via Irelli.

Turismo

Teramo è una tra le città più visitate della regione Abruzzo (assieme all’Aquila, Chieti e Pescara) nonché della provincia stessa (insieme ad Atri, Giulianova e Tortoreto), principalmente per il turismo religioso (vi sono chiese artisticamente pregevoli) e per la città antica. Sono oggetto di visita anche i palazzi storici, i rioni medievali e le biblioteche storiche.
Sono inoltre di interesse turistico le aree naturali del territorio e la Val Vomano, che consente escursioni e battute di pesca sul fiume.
Il turismo teramano è anche eno-gastronomico per la produzione di vino, degli “spaghetti teramani” con ragù, e dei dolci tipici.

Teramo. (23 novembre 2018). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 24 dicembre 2018, 09:22 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Teramo&oldid=101148880.

Dettagli

Inizio:
lunedì 1 Gennaio 2018
Fine:
giovedì 31 Dicembre 2020
Categoria Evento:
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Luogo

VARIE SEDI – TERAMO
Teramo, 64100 Italia + Google Maps