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Tin Ayala. There is no conquest without celebration
sabato 21 Settembre 2024 - domenica 10 Novembre 2024
sede: Palazzo Re Rebaudengo (Guarene, Cuneo).
cura: Bernardo Follini.
In occasione del dodicesimo anno di collaborazione con ENSBA Lyon – École Nationale Supérieure des Beaux-Arts, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta “There is No Conquest Without Celebration” (Non c’è conquista senza celebrazione), prima mostra personale in Italia di Tin Ayala (1998).
Ayala è artista partecipante all’edizione 2023 del Post-diplôme, programma di ricerca post-laurea per le arti organizzato dalla scuola francese, coordinato dalla curatrice Oulimata Gueye e aperto ogni anno a cinque artisti.
Nato nelle Ande, nel territorio oggi designato come Ecuador, Tin Ayala prende come punto di partenza del suo lavoro l’identità Cholo. Il termine, di origine indigena, designava nel periodo della colonizzazione andina i discendenti di indigeni e spagnoli.
Per Ayala questa identità postcoloniale è in grado di risignificare le nozioni di razza attraverso un potenziale generativo transculturale. Il suo lavoro è concepito come un collage scenografico che integra immagini precoloniali, rappresentazioni contemporanee, simboli indigeni e personaggi della cultura pop. Allo stesso tempo, Ayala realizza azioni dirette in collaborazione con i collettivi locali nelle Ande intorno all’identità Cholo.
“There is No Conquest Without Celebration” rappresenta una nuova tappa del progetto di ricerca “Cholonizacion”, che l’artista porta avanti da due anni. Il progetto mira a definire il potenziale delle produzioni cholo andine, riconoscendo la sua capacità di riconfigurare la cultura. L’intento è di creare uno spazio ibrido che adotta contemporaneamente elementi di una cultura egemonica, spesso internazionale, e allo stesso tempo permette la sopravvivenza di dinamiche culturali locali legate a gruppi sociali storicamente oppressi.
All’interno di questa ricerca, “There Is No Conquest Without Celebration” esplora la celebrazione come contropotere della colonizzazione, consentendo alle comunità di reclamare e affermare la propria cultura e spostando la narrazione dal dolore coloniale all’autodeterminazione celebrativa. La mostra si concentra sullo sfruttamento storico e sulla spoliazione delle risorse andine durante la colonizzazione spagnola, che ha alimentato la crescita economica europea. All’interno di una sala di Palazzo Re Rebaudengo sono presentate una serie di pignatte che raffigurano figure della colonizzazione spagnola delle Ande. Le sculture, sospese a soffitto, contengono banconote che rappresentano il budget della mostra. A partire dall’opening, il 21 settembre, le pignatte saranno progressivamente rotte, una alla volta, seguendo una specifica cadenza temporale per il mese di settembre e ottobre. Al termine della mostra, il corrispettivo delle banconote contenute nelle pignatte sarà trasferito a El Alto Aesthetics, collettivo multidisciplinare con sede a El Alto, in Bolivia. L’operazione è intesa nell’ottica di invertire il flusso di ricchezza, ma anche come atto simbolico di giustizia riparatrice, sostenendo la resistenza culturale e intellettuale nelle Ande.
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