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Tiziano in Bergamo: Marte, Venere e Amore

venerdƬ 4 Settembre 2020 - domenica 25 Ottobre 2020
Tiziano in Bergamo: Marte, Venere e Amore

sede: Accademia Carrara (Bergamo).

“Nessun altro grande artista si appropriò di tanto facendo cosƬ poche concessioni; nessun altro grande artista fu tanto flessibile pur restando completamente sĆ© stesso”.
(Erwin Panofsky)

Un nuovo ospite illustre in Carrara, un capolavoro, un grande maestro presente nella collezione bergamasca con due dipinti giovanili: con il prestito concesso da Vienna, al pubblico ĆØ offerta la possibilitĆ  non solo di ammirare un’opera straordinaria ma anche di avvicinarsi alla pittura di Tiziano in un arco temporale molto ampio, dai capolavori del primo decennio del Cinquecento come Madonna con Bambino e Orfeo ed Euridice (sala 16), a un’opera come Marte, Venere e Amore, datata 1555-1560, del museo viennese (allestita fino a fine ottobre in sala 18).

Un percorso straordinario che giunge alla maturitĆ  artistica del maestro veneto, caratterizzata da una pittura morbida e rosata e da una grande naturalezza dei gesti.
Il capolavoro, più in generale, arricchisce il percorso del museo approfondendo una stagione artistica meravigliosa, grazie alla sezione di opere venete dell’Accademia Carrara: dai Bellini ai giĆ  citati Tiziano, da Paris Bordon a Palma il Giovane, da Francesco e Jacopo Bassano a Paolo Veronese.

Tiziano (Pieve di Cadore 1488/1490 circa – Venezia 1576) porta a compimento le ricerche di Giovanni Bellini (di cui la Carrara possiede, tra gli altri, la straordinaria Madonna col Bambino o Madonna di Alzano del 1487 circa in sala 2) e Giorgione sulla luce e sul colore, nello stesso periodo Lorenzo Lotto assimila la lezione veneziana e al contempo sperimenta a modo suo nuove composizioni, come si può ammirare nei quattro dipinti in sala 15 (Ritratto d’Uomo del 1500 circa, Nozze mistiche di Santa Caterina D’Alessandria del 1523, Ritratto di Lucina Brembati del 1521-1523 circa, Sacra Famiglia con Santa Caterina d’Alessandria del 1533).

Il sontuoso dipinto di Tiziano può essere goduto in un allestimento ad hoc che valorizza la sua coinvolgente ricchezza cromatica.
I visitatori possono contestualizzare il dipinto nella cultura veneta di secondo Cinquecento che fa da perfetta cornice nella sala con dipinti di Jacopo Bassano, Paolo Veronese, Paris Bordon dalle collezioni della Carrara.
Maria Cristina Rodeschini,
direttore Accademia Carrara

Marte, Venere e Amore: il soggetto dell’opera
Gli amori tra Marte e Venere sono narrati nelle Metamorfosi di Ovidio, un testo più volte ripreso da Tiziano che lo conosce probabilmente non nell’originale latino, ma in uno dei tanti volgarizzamenti dell’epoca. In Ovidio il tradimento della dea nei confronti del legittimo compagno, il dio del fuoco Vulcano, avviene sul letto coniugale, mentre Tiziano ambienta la scena in un paesaggio, saldando l’episodio al motivo del locus amoenus e a quel tema della fusione tra uomo e natura che costituisce uno dei tratti più caratteristici della tradizione figurativa veneziana. Tiziano inoltre interpreta in maniera del tutto personale l’episodio, raffigurando i due amanti stretti in un abbraccio sensuale. La tela ĆØ la sola testimonianza giunta fino a noi di una invenzione di cui le fonti ricordano diverse varianti, venne presumibilmente replicata più volte nella bottega del maestro. Venere nuda ĆØ distesa su un giaciglio improvvisato, in una posa che riprende quella della Danae di Vienna e Madrid. La dea si abbandona al bacio di Marte che cogliendola di spalle le cinge il corpo. Questi indossa la corazza, ma spada ed elmo sono abbandonati per terra, mentre Amore in volo con faretra, freccia e arco veglia su di loro compiaciuto

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