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Tiziano Soro. Happiness Pop Up
giovedì 14 Dicembre 2017 - martedì 16 Gennaio 2018
sede: galleria Area B (Milano)
cura: Nian-Shan Chan, Thomas Marsan, Silvia Meschino, Giulia Morichi Python.
Nian-Shan Chan, Thomas Marsan, Silvia Meschino e Giulia Morichi Python, giovani curatori provenienti dal master in Curatorial Practice dello IED di Venezia, in accordo con la galleria, hanno selezionato l’artista, le opere – circa venticinque, tra tele, sculture in resina e litografie, pezzi unici e multipli –, definito l’allestimento, redatto il testo critico, mettendosi alla prova “sul campo” e seguendo tutte le fasi di organizzazione e preparazione dell’esposizione.
Il lavoro di Tiziano Soro si presta molto bene ad essere sottoposto al vaglio critico di occhi giovani e sguardi freschi: la sua arte, tanto spensierata quanto cinica, in cui le tinte piatte e i colori pastello richiamano il mondo dell’infanzia, si rifà all’universo della fiaba, del mito, della leggenda metropolitana trasformandole in materia viva e malleabile, da plasmare a piacimento producendo capovolgimenti e inversioni del significato originario.
Le fonti iconografiche usate da Soro vanno dall’advertising americana degli anni Cinquanta e Sessanta, serbatoio iconografico inesauribile in cui convivono i miti dell’amore romantico con quelli dell’invasione aliena, al cinema e alla televisione, dai tatuaggi fino ai giocattoli per bambini, molti dei quali sono usati dall’artista come basi per le sue sculture.
L’utilizzo di tali fonti extra-pittoriche, perlopiù dal sapore vintage, crea una pittura ibrida in cui si amalgamano immagini realistiche e simboli segnaletici, pattern ornamentali e colori zuccherini che sapientemente miscelati celano contenuti e significati poco rassicuranti.
“A priori, – scrivono i curatori nel loro testo – la produzione artistica di Tiziano Soro sembra volta a rendere il pubblico sereno e spensierato, quasi fosse in uno stato di felicità. Soltanto in un secondo momento è possibile realizzare come ci sia un messaggio nascosto dietro a questa serena rappresentazione della realtà. […] Sweetbox-sb (2017), per esempio, è una scultura che trasforma una fragola in un essere grottesco dotato di canini; in Divine gardens (2010), un animale mitico quale l’unicorno viene rappresentato utilizzando il corpo di un asino; in The fishmonger’s adventures (2010) l’innocua presenza di sottomarini gialli viene minacciata dall’arrivo di alcuni squali; in Domenica delle palme (2012), la quotidianità dell’uomo comune viene commentata con la presenza di farfalle nere”.
L’immaginario di Tiziano Soro è quindi solo apparentemente ingenuo e colorato e nasconde un ulteriore livello di significato, meno edificante, percepito dall’osservatore come una sorta di disagio, come quando – spiega efficacemente l’artista – “da bambini ci viene insegnata la differenza tra quando si gioca e quando no e tu ti senti un po’ spaesato. Ad esempio quando ho finito il modello della lumaca-cupcake più grande, mi sono accorto che le antenne le avevo fatte inclinate verso il basso: questo, in qualche maniera, nonostante la leggerezza dell’immagine, mi provoca un leggero senso di dolce sofferenza, senza la pretesa di soffrire realmente”.
Completa la mostra un catalogo edito da Area / B e realizzato da Xxystudio con una presentazione di Nian-Shan Chan e Thomas Marsan.