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Tomaso De Luca. Standards of living
giovedì 26 Settembre 2024 - venerdì 15 Novembre 2024
sede: Galleria Monitor (Roma).
Nel suo libro “The Technical Delusion: Electronics, Power, Insanity”, lo studioso di media e accademico Jeffrey Sconce riporta la descrizione di un piccolo marchingegno costituito da un circuito, una batteria e uno speaker, che viene pubblicizzato come uno strumento di offensiva sonica.
Sul sito Thinkgeek.com, i tormentatori possono comprare Eviltron. Una volta nascosto tra le mura domestiche del bersaglio, Eviltron riproduce in maniera casuale “inquietanti scricchiolii, rumori di graffi” e “l’affannoso respiro di una persona in procinto di morire”.
La descrizione del prodotto recita: “Nascondere questo dispositivo nella casa del vostro sconsiderato vicino potrebbe finalmente mettere fine alle sue feste notturne. Perfetto per l’ufficio di un burocrate dispotico, per la sala da pranzo dei dirigenti d’azienda o per essere utilizzato su altri parassiti da ufficio.”
Le inquietanti presenze invocate dai piccoli marchingegni sembrano poter terrorizzare e tormentare chiunque ci infastidisca, trasformando l’architettura rassicurante e pianificata in un luogo infestato da fantasmi rumorosi. Eppure c’è da chiedersi se spazi domestici, uffici, istituzioni e fabbriche non siano già di per sé stessi luoghi dell’orrore, spazi in cui i corpi dei vivi vengono mortificati, resi invisibili e silenziosi, organizzati in classi, gerarchie, razze e generi che ne determinano il destino, che li condannano o meno a certi standard di vita. Chi o che cosa sono, in questo scenario, i fantasmi?
Sembrerebbe da un lato che essi siano la traccia immateriale lasciata dai corpi che valgono meno, che vengono fatti sparire negli ingranaggi di un’architettura sociale, politica, burocratica ed economica che li fa letteralmente a pezzi. Questi corpi sono fantasmi perché non è dato loro di esistere, e il loro linguaggio può constare solo di suoni incorporei e di immagini evanescenti o – come per il Bartleby del racconto di Melville – di una sola frase ripetuta all’infinito: “I would prefer not to”.
D’altro canto possiamo vedere come anche la forza invisibile del Capitalismo sia a sua volta tra le presenze più spettrali del nostro tempo, un fantasma che infesta e possiede tutto il reale, stravolgendone le strutture materiali e sostituendole con fantasie demoniache come il concetto di valore. E non sarebbe forse altrettanto spaventoso immaginare che sia la materia stessa, con la sua inquietante vitalità, a ribellarsi a questi stravolgimenti producendo a sua volta un linguaggio proprio, una voce del mondo degli oggetti capace di mettere in dubbio la nostra stessa esistenza?
Frutto di una ricerca che mi ha occupato negli ultimi due anni, con la mostra Standards of Living provo a rispondere a questa domanda servendomi di una serie di strategie fantasma che producono oggetti e immagini che sfumano i confini tra un medium e l’altro, rimanendo caparbiamente elusivi, contraddittori, inquietanti e assurdi, così come solo gli spettri sanno essere.
Inaugurazione
Giovedì 26 Settembre dalle 18 alle 21
Immagine in evidenza
Tomaso De Luca, Standards of Living (Scene 3: horror in the red house), 2024 vernice, pittura acrilica, inchiostro, pittura spray, penna su carta, cartone, medium density fiberboard, vetro, plastica, legno, filo di ferro, fotografie d’archivio laminate, carta sintetica, chiodi, 51 x 42 cm (part.)