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Toulouse-Lautrec à la Belle Époque

venerdì 1 Dicembre 2017 - domenica 3 Giugno 2018

Toulouse-Lautrec à la Belle Époque

sede: Fondation Pierre Gianadda (Martigny)
cura: Daniel Marchesseau.

La Fondation Pierre Gianadda ha il privilegio di poter esporre in questa nuova stagione e per la prima volta in Europa una collezione privata eccezionale che comprende in particolare più di cento manifesti e stampe, scelti tra i fogli più spettacolari di Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901).
È opportuno sottolineare che il giovane Lautrec ha realizzato in meno di quindici anni una produzione considerevole dove ha grande rilievo l’opera grafica: egli morì nel 1901, due mesi prima del suo trentasettesimo compleanno, avendo vissuto meno a lungo di un’altra meteora dell’arte del suo tempo, il suo amico Vincent Van Gogh.
Questo personaggio di nobile stirpe, dall’antica ascendenza aristocratica aquitana, si impose in una decina d’anni (1890-1900), dopo l’apprendistato negli atelier di Léon Bonnat e poi di Fernand Cormon, come un lavoratore senza pari, un incisore, un litografo e un produttore di manifesti dall’occhio e dall’impronta acuti, senza dubbio la figura più incisiva della Belle Époque di fine secolo.
Non dimentichiamo comunque il suo eccellente impegno come pittore indipendente, slegato da ogni movimento estetico, distante sia dagli impressionisti che dai nabis.
Questa figura dall’handicap fisico pesante – la sua leggendaria bassa statura, derivante da tare genetiche, lo segnò pesantemente – seppe comunque sviluppare con tatto e alacrità una voglia di vivere vorace e un senso dell’amicizia fuori dal comune.
Un esempio eclatante fra gli altri: il manifesto di lancio de La Revue blanche fondata dai fratelli Natanson dove l’elegante Misia in tenuta da pattinatrice, con un lungo cappotto blu punteggiato di rosso, un cappello con grande elemento piumato, la pelliccia del soffice coprispalle e del manicotto per avvolgere le mani, sembra lanciarsi sulla strada verso alcuni begli spiriti usciti dal suo salone letterario parigino.
Il visitatore potrà soprattutto rivivere attraverso queste opere il periodo d’oro della vita notturna di Montmartre, la bohème bruciante ubriacata dalle canzoni impertinenti e dagli scherzi licenziosi dei cabaret riservati (Le Mirliton, Le Jardin de Paris, Le Moulin de la Galette), dei caffè (Le Chat noir), dei caffè-concerto (Le Moulin rouge, Le Divan japonais o Les Folies Bergère), ma anche dei teatri parigini (Les Ambassadeurs, dove si esibisce Aristide Bruant) o il circo e la clownesse Cha-U- Kao.
Con la gestione sapiente dei suoi grandi manifesti a colori, le immagini in chiaroscuro mettevano in bella evidenza le figure più intriganti dell’epoca: Yvette Guilbert, Jane Avril e il suo mentore Valentin le Désossé, La Goulue, e poi le dive del teatro Marcelle Lender, May Belfort o Sarah Bernhardt.
Ma Lautrec è anche, grazie a Bonnard l’ammiratore delle biciclette Simpson e il lettore dei romanzi popolari firmati Victor Joze (Reine de joie.
Mœurs du demi-monde).
Questo insieme vario, che si sviluppa attorno all’universo molto ispirato delle stampe che Lautrec ha saputo portare a livelli eccelsi, sarebbe stato naturalmente incompleto se avessimo perso l’occasione di presentare le prove audaci della raccolta Elles, una serie di undici litografie a colori in cui l’artista traduce, con tenerezza e umanità, l’intimità senza finzioni che egli condivideva con le donne di facili costumi delle case chiuse così care al suo cuore e più ancora al suo corpo… ” i tuoi occhi sono come un riflesso di stella in un solco ” sussurrava loro il suo amico e contemporaneo Jules Renard.
Henri de Toulouse-Lautrec, l’uomo che amava le donne, divorato dall’alcolismo e dalla sifilide, si spense nel 1901 nel castello di famiglia di Malromé, in Gironda.
Avendo compiuto un’opera senza eguali, egli può dirsi il più rabelaisiano dei pittori della modernità liberata della Belle Époque… A completamento di questo florilegio eccezionale, viene proposto un insieme molto scelto di dipinti e di fogli originali di suoi contemporanei e amici di cui il collezionista ha pazientemente rintracciato esemplari fondamentali – fra cui un capolavoro di Louis Anquetin L’Intérieur de chez Bruant.
Le Mirliton, tela del 1886, e opere di Pierre Bonnard, Théophile Alexandre Steinlen, Félix Vallotton, Jacques Villon e… Pablo Picasso (la serie completa dei Saltimbanques) – che raccontano bene ciò che avveniva nella Parigi della III repubblica segnata dalle parole di Émile Zola e dall’affaire Dreyfus, tra modernismo e attualità.
Daniel Marchesseau

LA MOSTRA
Le oltre 120 opere esposte coprono il breve ma prolifico decennio 1890-1900 della produzione di questo eccezionale osservatore di una certa vita parigina delle fine del XIX secolo. La mostra riunisce i più famosi fogli dell’artista fra cui i trenta manifesti che costituiscono il corpus più significativo della sua opera monumentale, completata da un buon terzo delle sue stampe, tecnica di cui è diventato uno degli innovatori più audaci.
Questi lavori, tutti in uno stato di conservazione eccezionale, mostrano delle varianti tra i diversi stati che sedussero gli amatori. Sono state riunite litografie molto rare a colori, prove di stampa inedite come quelle del Moulin Rouge – La Goulue. Alcune sono qui esposte per la prima volta come i celebri manifesti di una delle vedette dei caffè-concerto Jane Avril. Infine, la relazione tra Toulouse-Lautrec e Yvette Guilbert fu senza dubbio la più feconda, come documenta l’album di Yvette dai lunghi guanti neri. Infine, l’album di Yvette con lunghi guanti neri documenta come sia stato intenso il rapporto tra Toulouse-Lautrec e Yvette Guilbert.
Questa rassegna sarebbe stata certamente incompleta se non si fossero presentate le prove sibilline della raccolta Elles (1896). In questo sequenza di undici litografie a colori Toulouse-Lautrec traduce, con rara tenerezza e grande umanità, l’intimità che egli intrattenne per diversi anni con le “filles de joie” dei bordelli e dei lupanari. Egli era particolarmente legato alle ospiti del salone di rue des Moulins. Le scopriamo in questa mostra, colte da Toulouse-Lautrec in tutte le ore del giorno e della notte, durante le quali potevano nutrire, all’occasione, l’una per l’altra una relazione saffica spontanea – di cui l’artista ha lasciato molti capolavori dipinti.
Viene inoltre proposta una serie di lavori che completano questo ciclo attorno alla seduzione, dal manifesto per La Revue blanche fondata dai fratelli Natanson, in particolare Thadée e la sua scintillante sposa Misia che riuniva intorno a sé un salone letterario e artistico molto selezionato (Stéphane Mallarmé, Pierre Bonnard, Edouard Vuillard, Pierre-Felix Vallotton…), alle litografie per le Matin, la Dépêche de Toulouse… e altre pubblicazioni e riviste, fra cui La chaîne Simpson e Cycles Michael.
La mostra presenta inoltre un insieme complementare di opere firmate da artisti contemporanei e amici di Toulous-Lautrec: un dipinto sconosciuto di Louis Anquetin: L’Intérieur de chez Bruant – Le Mirliton, tela del 1886, litografie di Bonnard, Mucha, Vallotton, il famoso manifesto per La tournée du Chat Noir di Steinlen, la prova unica di un’acquaforte di Van Rysselberghe Le café-concert, prima della rara Suite complète des Saltimbanques del giovane Pablo Picasso (1904-1905). In questa occasione, la Fondazione Pierre Gianadda mostra un autoritratto eccezionale dell’artista che appartiene alla sua collezione: Toulouse-Lautrec lisant son journal tracciato sul retro del manifesto Le Divan japonais del 1893.
L’insieme è particolarmente vivo, caldo, colorato e gioioso come era questa Belle Epoque sulla collina di Montmartre dove ci si abbruttiva in allegria nei caffè-concerto e nella case di piacere. Una certa società parigina si mescolava allora in una scapigliatura sguaiata, volgare e alcolizzata, applaudendo il ritmo indiavolato delle ballerine in frou-frou che si sfogavano sulla scena dei french- cancan. Tutte queste robuste e accattivanti cantanti e ballerine, con nomi evocativi – “Gazelle”, “Mie de pain”, “Grille d’égoût “, ” La Goulue “. . . – erano poi molto generose dei loro favori in questo quartiere libero e molto animato fino all’Esposizione universale del 1900.

Il catalogo comprende, con una ricca iconografia, un saggio di Gilles Genty, storico dell’arte specialista del periodo, e uno di Daniel Marchesseau, curatore della mostra.

Dettagli

Inizio:
venerdì 1 Dicembre 2017
Fine:
domenica 3 Giugno 2018
Categoria Evento:

Luogo

FONDATION PIERRE GIANADDA
Rue du Forum, 59
Martigny, 1920 Svizzera
+ Google Maps
Phone
0041 27 7223978
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