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Treviso – Eventi e luoghi di interesse
lunedì 1 Gennaio 2018 - giovedì 31 Dicembre 2020
sede: Varie Sedi (Treviso).
Treviso è un comune italiano di 85 136 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia in Veneto.
Il comune è il quinto della regione per popolazione ma la sua area urbana conta circa 200.000 abitanti. La città dista circa 30 km dal capoluogo regionale, Venezia.
Sito istituzionale
http://www.comune.treviso.it/
Eventi a Treviso
http://www.comune.treviso.it/news-arte-e-cultura/
http://www.urbecomtreviso.it/eventi-a-treviso
Eventi
Tra i numerosi festival organizzati all’interno della città sono citati: l’Home Festival che costituisce il festival musicale più grande d’Italia, i Suoni di Marca e il Treviso Comic Book Festival.
Nel mese di ottobre, a palazzo dei Trecento, si svolge la finale del Premio letterario Giovanni Comisso.
Negli ultimi anni hanno acquisito sempre crescente popolarita’ le iniziative della sezione cittadina del Fondo Ambiente Italiano, soprattutto in occasione delle Giornate di Primavera che si tengono nel mese di Marzo e per la Fai Marathon che si tiene in autunno.
Dal 2015, inoltre, Treviso ospita un festival jazz denominato Treviso Suona jazz. La manifestazione dura sette giorni e si tiene in genere alla fine del mese di maggio. Il Festival si caratterizza per la collaborazione con alcuni Conservatori di musica Veneti, e ha portato in città artisti jazz come Enrico Pieranunzi, Steve Kuhn, Logan Richardson, Marco Tamburini, Mauro Ottolini, Francesco Bearzatti, Roberto Gatto.
Musei
Oltre a diversi musei, la città offre importanti spazi espositivi quali Palazzo dei Trecento, sede del Consiglio comunale, Ca’ dei Carraresi, di proprietà di Fondazione Cassamarca, e palazzo Bomben, sede della Fondazione Benetton Studi e Ricerche.
Musei Civici, inaugurati nel 1879 con il nome di Museo Trivigiano, si articolano oggi in tre sedi: il Museo Bailo, riaperto nell’autunno 2015 dopo un restauro iniziato nel 2003, intitolato al fondatore e primo conservatore Luigi Bailo; il complesso di Santa Caterina; il complesso di Ca’ da Noal, Casa Robegan e Casa Karwath, acquisito nel 1935 dal comune. Le varie sezioni conservano reperti ritrovati nella città stessa o nei dintorni, datati dal II millennio a.C. all’Alto Medioevo, opere d’arte dal Rinascimento al Novecento (Giovanni Bellini, Paris Bordon, Lorenzo Lotto, Tiziano, Rosalba Carriera, Giambattista e Giandomenico Tiepolo, Francesco Guardi, Pietro Longhi, Medoro Coghetto, Sante Cancian, Guglielmo Ciardi, Arturo Martini, Francesco Podesti, Gino Rossi).
Museo nazionale Collezione Salce, inaugurato nel 2017, raccoglie la collezione di manifesti di Nando Salce, donati allo stato alla sua morte nel 1962, e oggi conservati presso il Complesso di Santa Margherita, mentre la sede museale è il Complesso di San Gaetano, che espone a rotazione i materiali grafici in mostre temporanee.
Museo Etnografico Provinciale, inaugurato nel 2002 e allestito nel complesso architettonico rurale delle Case Piavone, il cui nucleo originale risale alla fine del Seicento, si trova all’interno del Parco naturale del fiume Storga, alla periferia Nord di Treviso. I vari edifici, restaurati e trasformati in struttura polifunzionale, sono sede inoltre del Gruppo Folcloristico Trevigiano, dedicato parimenti alla salvaguardia e alla promozione della cultura locale.
Museo Diocesano, inaugurato nel 1988, il museo è ospitato nell’edificio comunemente detto le Canoniche Vecchie (XII secolo), antica sede dei canonici della cattedrale di San Pietro apostolo.
Musei del Seminario vescovile, nel soppresso convento domenicano annesso alla Chiesa di San Nicolò, sede dal 1840 del Seminario vescovile, sono ospitate le collezioni del Museo zoologico intitolato a Giuseppe Scarpa, dottore in scienze naturali che donò nel 1914 la propria collezione di animali, e il Museo etnografico degli Indios Venezuelani (Piaroa, Makiritare, Panare, Warao e Motilon), nato grazie all’apporto del sacerdote Dino Grossa.
Siti Archeogici
Villaggio paleoveneto sorto in epoca pre-romana su tre alture poste nei pressi di un’ansa del Sile, in un territorio ricchissimo di risorse idriche, l’antica Tarvisium divenne municipio all’indomani della sottomissione della Gallia Cisalpina da parte dei Romani. La vicinanza ad alcune importanti arterie, come la strada Postumia, e le stesse vie d’acqua, ne fecero sin dai tempi più antichi un vivace centro commerciale della Venetia et Histria.
Monumenti e luoghi d’interesse
Architetture religiose
La città di Treviso, legata a una lunga tradizione religiosa e monastica che l’ha interessata per lunghi secoli, conserva molte architetture religiose: dentro le mura sorgono le chiese più antiche e i monasteri superstiti; nei quartieri più moderni, sviluppatisi nel Novecento, sorgono le relative chiese parrocchiali, esempi di architettura religiosa moderna e contemporanea.
Cattedrale di San Pietro (Duomo), principale luogo di culto di Treviso, sede della diocesi omonima, è consacrato a san Pietro Apostolo. Le sue origini risalgono all’età paleocristiana (VI secolo), mentre l’edificio attuale fu costruito verso il 1770 in stile neoclassico da Andrea Memmo e Giannantonio Selva, seguendo il progetto dell’architetto castellano Giordano Riccati. Al suo interno, nella cripta, sono custodite le reliquie di San Liberale, patrono della città. In piazza del Duomo si trovano anche la chiesa di San Giovanni Battista, oggi utilizzata come battistero, e l’episcopio, residenza dell’arcivescovo.
Chiesa di San Francesco, un gruppo di frati francescani, inviati da Francesco stesso, giunse a Treviso nel 1216 e prese sede nella zona oltre il Cagnan Grande, presso un oratorio dedicato alla Madonna. La comunità divenne presto numerosa tanto che nel 1231 cominciarono i lavori di costruzione di una nuova chiesa e del convento, ultimati nel 1270. Nel 1806, a seguito della soppressione napoleonica, gli edifici furono adibiti a scopi militari, finché nel 1928 non vennero restaurati e riaperti al culto. L’architettura è di transizione tra il romanico e il primo gotico. L’interno ha un’unica navata e cinque cappelle laterali. All’interno si possono vedere le tombe di un figlio di Dante Alighieri e della figlia di Francesco Petrarca.
Tempio di San Nicolò, costruito all’inizio del XIV secolo dai Domenicani grazie ai 70.000 fiorini lasciati dal papa trevigiano Benedetto XI, è la chiesa più grande della città, superando anche il Duomo. Nel complesso conventuale annesso, oggi sede del Seminario vescovile, è conservato un importante ciclo di affreschi di Tomaso da Modena. Degne di nota sono le raffigurazioni di Ugo di Saint-Cher e Nicolò di Rouen, ritenute le prime opere pittoriche a riportare rispettivamente degli occhiali e una lente d’ingrandimento.
Chiesa di San Martino Urbano, dell’antica cappella (la prima citazione è del 790) rimane oggi solo il campanile: il sacro edificio fu infatti distrutto durante il bombardamento del 1944. L’attuale chiesa fu realizzata dall’architetto Angelo Tramontini, iniziata nel 1960 e consacrata il 5 dicembre 1970 dal vescovo Antonio Mistrorigo.
La Basilica di Santa Maria Maggiore è un luogo di culto cattolico situato nel centro storico di Treviso, sede parrocchiale. La nascita della chiesa di Santa Maria Maggiore risale, secondo la tradizione, ai primissimi tempi dell’evangelizzazione del territorio trevigiano compiuta da san Prosdocimo, protovescovo di Padova e discepolo dell’apostolo Pietro.
Fresco di restauro, terminato nel 2015, il Tempietto del Beato Enrico in Via Canova è nuovamente accessibile al pubblico.
Altre chiese:
chiesa di Sant’Agostino;
chiesa di San Giovanni Battista;
chiesa di Santa Maria Maddalena;
chiesa di San Leonardo;
chiesa di Sant’Agnese;
chiesa di Santo Stefano;
chiesa di San Vito;
chiesa di Sant’Angelo, nel quartiere di Sant’Angelo;
chiesa di Sant’Ambrogio, nel quartiere di Sant’Ambrogio;
Architetture civili
Piazza dei Signori e Palazzo dei Trecento, la piazza costituisce il cuore della città e suo centro culturale, storico e sociale. A est della piazza si trova il Palazzo dei Trecento o della Ragione, costruzione nel XII secolo, già sede del Maggior Consiglio. Una cicatrice sulle pareti esterne del palazzo ricorda gli importanti danni subiti nel 1944, durante il bombardamento di Treviso. A nord sorgono invece il Palazzo del Podestà (fine XV secolo, facciata rimaneggiata a più riprese fino al XIX secolo) e la caratteristica Torre Civica, che con 48 metri di altezza è la più alta tra le torri della città. Poco distante dal palazzo, all’inizio di via Calmaggiore, era collocata un tempo la Fontana delle tette, poi rimossa ed attualmente conservata sotto la loggia del Palazzo dei Trecento.
Monte di Pietà e Cappella dei Rettori, l’antica sede del Monte di Pietà si trova nell’omonima piazza, dietro al Palazzo del Podestà. Già sede del trecentesco Monte dei Pegni, il palazzo fu ricostruito nel 1462, anno in cui i Francescani proposero l’istituzione del Monte di Pietà, che venne ufficialmente fondata nel 1496 grazie all’interessamento del vescovo Nicolò Franco. All’inizio del XVI secolo l’edificio fu ingrandito, andando ad inglobare l’odierna chiesa di Santa Lucia e, successivamente (1561), la chiesa di San Vito. Gli ultimi interventi si ebbero nel Settecento, sicché attualmente il palazzo e le due chiese si presentano come un unico complesso con tanto di porticato in comune. A partire dall’inizio del XIX secolo, l’istituzione incominciò ad essere malvista dalle autorità francesi prima e austriache poi. Per le pesanti imposte, il Monte di Pietà abbandonò il progetto di ulteriori ampliamenti e, anzi, ridusse notevolmente la sua attività, tant’è che, nel 1822, veniva convertito in cassa di risparmio (la futura Cassamarca). All’interno si trova la cappella dei Rettori, pregevole ambiente che conserva affreschi del Fiumicelli, tele del Pozzoserrato e cuoi di Cordova. Il tema delle decorazioni alludono al soccorso e all’indulgenza. Dal dicembre 2004 il Monte di Pietà è stato acquistato dalla Fondazione Cassamarca. Attualmente ospita uffici di UniCredit e alcuni esercizi pubblici.
Loggia dei Cavalieri, simbolo del potere politico assunto da nobili e cavalieri nel periodo del Libero Comune, la Loggia dei Cavalieri è un esempio di romanico trevigiano con influssi dell’eleganza bizantina. Fu costruita sotto la podesteria di Giacomo da Perugia (1276) come luogo di convegni, conversazioni, giochi.
Le Torri di Treviso risalgono, nel loro impianto generale, al medioevo.
Monumento ai caduti di tutte le guerre, denominato “Gloria” costituisce un simbolo importante della storia di Treviso. Sorge in Piazza della Vittoria nel centro storico di Treviso, è stato inaugurato nel 1931 alla presenza del Re ed è stato voluto per rendere onore al sacrificio della città nell’ultima fase della Grande Guerra.
Piazza Rinaldi, deve il proprio nome ai tre palazzi che vi si affacciano, nei secoli residenze della famiglia Rinaldi. Il più antico risale al duecento, quando la famiglia, sfuggita al Barbarossa, era appena giunta a Treviso. Il secondo palazzo, decorato con curiosi archi ogivali inflessi in una loggia al primo piano, è di epoca quattrocentesca. Il terzo e ultimo palazzo fu costruito nel XVIII secolo. Nella piazza vi era una “stazione di posta”. All’inizio del Novecento divenne luogo di mercato e di incontro. A partire dall’anno 2016 Piazza Rinaldi, oggetto di un restyling con la piantumazione di tre alberi di quercia, è divenuta pedonale.
Ponte de Pria, (ponte di pietra) è un ponte addossato alle mura, nel luogo in cui il Botteniga entra in città e si divide nei diversi cagnani. Qui vi sono delle chiuse, ideate da fra’ Giocondo per inondare i dintorni di Treviso a scopo difensivo.
Quartiere Latino, presso la confluenza tra Sile e Cagnan Grande, realizzato dall’architetto Paolo Portoghesi restaurando l’ex ospedale di Santa Maria dei Battuti (altrimenti detto di San Leonardo), ospita assieme all’ex Distretto Militare il polo universitario cittadino.
Villaggio Eden, la costruzione di questo villaggio operaio è stata voluta, all’inizio del Novecento, dall’industriale Graziano Appiani con l’intenzione di realizzare un progetto urbanistico e sociale a favore dei moltissimi lavoratori che si trasferivano in città dalle campagne e dai paesi vicini per lavorare nella sua azienda, la Fabbrica laterizi e fornaci Sistema Privilegiato della Ditta Appiani & C. L’ambizioso progetto, finalizzato a dare concreta applicazione alle idee dell’economista e sociologo Giuseppe Toniolo, si concretizzò in diverse decine di unità abitative per i dipendenti dell’Appiani, nell’Eden Teatro, in un caffè ristoratore, una stand per il tiro al piccione e uno spaccio-distilleria. Recentemente in quella zona è sorta l’Area Appiani dell’architetto ticinese Mario Botta ispirata ai borghi medievali italiani.
Palazzi di Treviso:
Ca’ dei Carraresi;
Ca’ da Noal;
Ca’ da Robegan;
Ca’ Sugana, Palazzo Municipale;
Ca’ Spineda;
Ca’ dei Ricchi;
Palazzo Rinaldi;
Palazzo Hesperia;
Palazzo dei Filodrammatici;
Palazzo Caotorta;
Episcopio;
Palazzo dei Trecento;
Palazzo del Podestà, sede della Prefettura;
Palazzo Pretorio;
Palazzo Dolfin;
Palazzo Scotti;
Palazzo dell’Università – Ex ospedale civile;
Palazzo Bomben;
Palazzo del Tribunale;
Palazzo Bortolan, o dell’Umanesimo Latino;
Palazzo Onigo.
Ville venete
Le numerose ville venete schedate dall’IRVV nel comune di Treviso coprono un ampio arco temporale, dal XVII al XIX secolo. Particolarmente interessanti sono Ca’ Zenobio Alverà Ceccotto a Santa Bona e Villa Manfrin detta Margherita a Sant’Artemio.
Fontane
Già nel XIV secolo il poeta fiorentino Fazio degli Uberti, nel suo Dittamondo, cantava “le chiare fontane” di Treviso ed il “piacer d’amor che quivi è fino”. L’Abate Bailo, nella propria guida della città del 1872, loda la purezza delle acque di Treviso, al punto da scrivere: “quest’acque meritano che il forestier le gusti, né si dirà di conoscere Treviso, se non si sono gustate le sue acque”.
Le trentatré fontane tutt’oggi presenti all’interno delle mura vennero installate, ad esclusione delle fontane di piazza S. Vito e piazza S. Leonardo e della particolare fontana delle Tette, per motivi di utilizzo domestico. Il rapporto con gli abitanti della via o della piazza era quotidiano e cadenzato dagli eventi legati allo svolgersi della giornata (pranzo, cena, pulizie… ).
Tra le fontane della città si possono ricordare:
fontana delle Tette;
fontana di piazza San Leonardo;
fontana di piazza San Vito;
fontana dell’Ospedale di Santa Maria dei Battuti;
fontana di piazza Pola;
fontana di vicolo Pola.
Canali
Talvolta chiamata “la piccola Venezia“, Treviso è bagnata da diversi canali, tutti originati dalla divisione in rami (detti “cagnani”) del Botteniga. Il fiume entra in città passando sotto il “Ponte de Pria” (Ponte di Pietra) in corrispondenza del quale vi sono delle chiuse, ideate e fatte costruire da Fra’ Giocondo. Altri due rami del Botteniga costeggiano le mura cittadine per immettersi poi, come i “cagnani”, nel fiume Sile che lambisce il lato sud del centro storico.
Il Cagnan Medio o canale dei Buranelli, è una delle più pittoresche diramazioni del Botteniga che caratterizzano il centro storico. Il toponimo si riferisce ad uno dei ponti che attraversa il corso d’acqua, detto appunto ponte dei Buranelli, nei pressi del quale si trova tuttora un edificio cinquecentesco un tempo dimora e magazzino di commercianti provenienti dall’isola lagunare veneziana di Burano.
Altro corso d’acqua pittoresco è il Canale della Roggia, da cui deriva il nome dell’omonima via (Via Roggia), che percorre l’ala ovest del centro storico, passa nelle vicinanze di Piazza Duomo e successivamente di Piazza Borsa, per poi confluire nel Sile all’altezza di Riviera Santa Margherita.
Architetture militari
Il centro storico è ancora parzialmente racchiuso dalla cinta muraria costruita nel 1509 in vista della guerra della Repubblica di Venezia contro la lega di Cambrai. Oltre alla costruzione di imponenti mura bastionate e la deviazione di parte del fiume Botteniga, il progetto del frate Giovanni Giocondo, cui il Consiglio dei Dieci aveva affidato le opere di fortificazione, comportò anche l’abbattimento di diversi edifici, tra i quali parte dell’antico santuario di Santa Maria Maggiore.
Alle tre porte monumentali di seguito citate si aggiunsero, nella seconda metà del XX secolo, numerosi varchi.
Porta San Tommaso, la più maestosa delle tre porte, fu eretta nel 1518 dal podestà Paolo Nani (doveva infatti chiamarsi “porta Nana” ed è sovrastata da una statua raffigurante San Paolo) su progetto, forse, di Guglielmo Bergamasco. Il nome rimanda a una vicina chiesa dedicata a San Tommaso di Canterbury, oggi distrutta. Interamente rivestita da elementi decorativi in pietra d’Istria, riprende lo schema degli archi trionfali classici.
Porta Santi Quaranta, garantiva l’accesso da Ovest, è intitolata ai Quaranta martiri di Sebaste, soldati cristiani che, durante la persecuzione di Licinio in Armenia, si rifiutarono di onorare degli idoli e furono per questo puniti con l’assideramento e il rogo. In periodo risorgimentale la porta assunse il nome di Porta Cavour (la strada che dalla Porta va verso piazza dei Signori, si chiama tuttora “Borgo Cavour”), per poi tornare all’originaria denominazione. La costruzione è a pianta quadrata e la facciata, in pietra d’Istria, con tre archi di cui quello centrale più ampio sopra il quale spicca il leone marciano.
Porta Altinia, il nome della porta, che si rivolge a levante è legato alla città romana di Altino, dalla quale si poteva giungere attraverso l’attuale provinciale “Jesolana”. Fu realizzata nel 1514 accanto a una precedente porta medievale di cui sussistono le volte. Il suo aspetto, con mattoni a vista e poche decorazioni in pietra, è decisamente più sobrio rispetto alle altre due porte. La parte superiore è sagomata a mo’ di torrione con ampi finestroni sulle facciate interna ed esterna, mentre i fronti laterali presentano ancora i fori delle cannoniere.
Treviso. (27 febbraio 2019). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 8 marzo 2019, 09:53 da//it.wikipedia.org/w/index.php?title=Treviso&oldid=103023653.