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Umberto Lilloni. Genesi di un’opera

mercoledì 24 Gennaio 2018 - giovedì 15 Febbraio 2018

Umberto Lilloni. Genesi di un'opera

sede: Studio Bolzani (Milano).

La mostra incentrata sul dipinto “Studio per l’estate” vuole illustrare il “modus operandi” di Umberto Lilloni, esponente del Chiarismo Lombardo.
Il grande dipinto viene esposto con una serie di disegni e studi che tracciano il percorso creativo che progressivamente porta all’opera finita.

Per quanto Lilloni fosse un pittore avvezzo a stendere il colore “di prima”, senza riprese successive cioè, quando doveva affrontare la figura o le architetture faceva precedere il dipinto da una serie di “appunti” disegnati.
Gli schizzi nella loro sequenza, rapidi e decisi, ci portano nel mondo interiore dell’artista.
Essi sono più vicini a quello “spirituale” che c’è nel contenuto artistico del dipinto, scevri come la materia dei sogni dalle mediazioni tecniche che la tela impone.

A corollario della mostra saranno esposte anche alcuni paesaggi e vedute milanesi, che aiuteranno lo spettatore a completare la conoscenza di un artista di inizio secolo, alfiere della cultura milanese.

Mostra realizzata in collaborazione con la Galleria Schubert.

Umberto Lilloni (Milano, 1º marzo 1898 – Milano, 15 giugno 1980) è stato un pittore italiano Nacque a Milano dove suo padre, di origine medolese, s’era trasferito una ventina d’anni prima a esercitarvi l’ebanisteria e il commercio dei mobili. La prima infanzia la trascorse in un tipico quartiere popolare milanese. All’età di 16 anni suo padre lo mise a dirigere lo stabilimento, ma per sua natura irrequieta, preferì intraprendere gli studi d’ingegneria navale, studi che interruppe per studiare disegno presso la scuola artigiana dell’Umanitaria. Durante questi studi scopre la propria vocazione alla pittura. Una vocazione aspramente contrastata dal burbero padre che gli tagliò i viveri e lo cacciò di casa. Nel 1915 si iscrisse all’Accademia di Brera. Suoi primi maestri furono lo scapigliato caricaturista Bignami e l’accademico cremoniano Rapetti. Infiammato dagli ideali socialisti il giovane Lilloni aumenta le preoccupazioni paterne partecipando a comizi, a scontri con la polizia, e finendo persino a in carcere a San Vittore. Nel 1917 viene arruolato nei reparti d’assalto della fanteria durante la prima guerra mondiale. Nel dopoguerra si iscrive nuovamente all’Accademia di Brera sotto la guida di Tallone e di Alciati. Nel 1922 gli viene conferito il premio del Pensionato Hayez. Da questo momento la cronistoria della sua vita coinciderà perfettamente con quella della sua pittura. Avverte anche lui il problema del superamento della pittura postimpressionista e, per una breve stagione, si avvicina alle idee e alle ricerche del “Novecento” accogliendo con originale atteggiamento poetico le lezioni degli antichi. S’avvede ben presto che la tendenza novecentesca è viziata da interessi extratattici ed è, in fondo, incongrua al suo temperamento. Riprende comunque lo studio del suo dilettissimo Emilio Gola, della grande tradizione pittorica lombarda. Ed ecco finalmente, intorno al 1930, le prime esperienze di quella “pittura a fondo chiaro” che diventerà la via regia dell’arte sua. Nel 1927 gli viene conferito il premio Principe Umberto. Dal 1927 al 1941 Lilloni ha insegnato all’Accademia di Brera, e dal 1941 al 1962 è stato titolare di cattedra all’Accademia di Belle Arti di Parma. Divenne amico del professore Oreste Marini, caposcuola del Chiarismo mantovano, che frequentò nella sua casa di Castiglione delle Stiviere, riprendendo pittoricamente i luoghi di origine del padre medolese. Lilloni non è mai stato un grande viaggiatore, tuttavia nel 1949, per suggerimento dell’amico Carlo Cardazzo, intraprese un viaggio in Svezia e soggiornò per alcuni mesi a Stoccolma. Negli anni 1970 pose la propria dimora in Svizzera, dove trascorse molto tempo dei suoi ultimi anni di vita. Fu noto per essere tra i maggiori esponenti del chiarismo lombardo. La luminosità e la delicatezza cromatica caratterizzano i suoi dipinti, prevalentemente paesaggi. Una componente minore della sua pittura è costituita da una tendenza alla stilizzazione dei tratti usati nel descrivere la vegetazione, non dissimile dagli stilemi dell’arte giapponese, con cui Lilloni potrebbe essere venuto in contatto nella frequentazione della Caffè Mokador, luogo di ritrovo della cerchia di Persico, in cui circolavano frequentemente stampe orientali. Umberto Lilloni riposa al Cimitero Monumentale di Milano.

Umberto Lilloni. (22 dicembre 2017). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 9 gennaio 2018, 15:08 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Umberto_Lilloni&oldid=93401526.

Dettagli

Inizio:
mercoledì 24 Gennaio 2018
Fine:
giovedì 15 Febbraio 2018
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

STUDIO BOLZANI
Galleria Strasburgo, 3
Milano, 20121 Italia
+ Google Maps
Phone
02 76001335
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