Unknownian. Temptation – Exhibition in Virtual Gallery 3d

sede: Arte.Go.Gallery (Online).
cura: Paola Milicia.

Tentazione, con la e, insidia nella mente una percezione vaga che il suo plurale non suggerisce: se l’uno serve a rendere la moltitudine delle trasgressioni umane, l’altra reca con sé l’idea che, nonostante tutto, esista una debolezza su tutte, sola e indissolubile, che la fa da padrona nella storia dell’umanità. Nel tempo i confini del desiderio e delle tentazioni si sono estesi e modificati, ma senza dubbio l’uomo conferma la sua ossessione di sempre verso il desiderio di conoscenza. Seppure la tentazione, dunque, evolva via via in una fisionomia modificabile, in una specie di ciclo metamorfico di sé stessa, nell’uso al singolare, dà vita a un genere nel genere, lasciandoci con la convinzione che l’uomo insegua da sempre, volente o no, quella tentazione, inevitabile quanto inesauribile.

Avvicinandosi a modelli letterari di ieri (Prometeo, Ulisse, Faust, Doctor Frankenstein: sono solo alcuni dei nomi che la letteratura moderna ci consegna come icone e miti del dilemma di cedere al peccato, quali prove viventi che si è presi incessantemente dalla lotta tra conservazione e rivoluzione, tra sacro e profano, tra qui e l’al di là), ma con una tecnologia e uno sguardo di oggi, Ian De Novellis, in arte Unknownian, ricrea un personale viaggio illusorio, dove la ragione si piega totalmente all’esplorazione psichica e immaginifica, per arrivare, attraverso accostamenti seduttivi quanto impropri, ai nodi decisivi del pensiero e della psiche umane. O almeno a intuire ciò che potrebbero ancora essere.

In bilico tra surrealismo, cyberpunk e romanticismo, perfettamente confezionati dentro una cornice vagamente pubblicitaria, l’autore professa un misticismo che si affida agli elementi naturali: alla stregua degli orologi molli di Dalì, assegna una consistenza illogica agli oggetti e alla scena – cuori metallici, lucidati a nuovo e indorati come prodotti di gioielleria, tsunami cerebrali, bocche invase dal fumo – atti a inventare una nuova meteorologia interiore che risponde ancora alla psicoanalisi freudiana.

Sono i titoli delle opere in mostra a suggerire un percorso psichico preciso, ma non solo: In my head, Peace of mind, Big empty soul (che risuonano come titoli di album musicali) sono solo alcune tracce di quella tentazione di ridisegnare una nuova realtà partendo dall’emisfero opposto, o almeno di non dimenticare che il mondo che l’uomo ha costruito è quello che non si vede. L’accostamento con la natura, che fa eco in opere come An ocean in your eyes, Born sinners, ci induce a sposare la causa che la psiche, al pari del mondo animale e naturale, sia vittima di un sopruso, di una violazione che la vuole governabile (Shape me) e sommessa, al servizio di una forza conforme a un ordine che ha fallito, che ha smesso di funzionare, che non produce alcuna salvezza.

Ecco: la tentazione dell’artista sta tutta nella volontà di accrescere la realtà disgregandola visivamente, di moltiplicarne il senso e l’orizzonte mentre è già privata dell’uno e dell’altro, di appellarsi a nuove regole visive, infrangendo le convenzioni logiche. È un’incursione per immagini visionarie in quella porzione di (ir) realtà in cui l’uomo, un moderno Ulisse, cerca la patria e le origini, e con esse, il tassello mancante, aspirando alla libertà di questo incontro e ritrovamento.

Che poi accrescere la realtà, è sinonimo di accrescere la felicità quando il luogo in cui ci muoviamo sembra acquisire nuove possibilità nella dimensione e nella forma di quanto non abbiamo ipotizzato.
Paola Milicia

Unknownian. Temptation – Exhibition in Virtual Gallery 3d

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