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Valerio Polici. Ergo sum

sede: Galleria del Cembalo (Roma).
Ergo Sum ĆØ il progetto fotografico che Valerio Polici ha realizzato tra Europa e Argentina nell’arco temporale di sei anni.
Polici vuole ritrarre la cittĆ sotterranea dei writers e la sua prospettiva mette in risalto il legame tra il tessuto urbano e gli artisti, dei quali enfatizza le potenzialitĆ creative e le necessitĆ espressive, elementi che prendono vita di notte, ai margini della cittĆ .
Seguendo alcuni writers protagonisti dei suoi scatti, da lui definiti ācompagni di avventura’, l’artista cattura, in un convulso bianco e nero, i luoghi periferici e interdetti del panorama metropolitano e industriale “in cui le identitĆ definite si perdono e lasciano il passo a infinite possibilitĆ ”.
Ć qui l’esperienza stessa, come sottolinea Chiara Pirozzi, a porsi come creatrice di rapporti āculturali e sociali, sconosciuti e inaspettati’.
Nonostante Polici sia materialmente dietro la macchina fotografica e quindi “testimone” degli eventi, il suo personale coinvolgimento emotivo segna in modo indelebile un lavoro in grado di restituire visivamente l’adrenalina del momento e l’imprevedibilitĆ del suo epilogo.
Il fotografo stesso racconta di fughe repentine, provocate dal suono improvviso di un allarme, e di lunghe attese, che lui stesso ha vissuto nascosto insieme agli altri street artist, nel tentativo di non farsi cogliere in flagrante dalla vigilanza, di cui si percepisce l’avvicinarsi nella velocitĆ di una messa a fuoco instabile.
Il movimento di quel āviaggio negli spazi intestinali della metropoli’ ĆØ ulteriormente enfatizzato dall’artista tramite il video presente in mostra.
Costruito su un’assonanza con le telecamere di sorveglianza, riproduce in loop l’esperienza errante dei writers.
Polici si fa, quindi, protagonista e comparsa di un universo subordinato, la cui voce corre inesausta da una nicchia verso il mondo emerso, di cui la Galleria del Cembalo si propone una moderna cassa di risonanza.
Valerio Polici vive a Roma e inizia la sua ricerca fotografica con il progetto Ergo Sum. Successivamente partecipa a āLAB/per un laboratorio irregolare’ di Antonio Biasucci. In una mostra collettiva del 2017, la Galleria del Cembalo espone i suoi primi lavori, in cui emerge con forte evidenza come la fotografia sia giĆ per Polici lo strumento privilegiato di un viaggio a ritroso, attraverso il quale sublimare le paure e riconciliarsi con il proprio io. A due anni di distanza, il suo lavoro ritorna e prosegue, rafforzato, nella stessa direzione. Ergo Sum ĆØ stato giĆ esposto alla Biennale di Venezia nel 2016 e al MACRO di Roma nel 2017.



