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Vercelli – Eventi e luoghi di interesse
lunedì 1 Gennaio 2018 - giovedì 31 Dicembre 2020
sede: Varie Sedi (Vercelli).
Città d’arte, Vercelli è l’undicesima città della regione per numero di abitanti, situata sulla sponda destra del fiume Sesia, ed è da sempre un importante centro agricolo e commerciale, nello specifico per il commercio del riso in tutta Europa, che le è valso l’appellativo di “capitale europea del riso”, con tanto di Stazione Sperimentale di Risicoltura e la Borsa azionaria del Riso, la più importante d’Italia.
Oltre il mercato risiero, l’agricoltura e l’enogastronomia, a Vercelli sono anche presenti industrie meccaniche, tessili, chimiche e alimentari. Di antica tradizione è altresì l’artigianato dell’argento.
Il centro storico sorge sull’area di un luogo fortificato romano, ed è delimitato da viali che corrono sul tracciato delle antiche mura; al di là si sono sviluppati i moderni quartieri; la manifestazione musicale di rilievo è il celebre premio internazionale Viotti (famoso violinista vercellese del XIX secolo), associato all’omonimo festival estivo.
A Vercelli sono inoltre presenti gli Uffici amministrativi, il Rettorato e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”.
La città è nota per conservare tuttora la prima traccia scritta in assoluto nella storia della lingua inglese, il cosiddetto Vercelli Book.
Sito istituzionale
https://www.comune.vercelli.it/
Eventi a Vercelli
http://www.atlvalsesiavercelli.it/
Eventi
Concorso Internazionale di Musica “Giovan Battista Viotti”
Istituito nel 1950 dal musicista e compositore vercellese Joseph Robbone, è un prestigioso concorso musicale rivolto ai giovani che appartiene sin dal 1957 al ristretto comitato (11 membri) dei fondatori della Federazione Mondiale dei Concorsi di Musica di Ginevra che raccoglie e regolamenta i più importanti concorsi internazionali di musica. Nel tempo il prestigio e la qualità dei giurati ha rappresentato un punto fermo tanto da diventare un riferimento e un trampolino di lancio per giovani artisti che hanno poi intrapreso delle carriere formidabili. Unico in Italia, ha compreso più sezioni musicali, con giurie e regolamenti separati. Si svolge nel Teatro Civico nel mese di ottobre con cadenza annuale e alterna dal 2006 un anno la sezione di Canto e l’altro quella di Pianoforte. Precedentemente tra le sezioni vi si annoverava quelle di Violino, Musica da camera, Oboe, Chitarra, Fagotto, Tromba, Danza, Composizione, Danza. Posto sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica ha visto partecipare e spesso trionfare artisti che hanno segnato la storia della musica internazionale come ad esempio Luciana Savignano, Joaquin Achucarro, Daniel Baremboim, Claudio Abbado, François Joel Thiollier, Salvatore Accardo, Luciano Pavarotti, o giurati del calibro di Carlo Maria Giulini, Arturo Benedetti Michelangeli, Franco Corelli, Birgitt Nilsson, Carl Orff, Elizabeth Schwarzkopf. Oggi è posto sotto la direzione artistica d Pietro Borgonovo e vede una presenza internazionale sempre più consistente (24 nazionalità concorrenti nel 2017). La locale Società del Quartetto che lo organizza promuove anche l’annuale stagione concertistica e il premio “Viotti d’oro”.
Viotti Festival
Il Viotti Festival è a stagione concertistica della Camerata Ducale che ogni anno richiama in città artisti di valenza internazionale come accompagnatori della Camerata o come solisti. Andrea Bacchetti, Ramin Bahrami, Banda Osiris, Renato Bruson, Richard Galliano, Katia Ricciarelli, Uto Ughi, sono solo alcuni tra i musicisti che si sono esibiti.Sorto nel 1998 per riscoprire l’opera del celebre violinista vercellese Giovanni Battista Viotti, ideatore tra l’altro del moderno archetto, dal 2009 è debutta una sezione distaccata in Florida, negli USA.
Fiera in Campo
Sorta nel 1977, la «Fiera in Campo» è una fiera agricola, specialmente rivolta ai risicoltori, in cui sono esposte macchine e attrezzature per la coltivazione. La principale caratteristica è che sin dall’origine, prima in Italia, era prevista la prova sul campo dei mezzi, per dare modo agli agricoltori di vedere direttamente in campo i trattori e le attrezzature che sarebbero poi andati ad acquistare dai rivenditori, concessionari e artigiani locali. Organizzata nel mese di marzo dall’ANGA, Associazione Nazionale Giovani Agricoltori di Confagricoltura, si svolge per tre giorni con cadenza annuale presso il polo fieristico “Vercelli Fiere” di Caresanablot e su circa 40 ettari di terreno per le prove. Conta circa 140 espositori provenienti dal centro e dal nord Italia con una media di 20000 ingressi.
La Fattoria in città
La fattoria in città è un evento che si tiene dal 2005 nel mese di maggio nell’area compresa tra l’abbazia di Sant’Andrea e Parco Kennedy dedicato alla conoscenza e promozione della campagna e dei suoi animali. Nella settimana della kermesse sono allestiti circa un centinaio di stands con i prodotti tipici del territorio e delle altre regioni italiane, delle associazioni di volontariato e artigianali. Sono inoltre organizzati decine di laboratori didattici per gli studenti. In appositi stands sono presenti decine di animali da fattoria. A corona degli eventi vengono organizzati concerti gratuiti con l’esibizione di cantanti o gruppi di rilievo nazionale. Le presenze dei visitatori nel 2017 sono attestate a circa 40000.
Musei
Museo Borgogna
Il Museo Francesco Borgogna ospita una vasta collezione di pittura, scultura, arti decorative, lastre fotografiche. La sua collezione di pittura, rappresenta per importanza, qualità e quantità di opere la seconda pinacoteca del Piemonte dopo la Galleria Sabauda di Torino. Fondato nel 1907 per legato testamentario di Francesco Borgogna, filantropo e collezionista di opere d’arte, è collocato nella sua abitazione, palazzo Ferrero, costruito in forme neoclassiche nel 1836. Sorto come Casa museo, dopo l’allestimento di Vittorio Viale e i riallestimenti successivi, oggi custodisce circa 800 opere, esposte in ordine storico-cronologico su tre piani.
Le opere coprono un arco cronologico che spazia dal XV al XXI secolo. Oltre alle prestigiose testimonianze rinascimentali della scuola vercellese, vi sono opere di importati artisti quali il Sodoma, Bernardino Luini, Carracci, Tiziano, Grien, Bosschaert sino a opere di prim’ordine dell’800 italiano ed europeo. Da segnalare inoltre l’importanza delle testimonianze di arti decorative, dalle porcellane di Dresda sino ai mosaici minuti romani.
Museo Leone
Il Museo Leone ospita una importante collezione di reperti archeologici, cimeli, arti decorative, mobili, armi nonché una pregiata raccolta di cinquecentine e libri antichi. Fu inaugurato nel 1910 presso il barocco Palazzo Langosco per volontà testamentaria di Camillo Leone, notaio, collezionista e profondo conoscitore di storia locale con l’intento di custodire e tramandare le memorie storiche vercellesi insieme con quello di raccontare la storia umana e i suoi sviluppi. Sotto la direzione di Vittorio Viale il museo incominciò ad assumere la conformazione attuale ma fu solo nel 1939 che su progetto di Augusto Cavallari Murat fu raccordato palazzo Langosco con la cinquecentesca Casa Alciati. Tale manica di raccordo rappresenta un pregevole esempio di architettura museale razionalista. Tra i tanti oggetti esposti spiccano il medioevale cofanetto appartenuto al cardinal Guala Bicheri, i mosaici e il calco del portale provenienti dall’antica Cattedrale di S. Maria Maggiore e la famosa stele celto-latina custodita nell’imponente Sala Romana. Tale stele ha aperto la mostra sui Celti a Palazzo Grassi di Venezia del 1991.
Museo del tesoro del duomo
Il Museo del tesoro del duomo ospitato nel palazzo arcivescovile raccoglie una serie di opere d’arte orafa, tessile, pittorica e scultorea provenienti dal patrimonio della cattedrale di Vercelli, nonché una collezione di reliquiari tra le più importanti del nord d’Italia. È condotto dalla Fondazione Museo del Tesoro del Duomo ed Archivio Capitolare che gestisce anche l’attigua Biblioteca capitolare che custodisce tra i suoi numerosi manoscritti il Vercelli Book. Tra i tanti preziosi oggetti spiccano il riempimento originale del crocifisso ottoniano, le antiche legature dei Codici denominati A e C, una pianeta e altri paramenti donati alla chiesa vercellese da Giulio II. Nella pinacoteca del palazzo sono inoltre visibili importanti tavole pittoriche di scuola vercellese, come ad esempio dipinti di Bernardino Lanino o della bottega dei Giovenone o ancora opere di Francesco Antonio Mayerle.
MAC – Museo Archeologico Città di Vercelli “Luigi Bruzza”
Il Mac – Museo Archeologico Città di Vercelli, è stato inaugurato nel 2014 per iniziativa del Comune di Vercelli e ha sede nella manica medioevale dell’ex Monastero di Santa Chiara. È stato intitolato al padre barnabita Luigi Bruzza (1813-1882), pioniere e eminente studioso dell’archeologia locale. Il percorso si snoda lungo sette sale e racconta, in maniera innovativa e multimediale seguendo l’ordine cronologico, l’evoluzione di Vercelli e del suo territorio. Gli oltre 600 reperti provenienti da scavi effettuati in città e provincia illustrano sia la progressiva romanizzazione delle popolazioni locali preromane, sia le varie fasi delle romanizzazione sino a che Vercellae divenne uno dei “firmissima Municipia” della Transpadana, come la definì Tacito (Hist., i, 70). Vale a dire una grossa e ricca città caratterizzata da imponenti edifici e al centro di importanti traffici e scambi commerciali.
Museo della Farmacia Picciòla
Il museo racconta l’evoluzione della Farmacia in duecento anni di storia. La raccolta che oggi consta di circa 2000 oggetti ed è esposta in un percorso di sei sale arredate con mobili d’epoca, incominciò nel 1799, anno della fondazione della Farmacia Picciòla di Trieste. Tale raccolta è confluita per iniziativa privata a Vercelli.
Museo del Teatro
Ospitato nel Ridotto del Teatro Civico espone un’ampia collezione di manifesti, locandine, costumi di scena, spartiti, incisioni che raccontano la vita del teatro dagli anni ’50 a oggi. In particolare modo vita legata al Concorso Internazionale di Musica G.B.Viotti e ai giovani concorrenti illustri che ha visto calcare il palco e che hanno intrapreso una lunga e straordinaria carriera come ad esempio Luciano Pavarotti, Daniel Barenboim, Claudio Abbado.
ARCA – Arte Vercelli
Realizzato nel 2007, è un innovativo polo espositivo progettato da Ferdinando Fagnola e collocato nella navata centrale della ex chiesa di San Marco. La struttura moderna “dialoga” con il restante spazio medioevale tramite sia la sua copertura in vetro che consente la visione delle volte a crociera, sia tramite gli spazi laterali, lasciati vuoti dove si possono ammirare gli affreschi recentemente recuperati. Tra le mostre di importanza internazionale, ha ospitato in collaborazione con la Fondazione Peggy Guggenheim un ciclo di sei mostre.
Museo metrico
Ospitato all’interno della sede della Camera di Commercio, interessante edificio moderno progettato dall’architetto Enrico Villani nel 1972, espone una serie di oggetti di pregio utilizzati dall’ente per la misurazione. Oggetti di grande valore storico che raccontano non solo la storia dell’ente ma anche la storia economica del territorio.
Siti Archeogici
L’anfiteatro romano
Risalente al I-II secolo d.C., e in parte demolito a causa dell’urbanizzazione, si trova tra viale Rimembranza e Corso de Rege. A pianta ellittica con diametro maggiore di 120-130 metri, è tornato parzialmente alla luce già nel 1565 durante i lavori di ampliamento della Cittadella voluti da Emanuele Filiberto.
Dalle stime sulle porzioni ancora integre sarebbe stato uno degli anfiteatri più grandi del mondo: il suo ellisse supererebbe di 50 metri quello di Verona.
Monumenti e luoghi d’interesse
Vercelli, dopo Torino e insieme con Asti, è una delle principali città d’arte del Piemonte in quanto custode di un ricco patrimonio artistico e architettonico. Nonostante la presenza di alcune pesanti alterazioni del dopoguerra, chiese, torri, piazze e palazzi caratterizzano il centro storico medievale della città.
Architetture religiose
Abbazia di Sant’Andrea
L’abbazia è il simbolo di Vercelli e il suo monumento più insigne. La basilica costruita in soli nove anni tra il 1219 e il 1227 per volere del cardinal Guala Bicheri, occupa un posto di rilievo nella storia dell’arte poiché è uno dei primissimi esempi di gotico d’oltralpe presenti in Italia, splendidamente fuso con lo stile romanico lombardo.La facciata a capanna è stretta all’estremità da due svettanti campanili cuspidati ed è rivestita in pietra verde di Varallo. La stessa è percorsa in orizzontale da due ordini di loggette al di sotto delle quali si apre il grande rosone. Due dei tre portali d’ingresso strombati presentano lunette di scuola antelamica. Le strutture in puro gotico invece esaltano il maestoso interno a tre navate con un altissimo transetto, mentre all’incrocio si eleva la torre ottagonale del tiburio. Tra le costruzioni dell’abbazia spiccano il chiostro con decorazioni rinascimentali e la notevole Sala capitolare. Tra le opere d’arte oltre al coro intarsiato del 1511 notevole è la Tomba del primo abate, l’esegeta Tommaso Gallo, con affreschi del XIV secolo.
Duomo di Vercelli (Basilica Cattedrale Metropolitana di Sant’Eusebio)
L’imponente Cattedrale neoclassica che si può ammirare oggi è il risultato finale di vicissitudini architettoniche che incominciarono a partire della fine del IV secolo per volere di Sant’Eusebio primo vescovo di Vercelli e del Piemonte. Egli fece edificare in un’area necropolare ai margini della città una chiesa dedicata al primo martire cristiano locale, San Teonesto, sostituita poi da una grandiosa basilica paleocrisitana (V sec. e sgg.) su modello di San Pietro antico di Roma. , dotata di Capitolo e sede di un importante scriptorium. Di essa ci rimangono il severo campanile romanico (XII sec.) ma soprattutto il grandioso crocifisso in lamine d’argento, capolavoro dell’arte ottoniana (X sec.). Durante la Controriforma si decise di abbattere il vetusto edificio partendo dall’abside che fu ricostruita nel 1570 su progetto di Pellegrino Tibaldi insieme con le sacrestie. Fu poi costruita la cappella del Beato Amedeo IX da Michelangelo Garove, allievo del Guarini e sempre a cura di architetti della corte sabauda proseguiranno i lavori con la costruzione delle tre navate, delle cappelle laterali e dell’atrio neoclassico su disegni di Benedetto Alfieri. Nel 1860 infine fu innalzata la cupola.
Chiesa di San Cristoforo
Costruita nel 1515, questa chiesa vanta splendidi capolavori di Gaudenzio Ferrari, il più illustre esponente della pittura rinascimentale piemontese. Oltre alla pala d’altare della Madonna degli Aranci, l’artista valsesiano ha realizzato un vasto ciclo di affreschi rappresentanti le Storie di Maria Maddalena, le Storie di Maria Vergine, la Crocifissione, l’Assunzione della Vergine nonché un elegante fregio a grottesche. Nella pala d’altare vi è dipinta una delle prime rappresentazioni pittoriche del violino. L’edificio sacro conserva la struttura cinquecentesca con facciata di impronta rinascimentale, la divisione in tre navate con tiburio, transetto e vasto presbiterio. Questo è separata dall’aula da un’elegante balaustra realizzata su disegno di Filippo Juvarra (1730), mentre la volta e le pareti sono state affrescate tra il 1742 e il 1746 a trompe l’oeil dai fratelli Giovannini da Varese. Sempre allo stesso periodo risalgono il pulpito, gli stalli del coro, i confessionali e gli armadi della sacrestia, raffinati lavori barocchi a intaglio. Da segnalare inoltre il pregevole crocifisso ligneo dell’altare maggiore, un crocifisso gaudenziano del XVI secolo, la cappella laterale della navata destra riproducente fedelmente la Santa Casa di Loreto e le tele del Mayerle conservate in sacrestia.
Chiesa di San Giuliano
La tradizione vuole che le chiesa sia antichissima e che S. Eusebio vi abbia trovato rifugio quando fu perseguitato dagli ariani. A ricordo di tale fatto, per consuetudine, i vescovi prima di prendere possesso della carica, giunti in città vestivano in questa chiesa gli abiti pontificali per poi raggiungere in processione dapprima Santa Maria Maggiore e infine il Duomo. Sita sul Corso Libertà mantiene il tradizionale orientamento est-ovest. Rimaneggiata nel corso dei secoli all’interno sulle colonne presenta interessanti affreschi di Girolamo Giovenone e di Bernardino Lanino. Sempre lo stesso autore dipinse nel 1547 la Deposizione presente in copia (l’originale è nella Pinacoteca Arcivescovile). Vi sono anche un’Adorazione dei Magi e una Resurrezione di scuola Gaudenziana. Murata nel campanile c’è una testina proveniente da una statua romana.
Basilica Concattedrale di Santa Maria Maggiore
Sotto lo stesso titolo sita circa a 100 metri di distanza sorgeva la prima chiesa cristiana della città (IV sec.) nonché prima cattedrale. Ricostruita nel XII sec. custodiva opere d’arte di grande pregio. Demolita nel 1777 non restano che frammenti del mosaico pavimentale ed il portale romanico. La costruzione dell’attuale edificio invece fu incominciata nel 1741 su incarico dei Gesuiti e su disegni di Filippo Juvarra. Assunse in seguito allo scioglimento dell’ordine il titolo, il rango di Basilica e di Concattedrale della precedente chiesa.
Chiesa di San Paolo
La costruzione della chiesa è incominciata nel 1260 per volere dei padri domenicani. Del primitivo edificio rimangono la facciata a capanna in laterizio con rosone e le prime tre campate di forme gotiche. Nel XVIII secolo le restanti due campate e l’abside sono state ricostruite in forme tardobarocche. Nell’interno si conservano due opere di Bernardino Lanino, una Natività e la pala d’altare, la Madonna delle Grazie. Dipinta nel 1568 è racchiusa in una cornice dorata sormontata dallo stemma civico poiché il dipinto è stato commissionato dalla Città come ex-voto per la liberazione dalle truppe francesi. In un ambiente di passaggio verso la sacrestia è affrescata una Teoria di Santi del XIV secolo. Imponente il campanile quattrocentesco con eleganti bifore e sormontato da una cuspide ottagonale.
Chiesa di San Bernardo
La chiesa è il più antico monumento ecclesiastico esistente in Vercelli, eretto in forme romaniche tra il 1151 e il 1168. La caratteristica facciata a capanna in laterizio, le sculture della stessa e i capitelli interni costituiscono un’importante testimonianza della scultura locale del XII secolo. È sede di un importante centro di devozione popolare mariana, il Santuario Diocesano della Madonna degli Infermi che secondo la tradizione avrebbe liberato nel 1630 la popolazione dalla peste. Per contenere il crescente flusso di fedeli venne ampliata nel corso del XIX secolo demolendone purtroppo il tiburio e l’abside. Infine nel 1896 ci fu un secondo ben più ampio ampliamento su progetto di Giuseppe Locarni in stile neoromanico.
Chiesa di Santa Chiara
Progettata da Bernardo Antonio Vittone nel 1754 in puro stile barocco ora è adibita a spazio espositivo. La facciata elegante e slanciata presenta raffinati motivi curvilinei che rendono all’esterno i movimenti interni della pianta. L’interno è estremamente luminoso con armonico sviluppo verticale. L’impianto è esagonale con angoli convessi smussati, la decorano vivaci affreschi e stucchi. Il complesso monastico fatto costruire dalle Clarisse si compone di un cortile dove si può ammirare l’ambulacro absidale progettato da Ignazio Galletti, il monastero ora sede della Scuola Comunale di Musica Vallotti e la manica medioevale ora sede del MAC Museo Archeologico Città di Vercelli “Luigi Bruzza. Annesso alla chiesa vi è inoltre il chiostro gotico di San Graziano.
Chiesa di San Marco
Un tempo una della chiese più importanti e vaste della città, sede delle sepolture della famiglie più illustri dopo enormi rimaneggiamenti ora è sede di un importante spazio espositivo. Iniziatasi nel 1266 presenta un interno a tre navate sorrette da pilastri cilindrici. Con la soppressione napoleonica degli ordini monastici conobbe vari usi sino a diventare mercato coperto, per questa sua destinazione fu snaturata la facciata e rialzato il pavimento. Negli anni 2000 è incominciato il recupero dell’edificio che ha comportato la scoperta di un vasto ciclo di affreschi che si stanno restaurando.
Seminario arcivescovile
Fondato nel 1572-87 per volontà del vescovo Francesco Bonomi, è costituito da una serie di edifici la cui parte più antica è stata progettata da Filippo Juvarra. Vale a dire l’elegante cortile interno e la facciata posteriore in cotto. Nel salone di Sant’Eusebio sono altresì conservati affreschi di Bernardino Lanino con Scene dell’Eneide. Il Seminario ospita inoltre le Biblioteche Agnesiana e Diocesana che custodiscono un ricco patrimonio di pergamene e libri antichi.
Palazzo Arcivescovile
Sorge addossato al Duomo in piazza D’Angennes ed è la residenza arcivescovile da almeno sette secoli. Nella facciata sono visibili vaste porzioni di finestroni rinascimentali in cotto mentre nei cortili interni si notano bifore e trifore murate. Molti ambienti sono decorati con affreschi a grottesche e soffitti a cassettoni e nella Sala del Trono vi è affrescata la Cronotassi aggiornata degli Arcivescovi. Per la sua importanza ha ospitato molti Duchi di Savoia nei loro periodi di permanenza in città. Attualmente vi hanno sede il museo del tesoro del Duomo e l’archivio e la Biblioteca Capitolare.
Architetture civili
Palazzo Centori
Realizzato nel XV secolo è considerato il più bel monumento laico del Rinascimento vercellese. Dimora della famiglia patrizia dei Centori ha conservato lo straordinario cortile interno in stile bramantesco, unico esempio in Piemonte. La corte rettangolare è formata da dieci colonne che sorreggono archi a tutto sesto, il loggiato sovrastante ha doppio numero di colonne e medesimi archi. Su di questi poggiano i pilastri che sorreggono la volta. Interessante risulta l’apparato decorativo: la decorazione a fresco posta tra gli intradossi e i timpani è espressione della cultura umanistica del tempo. Le arcate sono profilate da risalti in terracotta e sotto il parapetto vi è un cornicione anch’esso in terracotta. Tra un’arcata e l’altra sono affrescate teste di Imperatori mentre i due fregi tra un piano e l’altro presentano motivi mitologici. Dopo secoli di declino il palazzo venne acquistato dal Comune e interamente restaurato tra il 1929 e il 1934. Fu Carlo Nigra che progettò la facciata in stile quattrocentesco mentre Carlo Cussetti con metodo ricostruttivo restaurò le superfici affrescate. Dopo i restauri conclusosi nel 2017 sarà destinato a scopi culturali.
Salone Dugentesco
Preceduto da un porticato ad archi ogivali, il Dugentesco fu fondato nel 1223. In origine era l’ospitale che accoglieva i pellegrini. L’ingresso è sormontato da una lunetta dipinta del ‘200. La sala ampia, divisa longitudinalmente in tre navi con volte tardogotiche e pilastri cruciformi, conserva un affresco del XVI secolo. Oggi il salone è utilizzato per eventi culturali e musicali.
Teatro Civico
L’idea della costruzione di un teatro dell’aristocrazia vercellese nacque durante il periodo della dominazione francese. La nascita del teatro è da collegarsi alla nascita di una società di nobili cittadini vercellesi che affidò all’architetto Nicola Nervi la progettazione di quello che costituirà il teatro in uso fino agli anni venti. L’apertura nel 1872 di un altro teatro cittadino, il Fachinetti (futuro Teatro Verdi) provoca un progressivo declino dell’attività del Teatro Civico sino alla sua distruzione nel 1923 causata da un incendio doloso. Si decise allora di ricostruirlo sullo stesso luogo, in via Monte di Pietà. L’attuale teatro progettato da Guido Allorio, Paolo Verzone e Giuseppe Rosso è un teatro all’italiana con vasta platea e un solo ordine di palchi sovrastato dalla galleria per un totale di circa 800 posti di capienza. Fu inaugurato i 28 ottobre 1931 con L’Aida di Giuseppe Verdi.
Per quanto riguarda l’offerta musicale è da sottolineare il famoso Concorso Internazionale G. B. Viotti e il Viotti Festival che ogni mese ospita i più celebri musicisti insieme con l’Orchestra della Camerata Ducale.
Palazzo Avogadro della Motta
Accanto a Palazzo Mella sorge il palazzo Avogadro della Motta fatto costruire nelle forme attuali dal conte Eusebio nel 1781 su progetto del torinese Michele Richiardi. Sul frontone centrale campeggia lo stemma degli Avogadro, una delle più illustri famiglie locali. In questo palazzo soggiornarono diversi personaggi illustri tra i quali Napoleone nel 1800 e nel 1805, re Carlo Felice nel 1828 e nel 1831, Vittorio Emanuele II nel 1859 e il Conte di Torino nel 1902. Come riportato in una lapide posta sulla facciata, proprio durante il soggiorno di Napoleone, grazie alla intercessione del vescovo Carlo Filippa di Martiniana, proprio qui incominciarono le trattative che portarono al Concordato tra la Santa Sede e l’Impero Francese.
Palazzo Bartolomeo di Gattinara
Il Palazzo, sito in via Camillo Leone, conserva una facciata dalla pure linee rinascimentali. Al primo piano si aprono sette finestroni incorniciati e spartiti da croce guelfa mentre sul portale si legge che Bartolomeo da Gattinara lo fece costruire per sé, per i suoi amici e i posteri nel 1541. Bartolomeo (1480-1544) appartenete alla famiglia patrizia dei Gattinara, cugino di Mercurino, gran cancelliere di Carlo V, ebbe una vita avventurosa. Fu giureconsulto, cancelliere del Regno di Napoli, consigliere di Carlo II di Savoia e assistette persino al Sacco di Roma del 1527.
Palazzo Murazzano
In piazza D’Angennes, sul luogo ove sorgeva l’ospedale medioevale di Santa Brigida degli Scoti, istituzione sorta per accogliere i pellegrini in cammino sulla Via Francigena provenienti dalle Isole Britanniche, sorge ora il Palazzo Murazzano. La vasta costruzione seicentesca ha facciata in cotto ed è scompartita da dieci lesene con il portone d’ingresso sormontato da una balconata sorretta da quattro colonne. Notevole lo scalone d’onore. Ora è sede della casa madre delle Suore di Loreto.
Palazzo Montanaro di Viancino
Sorge nella centrale via Verdi ed è un elegante esempio di barocco piemontese, fatto costruire nel 1753 presenta la facciata a mattoni a vista. Alcuni critici ne hanno attribuito il disegno a Benedetto Alfieri.
Le torri
Torre dell’Angelo
Sorge nella centrale Piazza Cavour che domina con la sua mole. Per la sua forma caratteristica è uno degli emblemi della città. Sulla base quadrata romanica è stata elevata tra la fine del XIV e il XV secolo il corpo ottagonale, che termina con delle lunghe piombatoie che formano un terrazzino. Al di sopra di queste esisteva una torretta in legno che fu poi sostituita nel 1875 dall’attuale sopraelevazione dotata di finestroni e merlatura. Sull’origine del curioso nome, attestato sin dal XVIII secolo, sono state elaborate nei secoli varie ipotesi, connesse tradizionalmente a un miracolo compiuto da San Mauro in città.
Torre dei Centori
La torretta semplice, di forma ottagonale, con festonature in mattoni, è visibile solo da Volto dei Centori, caratteristica vietta medioevale in parte coperta che attraversa l’isolato appartenuto all’omonima famiglia gentilizia. Ha caratteri tardo gotici che la fanno datare al XV secolo mentre il cortiletto dove sorge ha seppur murate, porzioni di porticati e loggiati del XVI secolo.
Torre Comunale
Costruita nel XII secolo, si è ipotizzato appartenesse alla nobile famiglia dei Vialardi e venne nel XIII secolo acquistata dal Comune. Da quel momento divenne la Torre di Città, sede dell’Archivio Comunale e parte integrante del complesso del Broletto. Alta 38 metri, la più alta tra le torri gentilizie, ha un aspetto disadorno, severo e austero evocante il passato glorioso del Libero Comune. Già nel 1377 si ha notizia di un orologio installato su di essa, molto probabilmente il primo in Piemonte, una costosa novità per l’epoca. Inoltre vi erano tre campane, utilizzate non solo per battere le ore ma anche per avvertire la cittadinanza in caso di pericolo o di assemblee. Dopo che il Comune spostò la propria sede (1802) rimase comunque un riferimento per la città tanto che vi fu posta alla base base verso via Gioberti nel 1924 la grande lapide dedicata alle numerose Medaglie d’oro della Provincia di Vercelli. Sempre nel XX secolo furono necessari lavori di consolidamento siccome lo strapiombo verso Piazza Palazzo Vecchio raggiunse quasi un metro e vennero rimossi orologio e campane. Sino al 1821 era caratterizzata da un’altissima guglia di 20 metri che fu distrutta da un fulmine e non più ricostruita.
Torre di San Marco
A lungo ritenuta la torre superstite di un castello della famiglia Avogadro, è il campanile della ex chiesa di San Marco, con la cui abside gotica forma un suggestivo scorcio su via Verdi. Databile al XIII secolo è di forma ottagonale e non ha subito rimaneggiamenti. Decorata da una sola fila di archetti pensili intrecciati e da una semplice lesena di rinforzo agli angoli, termina in tronco, incompleta. La critica più recente ha evidenziato analogie con il campanile dell’Abbazia di Lucedio.
Torre dell’Orologio
La torretta sita in piazza Cavour era in origine il campanile della chiesa di San Tommaso, chiesa sconsacrata nel 1820. Nel 1856 fu installato l’orologio e la torre fu ornata da cornicioni e sormontata da un terrazzino con balaustra in ferro battuto.
Torre dei Tizzoni
Risalente al XV secolo, prende il nome dalla famiglia Tizzoni e forma con il palazzo attiguo un unico complesso. La torre ha base quadrata e sviluppo ottagonale, con piombatoie e un piano sovrastante con bifore decorate da archi in cotto. Due pesanti restauri del 1874 e del 1935 ne hanno alterato l’aspetto originario. Il palazzo presenta grandi porzioni di finestre e decorazioni in cotto nonché un cortile con porticato e loggiato del XVI secolo. Nell’ampio salone al piano inferiore è presente un ciclo di affreschi realizzati intorno al 1605 attribuiti a Guglielmo Caccia detto il Moncalvo dal tema “Gli dei e le muse in Parnaso”.
Torre dei Vialardi
La torre della famiglia Vialardi, famiglia patrizia che si trasferì nella località dove sorge dopo il 1204, presenta delle forti analogie con le altre torri ottagonali cittadine. In laterizio a pianta ottagona si chiude in alto con piombatoie poco sporgenti sulle quali si innesta un piano caratterizzato dalle finestre ogivali con archi in cotto Elegante e semplice, è quella che conserva maggiormente i caratteri originari della costruzione non essendo stata manomessa posteriormente. Il cortile interno sottostante dell’omonimo palazzo custodisce evidenti tracce di un porticato rinascimentale con affreschi deteriorati.
Architetture militari
Il Castello Visconteo
Il Castello, a pianta quadrangolare, fu edificato nel 1290 per volontà di Matteo I Visconti e divenne successivamente residenza sabauda. Nel 1472 vi morì nella torre sinistra della facciata il beato Amedeo IX che venne poi seppellito nell’omonima cappella del Duomo. In un secondo tempo vi risiedette il Governatore militare della città e fu gravemente danneggiato nell’assedio spagnolo del 1638. Fu adattato nel corso del XIX secolo a sede delle carceri e dal 1838 del tribunale che ancora oggi è ospitato tra le sue mura.
Turismo
Analizzando i dati sulle presenze turistiche in provincia emerge che negli ultimi venti anni vi è stato un costante aumento degli afflussi turistici verso Vercelli e il suo circondario. Il cospicuo patrimonio storico-artistico e museale e il caratteristico paesaggio di risaia, specialmente nel periodo primaverile degli allagamenti per l’irrigazione, costituisce una risorsa importante seppure le sue potenzialità siano ancora sottoutilizzate e i soggiorni avvengano per periodi brevissimi di tempo. Per esempio relativamente al biennio 2013/15 riguardo a soli tre musei (Borgogna, Leone, Tesoro del Duomo), i visitatori sono saliti da 13.695 a 19.602.
Un’altra voce importante del turismo in costante crescita è quella riguardante il percorso della Via Francigena o Romea. Tappa menzionata già nel 990 nell’Itinerario di Sigerico attualmente ospita due ostelli e segnaletica dedicata per i viandanti. Il numero dei pellegrini ospitati presso il solo Hospitale Sancti Eusebi nel 2017 (943 presenze) è a oggi già superiore rispetto al dato di tutto l’anno 2016 (864 presenze).
Via Francigena
Vercelli è una delle tappe importanti della Via Francigena, cammino di pellegrinaggio per Roma, in quanto punto di incontro del percorso proveniente dal Monginevro e da Torino e di quello proveniente dal Gran San Bernardo e da Aosta e Ivrea.
Si trova una menzione di Vercelli (XLIII Vercel. – numero di tappa, da Roma) nel 990, nella descrizione dell’itinerario storico di Sigerico.
La città mantiene vivo il ruolo centrale che la sua posizione storica le ha attribuito lungo la Via Francigena, essendo membro dell’Ufficio di presidenza dell’Associazione Europea delle Vie Francigene.
Vercelli e la Divina Commedia
Vercelli è la città piemontese e una delle città dell’Italia nord-occidentale cui Dante ha riservato la maggiore attenzione, e ciò rende più plausibile una sua permanenza a Vercelli. Dante ha ricordato Vercelli non per un’astratta notazione geografica, ma per delineare un paesaggio naturale armoniosamente composto, capace di suscitare sentimenti intensi. La citazione di Vercelli nella Divina Commedia è di tale natura, che lascia supporre che il poeta abbia percorso la terra vercellese, e abbia osservato il suo digradare dalle Alpi da occidente e il suo estendersi a oriente, dando principio alla pianura padana:
“O tu cui colpa non condanna e cu’io vidi su in terra latina, se troppa simiglianza non m’inganna, rimembriti di Pier da Medicina. Se mai torni a veder lo dolce piano che da Vercelli a Marcabò dichina”. Inf. XXVIII, 70 – 75
Vercelli. (22 dicembre 2018). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 25 dicembre 2018, 12:12 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Vercelli&oldid=101673328.