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Vibo Valentia – Eventi e luoghi di interesse

lunedì 1 Gennaio 2018 - giovedì 31 Dicembre 2020

Vibo Valentia - Eventi e luoghi di interesse

sede: Varie Sedi (Vibo Valentia).

Vibo Valentia è il comune più popoloso della cosiddetta costa degli Dei o Costa bella collocandosi all’ottavo posto nella classifica dei comuni calabresi. L’area urbana vasta composta da vari comuni polarizzati su Vibo Valentia conta 87.245 abitanti.
La città di Vibo ha una storia lunga oltre 8.000 anni, è anche stata capoluogo della Calabria Ultra e tesoreria delle Calabrie (Ulteriore e Citeriore).

Sito istituzionale
http://www.comune.vibovalentia.vv.it/

Eventi a Vibo Valentia
http://www.comune.vibovalentia.vv.it/_ns/?q=eventi

Eventi

I riti della Pasqua
Il mercoledì Santo viene celebrata l’Opera Sacra, cioè la passione vivente di Cristo. Il giovedì Santo, le chiese allestiscono i “Sepolcri” (altare della reposizione) che, dopo la Missa in Coena Domini, ricevono il pellegrinaggio di migliaia di persone. La tradizione, in particolare, vuole che se ne visitino in numero dispari. Il venerdì Santo, dalla chiesa del Rosario esce la processione dei Misteri Dolorosi tradizionalmente chiamata dei “Vari” dove sfilano le statue che raffigurano i vari momenti della Passione e Morte di Cristo accompagnate dalla banda che intona delle marce funebri. A tarda sera, molto suggestiva è la Processione della Madonna Desolata, partendo dalla chiesa di San Giuseppe con musica e lumi ad acetilene seguita da una marea di popolo commosso e silenzioso che accompagna per le strade cittadine la statua dell’Addolorata. La domenica di Pasqua, infine, ha luogo la cosiddetta Affruntata: tra due ali di folla la Madonna Addolorata e San Giovanni vanno alla ricerca del Cristo Risorto. Il momento più suggestivo è dato dall’incontro tra la Madonna e il Cristo Risorto: nell’attimo dell’incontro, infatti, alla statua della Madonna viene strappato il velo nero, segno del lutto, per far spazio a un vestito azzurro e bianco, simbolo della festa della Resurrezione. La tradizione vuole che, se il velo nero rimane al suo posto, grandi sciagure attendono la città. È per questo motivo che la comparsa del vestito azzurro e bianco viene salutata con un lungo applauso liberatore; segue poi una breve processione con le tre statue.

Musei

Museo archeologico statale Vito Capialbi, fondato nel 1969, dal 1995 è ubicato nelle sale del Castello Normanno-Svevo. All’interno del museo è possibile trovare reperti archeologici rinvenuti in varie aree della città, soprattutto relativi alle epoche greca e romana. Attenzione particolare merita la laminetta aurea, databile al V-IV secolo a.C., la più completa nel testo tra quelle rinvenute in Magna Grecia, che dà indicazioni topografiche e comportamentali nell’Ade per i trapassati appartenenti al culto misterico orfico-dionisiaco.

Altri Musei:
Museo dell’arte Sacra
Museo dei marchesi di Francia
Museo della tonnara
Museo della civiltà contadina
Museo di arte contemporanea Limen

Monumenti e luoghi d’interesse

Architetture religiose

Chiesa di Santa Maria Maggiore e San Leoluca (Duomo): edificata nel Seicento sui resti di un’antica basilica bizantina del IX sec., è stata restaurata dopo il terremoto del 1783 sotto la supervisione di Emanuele Paparo. Il suo impianto è a croce latina con unica navata, ornata da affreschi neoclassici ottocenteschi. Di pregio sono l’altare maggiore settecentesco, in marmo policromo, da cui spicca una scultura cinquecentesca a tutto tondo della Madonna della Neve, e un trittico marmoreo rinascimentale, opera dell’artista Gagini, raffiguranti la Madonna delle Grazie, San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena,ove è anche possibile scorgere lo stemma della potente famiglia dei Pignatelli.
Santuario della Madonna della Salute (Chiesa di Santa Ruba): sorge a metà strada fra Vibo e uno dei paesi satelliti della stessa (San Gregorio d’Ippona). Di origini antiche (venne costruita attorno all’anno 1000 da Papa Callisto II), presenta una cupola d’ispirazione orientale. È detto Chiesa di Santa Ruba dalla località Santa Ruba dove esso sorge.
Chiesa del Rosario: costruita nel 1337 in stile gotico, nella locazione di un preesistente teatro romano fu annessa al convento dei Frati Minori Conventuali. La chiesa, fu più volte ricostruita in seguito a cataclismi (come il terremoto del 1783) e conserva dell’originale stile Gotico la Cappella De Sirica Crispo; è retta dall’omonima Arciconfraternita e conserva all’interno diversi quadri dell’artista locale Giulio Rubino nonché 5 statue lignee policrome dei Misteri Dolorosi e un Cristo Risorto opera di Ludovico e Domenico Rubino (fratelli del pittore Giulio) che vengono portate in processione durante la Settimana Santa.
Chiesa del Carmine: risalente al Seicento con annesso il convento, venne ricostruita attorno al 1864 a navata unica in forma ovale. Il convento fu per molto tempo l’ospedale cittadino del popolo.
Chiesa di Santa Maria degli Angeli: costruita tra il 1621 e il 1666, dapprima annessa al convento dei Frati Minori Riformati (oggi Convitto Nazionale), è dal 1866 curata dai Padri Cappuccini. Conserva all’interno un Crocifisso ligneo detto “degli Angeli” di ignoto autore del ‘600, meta di migliaia di devoti che si recano ogni anno, per antica tradizione, in pellegrinaggio nei venerdì di marzo. In più due quadri attribuiti a Luca Giordano e la scultura Madonna con bambino di Michelangelo Naccherino.
Chiesa di San Michele: si ha traccia di questa antica chiesa, esempio di architettura rinascimentale al sud, dalla data dell’8 agosto 1519, quando il Vescovo di Mileto, Andrea Della Valle, la elevò a Parrocchia. Il campanile, su probabile disegno del Peruzzi, a torre quadrata, con tre ordini sovrapposti, aveva un orologio il cui meccanismo è stato ritrovato sul posto e sarà conservato in un museo, all’interno vi è un quadro di Luca Giordano San Michele che scaccia Lucifero. Presente anche un dipinto di Ludovico Mazzanti Estasi di Sant’Ignazio.
Chiesa di San Giuseppe: voluta dai Padri Gesuiti e annessa al collegio da loro ivi fondato, fu aperta al culto nel 1701 col titolo di Sant’Ignazio o del Gesù; conserva all’interno numerose opere pittoriche tra cui La visione di Sant’Ignazio e scultoree come il gruppo ligneo di San Giuseppe sull’altare maggiore; è sede parrocchiale unitamente alla vicina chiesa di San Michele e vi è tuttora attiva la Confraternita di Gesù, Maria e Giuseppe che cura tra l’altro la suggestiva processione della Madonna Desolata la notte del Venerdì Santo.
Chiesa dello Spirito Santo: edificata nel 1579, è tuttora sconsacrata al culto; fu il primo duomo della città prima della costruzione dell’attuale, nonché sede straordinaria e dimora, nel 1613, dell’allora vescovo Virgilio Cappone. Conservava al suo interno molte opere artistiche che, alla sua chiusura furono spostate in altre chiese della città; la parrocchia di cui era sede fu trasferita, pur mantenendo lo stesso titolo, nella vicina chiesa di Santa Maria La Nova.
Chiesa Santa Maria la Nova: costruita nel 1521 con il nome di Santa Maria di Gesù dal duca Ettore Pignatelli, ne custodisce il sarcofago. Si presenta attualmente con stili diversi e ospita al suo interno un marmo del Gagini. Durante la dominazione napoleonica fu adibita a stalla e deposito militare, fu restaurata e riaperta nel 1837 per volontà di Enrico Gagliardi. All’interno presenti opere del pittore fiammingo Dirk Hendricksz.
Chiesa di Santa Maria del Soccorso: costruita originariamente attorno al 1632, venne rifatta nel 1791 su disegni di Bernardo Morena.
La Madonnella: piccola cappella costruita sul sito dell’antico convento dei Cappuccini, chiamato appunto “li cappuccini vecchi”; annualmente vi si celebra il culto della Madonna del Buon Consiglio e di sant’Anna.
Chiesa di Sant’Antonio di Padova: chiesa del XVII sec. annessa al convento dei Frati Minori Cappuccini; all’interno vi è possibile osservare un altro affresco di Luca Giordano, La Madonna col bambino tra i Santi Anna e Felice.

Architetture civili

Palazzo Capialbi
Sito in via Ruggero il Normanno, ai piedi del Castello, il palazzo, di 1500 m², è stato costruito alla fine del XVII – inizi del XVIII secolo, su preesistenti costruzioni del 400 e 500 forse appartenenti ai Pignatelli e al governo di Monteleone.Presenta una facciata in muratura mista, a vista, su cui si apre il portale d’ingresso con arco a tutto sesto in granito, formato da conci diversamente lavorati. Al suo interno è custodita una ricca collezione archeologica e un’importante biblioteca.

Palazzo Cordopatri
Il palazzo fu fatto costruire da Antonino Cordopatri nel 1784, su alcuni ruderi di un’antica costruzione del 600 andata distrutta durante il terremoto del 1783. Ubicato nella via omonima, sorge nel cuore della Vibo vecchia ed è una fra le prime costruzioni sorte dopo il 1783, come è evidenziato dagli elementi decorativi neoclassici del prospetto principale. Lo stato di conservazione dell’edificio, soprattutto della parte centrale, è pessimo. Lesioni, parti mancanti, crepe, umidità stanno avendo il sopravvento sulle strutture murarie interne ed esterne.

Palazzo Romei
Il palazzo, ubicato in via F. Cordopatri, venne costruito alla fine del Quattrocento da Giovanni Andrea Romei su progetto di L.B. Alberti. L’edificio ha la forma di un parallelogramma, posto su tre livelli. Di una bellezza particolare sono i suoi balconcini con ringhiera in ferro battuto a “pancia”, realizzati con listelli volutiformi e applicazioni floreali. All’interno è visibile un affresco con lo stemma gentilizio della famiglia Sacco, in possesso del palazzo dalla metà del 1600 al 1730.

Palazzo di Francia
Il palazzo sorge sulla parte più alta di via Gioacchino Murat, via che prese questo nome per la presenza del Murat in casa del Marchese, durante il suo breve regno. L’edificio di 1800 m², ricorda vagamente alcune ville vesuviane del Settecento, come villa Campolieto e villa De Gregorio a Roma, per alcuni spunti della facciata, e per la concezione dell’atrio opposto all’entrata del parco. Elementi Vanvitelliani concorrono a darne un gusto chiaramente classico. Il palazzo da poco più di un decennio è sottoposto a vincolo di tutela unitamente al parco.

Palazzo Gagliardi
Alla fine del XVIII secolo, sull’area occupata precedentemente dalla Chiesa dei SS: Marco e Luca, sorgeva il primo palazzo Gagliardi, di dimensioni ridotte e che aveva pregevoli pitture del Paparo e del Pagano. Nel 1860 vi soggiornò Giuseppe Garibaldi, come è ricordato da una lapide sull’attuale facciata. L’edificio venne demolito nel XIX secolo per dar posto a un altro più grande. Fu donato nel 1952/53 all’Associazione per il Mezzogiorno per utilizzarlo a scopi culturali e successivamente dall’Associazione passò al Comune della città. In passato ha ospitato il Museo archeologico.

Palazzo Marzano
Palazzo Marzano sorge al centro del quartiere Marzano, nei pressi della chiesa di S. Michele. È di proprietà della famiglia Marzano sin dal 1658.Il palazzo a forma di E, ha un certo valore artistico soprattutto per il bellissimo portale d’ingresso, formato da una serie di cornici allineate verticalmente. Nella struttura del palazzo non sono state effettuate modifiche sostanziali. Un piccolo intervento si ebbe nel 1700 quando, per motivi di eredità, venne realizzata una parete divisoria nella sala principale.

Palazzo Stagno d’Alcontres
Il palazzo apparteneva alla famiglia di Francia, quando nel 1927 conflui` nel patrimonio della famiglia messinese degli Stagno per lascito testamentario del Cav. Antonio di Francia alla nipote Teresa Stagno d’Alcontres.

Palazzo Gagliardi – oggi Murmura
Il palazzo fu fatto costruire dai Marchesi Gagliardi, passando poi all’attuale famiglia in seguito al matrimonio di un rappresentante della stessa con Antonietta Gurgo vedova Gagliardi. A due piani, di 1700 m², sorge su piazza Garibaldi, fra il palazzo Gagliardi e la Chiesa di S. Maria degli Angeli. Al piano terra due ampi portali con arco a tutto sesto immettono, attraverso un imponente androne, negli appartamenti padronali

Architetture militari

Porta e torre del Conte d’Apice (porta della cinta urbica medievale)
Arco Marzano (porta della cinta urbica medievale)

Castello normanno-svevo
Il castello sorge dov’era ubicata probabilmente l’Acropoli di Hipponion che in parte si estendeva pure sulla collina vicina. Nonostante la prima fase di costruzione della struttura venga volgarmente attribuita all’età Normanna, in realtà, essa risale al periodo Svevo quando Matteo Marcofaba governatore della Calabria venne incaricato da Federico II di ripopolare e favorire lo sviluppo della città. il castello venne ampliato da Carlo d’Angiò nel 1289 quando assunse più o meno un aspetto simile a quell’odierno. Fu rafforzato dagli Aragonesi nel XV secolo e infine rimaneggiato dai Pignatelli tra il XVI-XVII secolo, perdendo quasi del tutto la funzione militare e assumendo invece quella di abitazione nobiliare. Il secondo piano fu demolito di proposito, in quanto pericolante, a causa dei danni riportati dopo il terremoto del 1783. Il castello presenta oggi delle torri cilindriche, una torre speronata e una porta a un’arcata di epoca angioina. È oggi sede del Museo archeologico statale.

Castello di Bivona
Il castello di Bivona venne fatto edificare nella prima metà del Quattrocento da Mariano d’Alagno fratello di Ugone e di Lucrezia, governatore di Monteleone, a difesa del porto. Il castello ha una pianta più o meno rettangolare con quattro torri circolari agli angoli. Venne abbandonato alla fine del Seicento per la formazione di paludi nelle vicinanze. Da allora il castello è rimasto in totale stato di abbandono; da poco è iniziato il restauro che lo renderà nuovamente agibile.

Turismo

Il turismo è indubbiamente la voce più importante dell’economia della Provincia di Vibo Valentia, grazie alla presenza di centri costieri quali Tropea, Pizzo e Capo Vaticano (Ricadi), dotati di importanti strutture alberghiere e villaggi vacanze atti ad accogliere flussi turistici di ogni tipo. Sulla costa tra Briatico e Capo Vaticano il mare è tra i più cristallini della Calabria e il paesaggio si presta a spettacoli naturali come i tramonti sullo sfondo delle Eolie (in particolare Stromboli).

Vibo Valentia. (9 dicembre 2018). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 25 dicembre 2018, 17:42 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Vibo_Valentia&oldid=101455893.

Dettagli

Inizio:
lunedì 1 Gennaio 2018
Fine:
giovedì 31 Dicembre 2020
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

VARIE SEDI – VIBO VALENTIA
Vibo Valentia, 89900 Italia + Google Maps