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Virginia Russolo. A darkness shining in brightness which brightness could not comprehend
mercoledì 5 Marzo 2025 - sabato 12 Aprile 2025

sede: Ribot Gallery (Milano).
Ribot presenta “A darkness shining in brightness which brightness could not comprehend” (Un’oscurità che risplende nella luminosità che la luminosità non riesce a comprendere), la prima personale in galleria di Virginia Russolo (Oderzo, 1995, vive e lavora a Creta).
Il progetto include una serie di lavori inediti che raccontano e rappresentano la poetica e le ricerche più recenti dell’artista, rivolte a indagare temi quali la relazione tra l’umano e le altre specie, l’intelligenza e la capacità di adattamento dei materiali naturali, i processi di trasformazione e metamorfosi, le origini e le modalità delle pratiche rituali.
Il titolo, un verso tratto dall’Ulisse di James Joyce, potrebbe essere concepito come la prima delle opere in mostra. La sua lettura ripetuta risuona come una formula magica, un incantesimo che conduce lo spettatore in una dimensione parallela dove avviene un ribaltamento semantico e simbolico. L’oscuro “risplende” nella luce e non simboleggia più una pericolosa minaccia, diviene piuttosto una possibilità, un invito a osservare il mondo, la natura e gli esseri che la popolano da un altro punto di vista.
Questa oscurità risplendente è rievocata dalla seta bruna e rilucente che ricopre e definisce le sculture esposte. Si tratta di un tessuto emblematico – manualmente cucito su un’anima metallica e trattato con una ricetta a base di materie prime organiche – che rimanda a un’ idea di metamorfosi e diviene la materializzazione di un passaggio, di un mutamento radicale e generativo che conferisce vitalità alla forma.
Le fontane tracimanti d’acqua e i Graal, soggetti ricorrenti e altrettanto simbolici nell’immaginario scultoreo dell’artista, si alternano in galleria a un intervento plastico inedito, quasi un elemento architettonico, che attraversa gli ambienti, dal soffitto al pavimento, connettendo idealmente i due piani espositivi e infondendo un’energia palpabile e incontenibile. Questo segno/gesto a intreccio è una presenza centrale che appare come un “fulmine” iridescente, un nastro colmo di asole che rimandano alla forza indomabile della materia.
La stesso motivo a nodo si riscontra nei quadri che fanno da contrappunto formale alle sculture, composizioni astratte realizzate mediante la stesura di vari prodotti naturali e noti per le loro proprietà benefiche quali cera, resina, propoli e olii essenziali. Le opere a parete sono il risultato di processi additivi e ripetuti ritualisticamente che sperimentano modalità inconsuete e, unitamente agli altri lavori, attivano più livelli percettivi. In mostra anche l’olfatto assume un valore poiché stimolato dall’aroma particolare che le sostanze utilizzate producono, contribuendo alla costruzione di una grande opera “sinestetica” e corale.
Per l’occasione Russolo ha realizzato uno Special project in un numero limitato di esemplari tutti differenti che riprende l’idea degli Intrecci e la sviluppa su scala più piccola, ma altrettanto potente.
Immagine in evidenza
Virginia Russolo, Black Fountain 1 _ Fontana Nera 1, 2024, beeswax, wool fat, lacquer tree seed fat, plant and animal material on indigo-dyed fabric, cm 25x50x43