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Yicca 2025 – Mostra finale

sabato 7 Giugno 2025 - sabato 21 Giugno 2025
Yicca 2025 - Mostra finale

sede: Imagoars (Venezia).
cura: Massimo Toffolo, Margherita Jedrzejewska.

La mostra presenta le opere di 18 artisti finalisti del concorso “Yicca 2025”: Ana Filipovic Utovac – Croatia, Carlo Martini – Italy, Erika Godino – Italy, Hiroshi Wada – Japan, Jinyuan Zhang – China, Kasia Davies – Poland, Kohei Kimura – Japan, Krzysztof Gostkowski – Italy, Lee Niu – China, Lourdes Cordeiro – United States of America, Lulu Sherman – United States of America, Mathieu Gorelli – Italy, Mirco Ciccola – Italy, Natalia Titova – Serbia, Norah Borden – Canada, Patricia Howard – United States of America, qargo art – France, Stephen Johnston – Ireland.

Ana Filipovic Utovac glorifica il dialogo quotidiano tra interno ed esterno, tra malinconia e speranza. Nel suo dipinto “Me passenger” ci riporta una storia romantica, una veduta triste ma toccante del mondo, che spesso guardiamo ma non “vediamo” davvero. Similmente, ma con un approccio maggiormente realista, l’artista italiano Carlo Martini ci ricorda quanto importante può essere l’assenza umana per per apprezzarne il suo passaggio. Una tela ricca di dettagli, resa al meglio dallo stile proprio dell’artista. Un invito a soffermarsi ed osservare il tempo delle cose. L’installazione di Erika Godino, composta da stampe monotipo montate su dischi di legno, vengono esposte a muro le une vicino alle altre ma senza davvero unirsi. Grazie alla forma circolare degli elementi, questi non possono unirsi completamente, rimanendo come sospesi singolarmente nel loro significato catartico di estetiche e visioni proprie dell’artista e del suoi momenti di estasi grafica.

Hiroshi Wada è un abile artista e calligrafo giapponese. Nella sua ricerca della forma, si spinge a considerare non solo la forma grafica, ma anche la forma materica. Nella sua opera “Blink-02” esalta il momento in cui l’opera potrebbe perdere il suo senso materico. L’artista, nel processo meditativo e spirituale che contraddistingue la cultura orientale, ferma la disgregazione nel momento di massima estetica della materia, unendo il segno con le dimensioni.
Il dipinto di Jinyuan Zhang, “Have you figured out what to do?” rende magistralmente, grazie allo stile pittorico che contraddistingue tutte le sue opere, le scene indefinite e i momenti spiazzanti. I dubbi e le domande che probabilmente l’artista incontra nel suo quotidiano, vengono riportati perfettamente nei suoi dipinti. Un alone di mistero rende le scene sospese e celate alla comprensione di cosa sia appena accaduto o casa accadrà appena lo spettatore distoglierà lo sguardo dalla tela.

“Gossip Girls” sono le ragazze che la pittrice polacca Kasia Davies ama dipingere. La grazia dei corpi femminili, i colori mediterranei ed un’aria sicura rendono le ragazze di Kasia un perfetto soggetto. La tela si compone in modo equilibrato e i colori, divisi e ben stesi, rendono intrigante ed alquanto pop il risultato finale. Una leggero tocco vintage completa poi il piatto..
L’artista Kohei Kimura ha realizzato una piccola installazione elettro-meccanica, prendendo spunto dalla natura dell’acqua. Elemento principale della vita è molto spesso relegato ad una spiritualità assente o perlomeno scontata, viene in questa installazione esaltato. I movimenti dell’acqua, le sue trasformazioni, il suo stesso scorrere, viene affiancato ad un sistema idraulico per far suonare una piccola campanella ad ogni ricarico. La poetica delle fontanelle giapponesi in cui l’acqua muove e fa suonare dei pezzi di bambù, viene ricreata e ripresentata in chiave contemporanea.
Krzysztof Gostkowski ha realizzato un’ironica, ma alquanto attuale installazione, comparando il famoso motore di ricerca Google alla medicina dei nostri tempi. Se da un lato un blister di pastiglie da un metro e 70 centimetri, rende bene l’idea dell’ipocondria della nostra società, è sull’aspetto inquietante della nuova mania di autodiagnosi che l’artista gioca con lo spettatore, inserendo all’interno del blister pastiglie che formano la scritta Google. Che sia la medicina migliore o il peggiore dei veleni, lo scopriremo purtroppo su noi stessi.

“Folsom landscape Series” è il titolo della tela che l’artista cinese Lee Niu ha realizzato prendendo spunto dai paesaggi californiani di Folsom, resa famosa per la sua celebre prigione.
Un paesaggio spoglio e a prima vista privo di vita. Macchiato dal sangue ed illuminato da un cielo senza blu. In realtà l’artista aggiunge speranza e sparge vita sotto forma di fiori appena aperti ad indicare che anche il passato si deve piegare al corso della natura che tutto ripulisce e tutto rinnova.
Lourdes Cordeiro, pittrice americana, ci regala un delicato e al tempo stesso potente ritratto. Nella sua opera “Girl Unfinished”, viene ritratta una bambina di 10 anni, in cui si scorgono i tratti maturi della donna che forse diventerà. Un ritratto intenso e preciso ma che lascia spazio all’incompiuto, al divenire, a quei lineamenti e sguardi che vorremo già notare ma che sono ancora sospesi nell’adolescenza.
Una brillante prova di stile e maniera ci viene offerta da Lulu Sherman. Nel suo disegno a carboncino dal titolo “Purpose”, l’artista si concentra sulla natura organica del soggetto, sulla complessità dei dettagli e sulla profondità dell’obiettivo focale. Nasce così un attimo di purezza, da fermare e riportare su carta. Un poetico omaggio al corpo ed al lavoro manuale.

L’artista italiano Mathieu Gorelli dedica la sua opera “Ossequio” all’artista sudafricano Jono Dry, fonte della sua ispirazione artistica. Nasce così un disegno a grafite che incarna le suggestioni e le sensibilità che l’artista ha trovato nella sua ricerca artistica. Liberamente ispirata ad un opera di Dry è stato il punto di partenza nel suo personale percorso estetico.
Mirco Ciccola, è scultore autodidatta. La sua frequentazione della scuola d’arte, nella sezione “arte del metallo”, ha comunque influito sulla sua manualità e competenza artistica. Ne è la prova la sua scultura “Sei mia”. Usando materiali diversi, come terracotta, bronzo e ferro ossidato, ha dato vita al volto del suo soggetto. Dall’apparenza tribale o forse regale, il soggetto e i lineamenti del suo volto vengono volutamente rovinati, rendendo la vera natura del soggetto misteriosa ed affascinante.
L’artista grafica serba Natalia Titova, ci presenta un suo collage digitale dal titolo “Dream”. Il soggetto dell’opera pone l’accento sui grandi scrittori e sulla letteratura in generale, ponendoci l’interrogativo sulla validità della loro capacità o meno di fornirci risposte ai nostri dubbi esistenziali.

“Not a pipe” è una scultura a parete dell’artista canadese Norah Borden. Un opera complessa e profonda ma ottimamente presentata nella sua forma e materialità. Partendo dalla famosa opera di Magritte in cui la frase “Ceci n’est pas une pipe” ha fatto tanto parlare e scrivere, l’artista ne trasla il concetto passando per l’Intelligenza Artificiale e riportando la stessa frase alla contemporaneità. È davvero verità quella fornita dall’Ai? Fino a dove possiamo credergli e come un algoritmo può competere con la verità della materia?
Patricia Howard, pittrice americana, sembra essere ossessionata dal rapporto della tecnologia e i suoi sviluppi digitali con l’essenza umana. Trasportata dalla sua musa, la nipote adolescente, dipinge con maestria ambientazioni surreali e cinematografiche, in cui il suo iperrealismo pittorico ben si addice alla trasposizione su tela di emozioni profonde sotto luci e riflettori “holliwoodiani”.

“Qargo” è un artista contemporaneo francese la cui singolare pratica fonde costruzione fisica e linguaggio digitale. Profondamente influenzato dall’estetica giapponese, dalla cultura dei videogiochi retrò e dai sistemi modulari, utilizza esclusivamente mattoncini Lego® per creare potenti mosaici scultorei che esplorano la memoria, l’identità e la trasmissione nell’era digitale. La sua opera “The Architect of the Invisible” è il suo omaggio a Masahiro Hara, l’ingegnere giapponese che, nel 1994, inventò il codice QR.
Chiude la lista delle opere in mostra, “Horizon”, l’esecuzione iperrealista dell’artista irlandese Stephen Johnston. Nel suo mirabile disegno a matita cattura l’osservatore, accentuando il peso emotivo della scena. Un uccello diventa personaggio e simbolo, in bilico tra immobilità e volo, vita e assenza. Nessuno spettacolo qui, solo un sussurro
Massimo Toffolo

Inaugurazione
Sabato 7 Giugno 2025, ore 17:30

Immagine in evidenza
Kasia Davies (part.)

Dettagli

Inizio:
sabato 7 Giugno 2025
Fine:
sabato 21 Giugno 2025
Categoria Evento:
Tag Evento:
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Luogo

IMAGOARS
Cannaregio 883
Venezia, 30121 Italy
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