In occasione del centosettesimo anniversario della nascita di Alberto Burri riaprono, dopo due lunghi anni di intensi e studiati lavori di risistemazione, riqualificazione e di restauro, gli Ex Seccatoi del Tabacco.
Alla presenza degli organi statutari della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, presidente e comitato esecutivo, composto da Bruno Corà, Tiziano Sarteanesi e Stefano Valeri, la sede espositiva è stata presentata, completamente musealizzata e rinnovata, alla stampa e alle autorità.
Già storicamente importanti per la loro storia, il loro legame con la città e per le opere ospitate negli undici capannoni, ora la sede espositiva degli ex Seccatoi del Tabacco ha raggiunto il suo apice grazie ad un attento lavoro di musealizzazione voluto e realizzato dalla Fondazione Burri sotto l’attenta guida dell’architetto Tiziano Sarteanesi, coordinatore generale del progetto e dei lavori, e della sua equipe tecnica formata dall’architetto Cristian Beccafichi, gli ingegner Luca Marioli e Ciro Colcelli, il geologo Milko Mattiacci, il perito industriale Marco Biccheri ed il geometra Giovanbattista Francioni.
Dieci i milioni di euro investiti dalla Fondazione Burri in sette anni di lavori, dal 2015 al 2022. Si è iniziato con la riqualificazione del piano sottostante e i risanamenti esterni, costati circa 5,7 milioni di euro. Due milioni e mezzo circa di euro sono stati investiti per la nuova area, inaugurata nel 2019 e, all’incirca altrettanti per il restyling del piano superiore con importanti lavori climatici, sulla pavimentazione, e di manutenzione delle opere.
“Un ambiente nato non per essere un museo, oggi finalmente rientra in una musealizzazione moderna e riconosciuta. – ha detto il presidente della Fondazione Burri, Bruno Corà, in conferenza stampa – Una sede come questa, dà orgoglio alla Fondazione e ci permette di poter dialogare con tutti i più grandi musei del mondo. Sono veramente pochissimi nel mondo i musei d’artista, cioè dedicati ad un solo artista, in una città: e Città di Castello può vantare un percorso museale che inizia da Palazzo Albizzini che non teme paragoni con nessuno. Quella di oggi – ha aggiunto Corà – è una giornata particolare e molto emozionante: ogni volta che percorriamo le sale degli Ex Seccatoi del Tabacco è una nuova emozione dettata soprattutto della capacità titanica dell’artista alla quale non ci si abitua mai. Osservare le opere di Burri all’interno di questa sede espositiva lascia sempre stupore e meraviglia. E’ questo un patrimonio che ci invidia il mondo intero”. Più tecniche le parole dell’architetto Tiziano Sarteanesi che, dopo aver riepilogato la storia “capannoni” nati per lavorare l’essicazione del tabacco, si è soffermato sugli importanti lavori svolti nel corso di questi sette anni.
“In questi anni la Fondazione Burri ha elaborato un vasto progetto di bonifica, riqualificazione, ripristino, restauro e implementamento degli spazi espositivi degli edifici degli Ex Seccatoi. – ha spiegato Sarteanesi – Mediante due specifiche fasi di elaborazione di un’unica idea progettuale, gli undici Seccatoi sono stati sottoposti ad una profonda opera di bonifica, prima rivolta al loro piano seminterrato e successivamente al piano rialzato. E’ stato adottato un sistema di drenaggi diffusi e canalizzazioni di allontanamento per caduta, in modo da stabilire il livello della falda acquifera formatasi sotto il pavimento e renderlo costante rispetto ad ogni evento atmosferico. Si è poi proceduto alla realizzazione di un nuovo solaio con intercapedine aerata”. Sono stati compiuti anche interventi di carattere statico nelle fondazioni e sull’imposta dei pilastri aumentando la stabilità generale del complesso.
“Sul piano rialzato, all’interno degli ambienti, lo stesso Burri aveva progettato delle pareti perimetrali in cartongesso imbiancate: su di esse sviluppò il percorso espositivo a noi tutti noto. Si tratta dei grandi cicli pittorici, Il Viaggio (1979), Orsanmichele (1980), Sestante (1982), Rosso e nero (1983-1984), T Cellotex (1975 – 1984), Annottarsi (1985 – 1987), Non ama il Nero (1988), Grandi Neri (1988 – 1990), Metamorfotex (1991) e Nero e Oro (1992 – 1993). Il nuovo progetto di musealizzazione dei Seccatoi – ha precisato l’architetto Sarteanesi – ha mantenuto le medesime pareti decise da Burri e la medesima disposizione e successione di opere. Una particolare attenzione è stata riservata agli impianti di climatizzazione e di illuminazione mediante l’uso di tecnologia a led che restituiscono le giuste cromie delle opere pur conservando le apparecchiature originali volute da Burri”. Inoltre Tiziano Sarteanesi ha sottolineato che “l’intero museo degli Ex Seccatoi è stato cablato con rete wi-fi e fibra ottica, telecamere e impianti audio, adeguati alle ultime tecnologie per ogni tipo di necessità comunicativa, culturale e di sicurezza”.
Dopo sette anni di lavori si guarda ancora al futuro con importanti progetti pronti per la realizzazione: “Sono già pronti i fotovoltaici. – ha annunciato Sarteanesi . Inoltre nei due capannoni esterni c’è il progetto della realizzazione di un bunker che accolga in sicurezza per le opere, un laboratorio di restauro e un altro dove vorremmo impiantare la didattica, rivolta non solo alle scuole del territorio, ma che coinvolgerà anche altre realtà come l’Università Sapienza di Roma. Infine, con l’acquisto da parte della Fondazione di una palazzina adiacente il perimetro dell’ampio giardino della struttura, c’è il progetto di realizzare un punto di ristoro importante”.
Da martedì 15 marzo sarà, dunque, possibile visitare, oltre che la sede espositiva di Palazzo Albizzini, anche quella degli Ex Seccatoi del Tabacco con i seguenti orari: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18,30. Sabato e domenica, e giorni festivi, invece, nell’orario continuato 10 – 18. Chiuso il lunedì, ad eccezione dei giorni prefestivi. Come sempre, nel rispetto delle vigenti normative, si consiglia la prenotazione contattando la Biglietteria di Palazzo Albizzini al numero 0759554649.