Francesco Pedraglio. Racconto antiorario (6 costellazioni)

Prosegue la partecipazione della GAMeC ad Artists’ Film International, il network dedicato alla videoarte che, dal 2008, coinvolge alcune tra le più importanti istituzioni d’arte contemporanea internazionali, con artisti provenienti da tutto il mondo.

Per la dodicesima edizione della rassegna – il cui tema è il “linguaggio” – le curatrici Sara Fumagalli e Valentina Gervasoni hanno selezionato per la GAMeC l’artista Francesco Pedraglio (Como, 1981).

Francesco Pedraglio. Racconto antiorario (6 costellazioni) / Scripting anticlockwise (6 constellations)
2017, HD video, 10’04”.

Sviluppato a partire da una performance live, Racconto antiorario (6 costellazioni) (2017) adotta una narrazione astratta per immaginare sei possibili costellazioni che prendono forma nello spazio che si crea tra narratore, attori, oggetti e il buio della notte.

Al centro di uno spazio buio, la rotazione antioraria della telecamera intorno a una colonna marca la successione ritmica di una serie di immagini astratte. Come fossero linee che uniscono punti sparsi su un foglio, traiettorie, colori, forme e volumi sembrano creare frammenti di un alfabeto sconosciuto, un linguaggio muto e simbolico. Intanto, in quello che sembra un processo divinatorio, una voce fuori campo usa questi stessi frammenti per proporre punti di partenza per future storie.

L’artista si interessa a come ogni processo narrativo e di “messa in scena” – di uno stesso soggetto, o di una situazione – influenzi la relazione tra chi racconta e chi ascolta, rendendo visibile le fantasie e le finzioni che costituiscono la nostra realtà.

Per Pedraglio il linguaggio è meccanismo organizzativo del visibile: esso plasma la realtà perché la definisce in ogni sua parte, così piani sensoriali diversi (visivo, uditivo) e dimensioni concettuali afferenti al teatro, al cinema, alla narrativa finiscono per essere legati indissolubilmente. Il linguaggio nomina le cose – un uomo, un’automobile, una scimmia ragno, … –, suddivide il mondo in unità dotate di (apparente) significato – le costellazioni – e predispone la realtà a essere catturata dal pensiero – il racconto in sé.

La realtà filmica prende forma attraverso la parola: non è solamente l’uso sapiente delle parole e la costruzione dei versi a creare un immaginario, ma è lo sviluppo della trama, la successione delle azioni che l’artista/regista invoca a dare forma retinica alle immagini. Pensiamo nel linguaggio, l’immagine di ciò che ci circonda è un’immagine linguistica, e questo permette l’interazione tra artista e pubblico; così il video ci ricorda come il linguaggio sia un potente strumento di mediazione tra noi e la realtà circostante.

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