
“Positivo e Negativo, furono per me, fin dalla scuola con le finestre grigie, due significati da rispettare.
Con il tempo ho continuato ad averli vicini, nella mia famiglia, nella mia giovinezza e altro, cercando di sapere se ero portato più per l’uno o per l’altro.
In seguito arrivarono le prime emozioni creative: cosa fare? Abbandonarli? Lasciare che il caso si impadronisse di loro?
Certo che in me, che da 28 anni vivo a Pistola e con una educazione che ho dovuto crearmi da solo, nascevano dei dubbi.
Nei miei rapporti con gli amici, Positivo e Negativo avevano anche qui la loro fetta di lavoro e allora iniziai a renderli responsabili, cominciando a costruire una strada tanto per loro che per me.
Ed ero triste perché quando entrai in una fabbrica a decorare i piatti, Positivo e Negativo tentavano di ostacolarmi, tanto da interrompere questo tipo di lavoro dopo due anni e costringermi a riparare in una casa che diventò lentamente il mio studio.
Facevo un po’ di tutto e Positivo e Negativo arrivarono ad essere come fratelli, ma un giorno, dopo essere stato dietro alla pittura della notte, decisi di portare con me uno dei due.
Trovai una vecchia chiesa e iniziai a costruire degli amici e a loro presentai Positivo vestito di nuovo, come se avesse dovuto portarmi in una grande città.
Questi amici erano i quadri e, la madre, la pittura, decisi allora di amarla e di scoprirla con occhi sempre diversi.
Ecco, allora, che con Positivo, si fece avanti una dolce parola, Traslazione, usata da quasi tutti gli uomini e le loro cose.
Capivo con lei che tutto poteva essere modificato, attraverso un passaggio.
L’immaginazione poteva assumere nuove identità e la scenografia degli eventi, e, così, i miei lavori avevano un fascino e un’ironia profonda.
Certo non si modificavano le difficoltà materiali per fare pittura, con Positivo e la sua Traslazione.
Allora decisi, con molta autonomia, di portare in una grande città, quello che ero riuscito a fare in due anni.
Questa città fu Milano, Roberto, un mio caro amico, mi consigliò di non avere timore e che potevo ben presentarmi.
Una mattina traslai e mi recai con Positivo alla Galleria del Naviglio di Renato Cardazzo, era aprile, e cosa successe? La sera uscimmo, io e Positivo, felici, e, in quel momento, diventammo tutt’uno.
Infatti, Cardazzo, dopo un pomeriggio, aveva visto e conosciuto quello che potevamo fare insieme.
Fu così che io e Positivo conoscemmo la prima mostra.
Cardazzo ci lasciò con essa e con le sue difficoltà.
Dopo poco decidemmo di andare a Bologna, l’Arte Fiera era una visita utile e più necessario era l’incontro con la Galleria del Naviglio.
Andò bene, e, in omaggio a Positivo, il viaggio proseguì verso Basilea per l’Internationale Kunstmesse Art 8’77, come espositori.

La traslazione fu per me notevole, attraverso questo vidi che Positivo si stava facendo grande, e, dimenticando sempre più il suo vecchio amico Negativo, affermava di volersi realizzare.
Soprattutto mantenne fede alla qualità e tornò nella sua città, Pistoia, con molta fiducia.
Poteva sembrare che tutto continuasse bene, ma, con i giorni che passavano, era quasi estate, la mostra si avvicinava e con lei innumerevoli problemi.
Cosa fare? Era necessario valutarsi per le esperienze fatte e rendere omaggio a Positivo attraverso un nuovo lavoro.
Lasciammo da parte i lavori della primavera (immagini di un paesaggio indefinito con colonne) e, pulito lo studio, decidemmo di dare spazio alla traslazione.
Positivo fu felice quando scoprì che potevamo fare molto usando un vecchio libro sul Caravaggio, e, per questo, Traslazione, da buona scenografa, decise di modificare, con molta artigianalità e purezza, avendo cura del passato, alcuni suoi dipinti.
Tutto così appariva nuovo, e io con loro cominciai a credere e a lavorare, conoscendo un’estate diversa.
Traslazione decise anche di metter in evidenza, forse con ironica serietà, Positivo e Negativo, e i quadri si prestarono all’incontro.
La fine d’agosto fu per tutti un sollievo.
La mostra infatti era bene allineata e mancava soltanto un nuovo incontro con Cardazzo al Navigliovenezia.
Una domenica siamo andati e, nella galleria, ritrovando i lavori della primavera, abbiamo visto anche la data della mostra! Allora, nel bei mezzo di Venezia, Positivo ebbe, dopo una intera estate di lavoro, la sua felicità.
Si unì alla data e, da quel momento, tutti si riposarono, forse anche Caravaggio e gli altri lavori, e si decise di traslare nella presentazione del presentato.
Grazie”.
Franco Bovani
Ottobre 1977
tratto dal Catalogo: “Traslazione – Franco Bovani Pittore”
Edizioni Galleria del Naviglio – Milano
Direttore Renato Cardazzo
Catalogo stampato in occasione della 682a Mostra del Naviglio
novembre 1977