Immagino, ma potrei anche sbagliarmi, che pochi conoscano il significato dell’acronimo STARTS 1 utilizzato nell’ambito dell’arte contemporanea.
STARTS, o meglio STARTS Prize, è un importante premio istituito nel 2016 della Commissione europea per onorare i progetti creativi di successo capaci di integrare scienza, tecnologia e arte e quindi in grado di contribuire all’innovazione sociale ed economica.
Il premio è finanziato nell’ambito del programma Orizon 2020 e viene assegnato per conto della Commissione europea, da Ars Electronica, il festival che si svolge ai primi di settembre a Linz (AT).
Lo Starts Prize 2018 è stato aggiudicato ad una artista e designer italiana, Giulia Tomasello, per l’opera “Future Flora”.
Ascoltiamola: “Non siamo solamente degli individui singoli che camminano su questo pianeta: stiamo camminando con ecosistemi fatti di microbi. I microbi sono nel terreno, nell’acqua e persino nei nostri corpi.
Il corpo umano medio è costituito da trilioni di cellule: quindi, possiamo facilmente dire che siamo solo il 10% umani. Viviamo e coesistiamo con loro.
L’altro 90% del corpo umano è composto da diversi microrganismi, molti dei quali sono benefici per il loro ospite.
I microbi come batteri, funghi e virus fanno parte della nostra pelle Microflora, che copre sia l’interno che la superficie esterna del corpo.
Anche se invisibile ai nostri occhi, la nostra microflora ha una relazione simbiotica con l’interfaccia tra il nostro corpo e l’ambiente, la nostra pelle.
Future Flora mira a incoraggiare questa relazione simbiotica che accresce la presenza benefica di microbi e batteri nel corpo umano, suggerendo un’alternativa: indossare i probiotici e mantenere il nostro corpo sano.
Future Flora è un kit di raccolta progettato per le donne per il trattamento e la prevenzione delle infezioni vaginali.
L’utente è una donna che vuole abbracciare la biotecnologia nella sua casa, permettendo alla scienza di mostrare alternative alle medicine tradizionali e ai probiotici.
Seguendo le procedure fai – da – te e fondendo la biologia con la tecnologia della salute, Future Flora si rivolge alle donne che assumono il controllo del proprio corpo come pratica preziosa e intima di cura di sé, diventando partecipi della cultura e della conoscenza della scienza.
In che modo il design può sfidare la nostra percezione e celebrare la relazione simbiotica tra il corpo umano e il suo microbioma?
Mirando a incoraggiare questa relazione simbiotica che solleva la presenza benefica di microbi e batteri nel corpo umano e suggerisce un’alternativa di indossare probiotici nelle nostre mutande per mantenere il corpo sano“.
Nella video presentazione si colgono appieno le motivazioni con le quali la Giuria ha voluto assegnarle il premio: “Attraverso la fitta foresta digitale, c’era un appello forte e distintivo per il ritorno alla natura, l’attenzione alla vita, la biologia, il sé, il corpo, in particolare il potenziamento del corpo femminile e la sua sessualità e ciò non è stata una sorpresa dopo un anno di #MeToo.
Rispondendo a questa ondata di coscienza collettiva, la giuria ha concordato che Future Flora ha abbracciato la questione della rivendicazione del potere femminile – con il fai – da – te e senza vergogna – in un modo che potrebbe rivelarsi utile agli altri che cercano di trovare una voce“.
Poiché immagino le domande che qualche lettore si starà facendo, rispondo “Si, è Arte!”.
L’opera di Giulia Tomasello si colloca nell’ambito delle Hybrid Arts, un movimento dell’arte contemporanea in cui gli artisti lavorano con le aree di frontiera della scienza e le tecnologie emergenti, operando appunto in campi come la biologia e ciò avviene per un implicito riconoscimento che in questa fase della storia la ricerca scientifica e tecnologica svolge un ruolo centrale nella cultura contemporanea.
Ennio Bianco