
Pino Pedano è siciliano, di Pettineo, un paese arrampicato sulla collina a sei chilometri dal mare, fra Palermo e Messina.
La casa dei suoi è proprio sotto il castello diroccato, dove da bambino andava a giocare con la “banda”, nelle poche ore libere; poche perché fa il falegname da quando aveva sette anni: mezza giornata a scuola, mezza a imparare il mestiere nella bottega sulla piazza del paese.
Finché a diciassette anni, con una valigia di legno e una scatola legata con lo spago, arriva a Milano, dove non conosce nessuno: ma vuole lavorare e studiare.
Il primo lavoro è a Corsico: monta tapparelle, guadagna mille lire al giorno, e ne spende un quarto in tram.
Poi la solita trafila dei cottimi non pagati, di promesse d’essere messo a libretto non mantenute…
Intanto, frequenta le scuole serali saltando gli anni, prende la licenza media, segue i corsi di perito chimico.
A Milano comincia a conoscere degli artisti, sopratutto quando trova casa in un vecchio palazzo di Santa Maria alla Porta, dove avevan casa anche Del Pezzo e Arroyo; lavora da un restauratore, poi apre la sua bottega di falegnameria e restauro.
Il primo lavoro importante è l’arredo del Number One, poi quello del Nephenta (in cui collabora prima con Amelia Merlante Sacchi, un architetto che 10 aiuta anche a prepararsi per la maturità artistica, più tardi con Jacober), quello del Good Mood; e per conto di Rosselli dello studio Ponti, quello di una banca.
È Rosselli che lo metterà in contatto con Domus; e all’Eurodomus del 1972 Pedano, che oramai ha la sua fabbrica, partecipa con la prima collezione di componibili.
Da allora in poi è storia nota, compresa la scoperta del nuovo materiale “Millefogli” (’74) alla decisione di arrivare a fare “tutto in casa” dalla progettazione (in parte) alla distribuzione.
Il design via via si semplifica sino a diventare, all’insegna del mobile per tutti, un vero controdesign con la serie di casse d’imballaggio componibili, in vendita a poche lire.
La strada della produzione è già tutta percorsa, e nasce in Pedano il desiderio di fare altre cose, di cimentarsi in altre prove.
Così nascono, in tutta modestia, i suoi legni; e a entusiasmarsene sono già in molti.
da Casa Vogue
Rubrica “Se ne parla”
gennaio/febbraio 1976
Tratto dal Catalogo: “I legni di Pedano”
Edizioni Galleria del Naviglio – Milano – 1976
Direttore Renato Cardazzo
Catalogo stampato in occasione della 654a Mostra del Naviglio
gennaio – febbraio 1976
