Il Design è Creatività, la Creatività è Politica

Il_Design_E_Creativita_La_Creativita_E_P_02I tempi cambiano, l’arte si adegua, il design interpreta idee in movimento per migliorare la vita e la città. Il presente diviene futuro nell’utilizzo dei materiali, nell’estrapolazione di forme, nella scelta ideologica da seguire. Il capoluogo lombardo ne è stato il portavoce, ospitando per una settimana, fino al 18 Aprile, il design internazionale. Tutto è orientato verso l’oggetto, prodotto finale di una rivoluzione culturale, spentasi nella pletora d’iniziative alla moda, poco valide e molto commerciali. Oggi, a sentire il designer Gaetano Pesce, celebrato in contemporanea, alla Triennale di Milano, la creatività, bene intellettuale, non tutelato dallo Stato, è politica. La creatività pura, forza propulsiva, percezione interiore che stimola la mente e affianca il lavoro progettuale nella realizzazione dell’opera, non esiste più. Ha perso la sua genialità artistica e la sua empirea inconsistenza per divenire, espressione concreta su cui agisce la speculazione del mercato.
La vitalità artistica , la curiosità degli anni Sessanta, quando gli imprenditori non pensavano solo a fare soldi , ha subito delle variazioni di sistema e di forma. Per essere sempre più vicina alle strategie di marketing aziendale, il concetto artistico, intrinseco alla creatività pura, ha lentamente perso il suo alto valore. Un cambiamento di rotta, dove le regole sono dettate da materiali, prezzi, nomi e forme. Questa nuova concezione del costruire, aderisce perfettamente alla società attuale rispecchiandone le tendenze, le problematiche, le paure, le contraddizioni, gli interessi e gli stimoli. Un riflesso del nostro gusto, che a saperlo guardare, ha un certo aspetto poetico, anche se discutibile. Il design, nella sua dinamicità racchiude il concetto di “ arte fruibile “. Fluidità e funzionalità, infatti, soprattutto nei complementi d’arredo, avvicinano il grande pubblico all’arte intesa come stile di vita, come espressione versatile che interagisce con l’ambiente circostante. Risultato reso possibile solo dal binomio creatore – industriale. Un delicato equilibrio, compromesso dal mercato in crisi. Gli imprenditori frenano, non rischiano, non si dimostrano disponibili a nuove idee, a sperimentazioni che non possono garantire già in partenza l’immediato successo.
Ma la creatività è passione, è libertà d’interpretazione in una soluzione di continuità tra innovazione, rispetto della cultura e sua stratificazione nella società. La ricerca nell’utilizzo dei materiali e la complessione della materia sono il primo passo da compiere per dare ampio respiro alla forma finita. Il design tende lo spazio, lo vive, lo contamina e lo assorbe in una coesistenza tra emozioni universali e affinità culturali. Sfugge al bisogno di perfezione, cosciente del suo freddo distacco e rende l’oggetto necessario, intuitivo e in grado di parlare alla gente comune. L’arte del design può nascere solo dalla sua essenza e dalla consapevolezza di un futuro meno conservatore nell’idea di progresso e più incline alla senso rivoluzionario dell’arte creativa, vera entità della cultura italiana.
Antonella Iozzo