II libro contiene soprattutto documenti: sulle metodologie dell’arte cinetica e visuale dei gruppi operanti in Europa tra il ’57 e ’65. Pertanto, non è una storia dell’arte cinetica e visuale nel suo insieme (altri hanno già fatto lavori in tal senso); bensì un tracciato attraverso i documenti (spesso trascurati), tanto che l’intervento critico è più una guida ai problemi che una disamina critica di essi.
Nelle ricerche e metodologie dei gruppi significativa è la dichiarazione di poetica, importante quanto l’oggetto artistico: perché ha ampliato, programmato, istituzionalizzato il fare nel suo oggettivo aspetto estetico e sociologico.
Accanto ai gruppi, si è voluto sottolineare la presenza di quegli artisti italiani che proprio negli anni ’60 (e alcuni anche prima) realizzavano una ricerca visuale e cinetica, che in alcuni casi anticipava e in altri evidenziava e completava le ricerche stesse dei gruppi.
In tal senso la situazione italiana e francese sembra essere la più stimolante, la più ricca di eventi.
I gruppi (almeno i primi), ciascuno con modalità diverse, hanno affrontato in prima linea (accanto ad artisti neo-dada e ad altri che operavano nell’ambito della pittura monocroma) il superamento della pittura informale.
Per la prima volta, l’indagine sul lavoro dei gruppi europei viene estesa ad altri due, l’americano Anonima Group e il sovietico Gruppo Dvizenie, che operavano, con metodologie diverse, contemporaneamente ai nostri subito dopo il ’60.
Questo il contenuto della prima parte.
Nella seconda, invece, viene esaminato più a fondo il lavoro e le idee del Gruppo N.
Assieme al Gruppo T, ha svolto per primo in Italia una ricerca artistica a livello veramente di gruppo, certo in maniera più radicale e utopica rispetto ad altri.
I suoi molteplici interessi spaziavano dall’arte cinetica e visuale vera e propria, alla musica e architettura, all’attività didattica.
Da Padova, il Gruppo N manteneva contatti con l’Europa, partecipando alle più significative manifestazioni e ai più impegnativi dibattiti.
Cosi il Gruppo N non è un “caso” isolato, ma rappresenta un preciso momento della situazione europea dei gruppi.
Perciò si è voluto cogliere, al loro nascere, tutti gli altri, onde ottenere un confronto (indispensabili per stabilire i loro livelli metodologici) il più aperto possibile.
Sarebbe stato un errore, a nostro avviso, compiere una analisi storico-critica sulle ricerche di gruppo partendo non dal confronto, ma dal fatto che ogni gruppo è a sé, isolato dagli altri.
Se c’è stato un sodalizio tra artisti, il modo migliore per rappresentarlo è proprio con i gruppi; perché quanto veniva posto a confronto era la metodologia operativa, non l’originalità dell’opera.
Il rapporto arte e scienza nasce proprio con l’arte cinetica visuale dei Gruppi.
Infine viene pubblicata interamente la polemica sui Gruppi, scoppiata nel corso del ’63 in seguito agli elzeviri di Giulio Carlo Argan pubblicati su “II Messaggero”. La disputa si svolgerà sull'”Avanti”.
Italo Mussa
Tratto dal volume: “Il Gruppo N. La situazione dei Gruppi in Europa negli anni 60”
di Italo Mussa
Bulzoni Editore – Roma – 1976