Il libro d’artista come ricettacolo Romantico

Il libro d'artista come ricettacolo Romantico

Nell’ambito della mostra “Ultraromanticismo. Il post umano, tra inquietudini e abbandono“, oltre alla pittura, al disegno, alla scultura e alla fotografia è presentata anche una selezione di libri d’artista, realizzati appositamente per l’occasione.

La Galleria d’Arte Contemporanea di Palazzo Ducale a Pavullo nel Frignano ospita i libri opera di Valentina Biasetti, Silvia Inselvini e Marika Ricchi. Le opere in forma di libro di Andrea Capucci, Andrea Chiesi, Elisa Florian, Michelangelo Galliani e Simone Pellegrini vengono invece mostrate alla Rocca di Vignola, infine il lavoro di Jessica Ferro è stato presentato allo Spazio CRAC di Castelnuovo Rangone.

“Prossimale all’arte visiva – spiegano Sergio Bianchi, Alessandro Mescoli, Massimiliano Piccinini, Federica Sala, Laura Solieri e Andrea Barillaro, curatori indipendenti che fanno capo all’Associazione culturale Ricognizioni sull’arte – dove spesso compare passivato sotto forma di tomo (vanitas) o zibaldone (ad esempio nella pittura romantica), il libro d’artista (o il libro opera) rappresenta uno degli oggetti del desiderio per i collezionisti di arte contemporanea. Proprio per le sue caratteristiche raffinate ed eclettiche si impone come medium elettivo su cui gli artisti contemporanei cimentano sperimentazioni e lateralità, creando vere e proprie opere in grado di sintetizzare, in un unico oggetto, dibattito culturale, manifestazioni di poetica e canoni estetizzanti, raggiungendo livelli così elevati da azzardare di contendere primato e autorevolezza a tele e sculture. Molto diffuso negli anni ‘70 grazie all’impulso dato dalle neoavanguardie (ma oggi più che mai attuale), il libro opera è di difficile definizione. Tendenza, ma al tempo stesso oggetto operato, un ricettacolo romantico e sensibile, che può avere forma di libro o raccoglierne solamente le intenzioni, ma sempre testimonia, deposita e racconta, la ricerca dell’autore stesso: a volte come approdo definitivo e terminale, a volte come approccio iniziale alla nascita di un nuovo lavoro. Spesso prodotti in serie limitatissime numerate e firmate, oppure opere uniche dove l’artista interviene direttamente, i libri oggetto oltre a parlarci di vulnerabilità e seduzione, riportano il contemporaneo alla dimensione dell’uomo: attraverso l’atto gestuale dello sfogliare le pagine, ci illudono, rassicurandoci, di una ritrovata conoscenza preferenziale”.

In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo con prefazione istituzionale, introduzione dei curatori, testi critici di Maria Chiara Wang, Giorgia Bergantin, Mattia Cattaneo, Enrico Turchi, Eleonora Brizi e ricco apparato iconografico.
È stato inoltre realizzato un video-documentario con la regia e la fotografia di Mauro Terzi e la musica de “Le Piccole Morti”.

Informazioni
059 783519, ricognizionisullarte@gmail.com, ricognizionisullarte.com

Immagine in evidenza di Andrea_Capucci