Si è da poco concluso il restauro de L’Incoronazione della Vergine, la pala d’altare realizzata da Giovanni Maria Butteri e collocata nella Sacrestia della Basilica di Santo Spirito a Firenze.
L’intervento, realizzato sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e per le Province di Pistoia e Prato, ed eseguito dalla ditta L’Officina di Restauro, è stato reso possibile grazie al sostegno di Friends of Florence, attraverso il dono di William & Jeanne Bice e famiglia.
“Il restauro della Pala d’altare raffigurante l’Incoronazione della Vergine conferma ancora una volta l’impegno di Friends of Florence in Santo Spirito – afferma la Presidente Simonetta Brandolini d’Adda. – Dal restauro della Pala Nerli di Filippino Lippi e dell’Annunciazione di Pietro del Donzello, all’intervento sia sul dipinto raffigurante il Miracolo di San Fiacre, sia sul Cristo e l’adultera entrambi di Alessandro Allori, dal restauro dell’altare fino alla ricollocazione del Cristo ligneo di Michelangelo al centro della Sacrestia, la nostra Fondazione da anni si impegna a sostegno della conservazione e della valorizzazione del patrimonio artistico della basilica. Il progetto di restauro di questa meravigliosa pala d’altare ne riporta alla luce tutta la sua bellezza artistica e cromatica e consente di migliorare ulteriormente la leggibilità e la visione di insieme dell’intera Sacrestia. Ringrazio pertanto la Soprintendenza ABAP, Padre Giuseppe Pagano, priore della Basilica e i restauratori Andrea e Lucia Dori che ci hanno coinvolto nell’intervento. Un sentito grazie va inoltre ai nostri donatori William & Jeanne Bice e famiglia, che hanno reso possibile il restauro contribuendo a salvaguardare un altro pezzo del patrimonio culturale di Santo Spirito e di Firenze e ad Antonio Natali che con la sua conferenza valorizzerà l’opera e la sua storia.”
Ed è proprio nell’ambito delle celebrazioni per i 60 anni dalla riscoperta del Crocifisso ligneo di Michelangelo che martedì 15 novembre alle ore 17:30 nella Basilica di Santo Spirito, si terrà una conferenza del Prof. Antonio Natali dal titolo Pale d’altare della Sacrestia di Santo Spirito nel corso della quale si approfondirà anche la conoscenza della pala di Giovanni Maria Butteri alla luce del recente restauro. L’incontro è organizzato dalla Comunità Agostiniana di Santo Spirito in collaborazione con l’associazione A Minimo Incipe Onlus.
“Col restauro dell’Incoronazione della Vergine di Giovanni Maria Butteri e col suo ritorno nella cappella Barbadori della sagrestia di Santo Spirito si chiude un cerchio virtuoso: d’ora in poi la cólta, elegante e austera sagrestia ottagona progettata da Giuliano da Sangallo si offrirà ai visitatori con un corredo d’opere che ne completano la veste e la propongono alla stregua d’uno scrigno prezioso, come fosse un contraltare sacro della medicea Tribuna degli Uffizi; che – di pianta parimenti ottagonale – sarebbe stata costruita un’ottantina d’anni dopo da Bernardo Buontalenti. La Tribuna non l’ho però evocata a caso. – Sottolinea Antonio Natali che così continua – Il restauro completo della sala magnifica degli Uffizi e il riordino della sagrestia di Santo Spirito, col restauro di due pale d’altare d’alto tenore qualitativo e di ragguardevole importanza storica hanno goduto del sostegno dei ‘Friends of Florencè; fondazione che da decenni si prende cura del patrimonio di Firenze (ma anche di terre limitrofe) come nessun’altra organizzazione o associazione abbia fatto mai: attestato d’una generosità e d’un trasporto appassionato che vanno anche oltre i sentimenti di chi a Firenze sia nato e viva. Col contributo dei ‘Friends of Florencè, infatti, il Crocifisso del giovane Michelangelo è stato posto al centro della sagrestia, sospeso nell’aria alla stregua d’un Cristo trinitario. Sempre ai ‘Friends of Florencè è dovuto il restauro delle Storie di san Fiacre d’Alessandro Allori, condotto con intelligenza e discrezione da Anna Monti: un intervento che ha permesso l’esposizione della pala (di naturalismo perspicuo) alla mostra Il Cinquecento a Firenze, ordinata a Palazzo Strozzi nel 2017. Infine oggi, sempre grazie agli amici americani, torna in sagrestia sull’altare della cappella Barbadori l’Incoronazione della Vergine di Giovanni Maria Butteri, restaurata con mani sicure e sensibili da Lucia e Andrea Dori. Di quest’opera e del suo artefice si parlerà nell’incontro del 15 novembre, con l’aspirazione a divulgare la conoscenza d’un pittore di rango del Cinquecento fiorentino, che fu amico e consentaneo di Alessandro Allori, e partecipe d’una linea espressiva conforme agli auspicî tridentini. Nell’occasione – aggiunge Antonio Natali – si proporrà una precisazione cronologica della tavola, che è firmata da Butteri ma da lui non datata, e si proverà a dedurre da elementi interni alla composizione – nella fattispecie la bella veduta di città dipinta fra le due sante ai piedi della Vergine incoronata – la sua possibile destinazione originaria, che si sa non essere la sagrestia di Santo Spirito. Si ragionerà infine del soggetto illustrato sulla pala, che certamente si riferisce all’incoronazione di Maria, ma che, per come è figurato, induce a vagliare anche altre implicazioni teologiche.”
Lo stato di conservazione della pala prima del restauro
Il dipinto su tavola ha un supporto ligneo costituito da sei tavole verticali di pioppo con un’aggiunta contro vena nella parte superiore. Proprio la particolare congiunzione ortogonale ha creato alcune problematiche a carico del supporto e sollevamento negli strati pittorici. Si sono evidenziati alcuni fori chiari di insetti xilofagi, segno di una recente infestazione per fortuna ancora di poca entità e per questo prima delle operazioni di restauro si è effettuata una disinfestazione in anossia. La superficie dipinta e preparatoria si presentava sollevata in corrispondenza delle giunzioni delle tavole e sui lati delle spaccature per i movimenti del supporto in queste porzioni di tavolato. Non si sono rilevate problematiche a livello degli strati preparatori ed anche le stesure pittoriche si presentano compatte e corpose, con impasti chiari e di tonalità fredde. La pellicola pittorica era coperta da uno strato di depositi di fumi che insieme a colle animali rendevano grigia e scura la cromia. Nella parte centrale più chiara del cielo è visibile un’alterazione dovuta al viraggio in grigio verde del pigmento adoperato, che risultava essere a base di smaltino, usato in molti dipinti di questo particolare periodo. I ritocchi esistenti visibili erano di piccola dimensione e sono percepibili su alcuni colori intorno alle spaccature e nella parte centrale, dati probabilmente per ritoccare alcune bruciature di candela.
Le indagini diagnostiche e i test di pulitura
Dopo la necessaria consultazione dei documenti sul dipinto e sulla sua storia, la tavola è stata osservata in luce diffusa, radente, ultravioletta e con microscopio ottico binoculare per studiare le problematiche conservative e i materiali costitutivi.
La documentazione fotografica è stata effettuata in luce radente, visibile, ultravioletta e in infrarosso prima dell’inizio delle operazioni di restauro, con l’esecuzione di particolari macro in luce radente per documentare il degrado e la tecnica pittorica.
Con test di pulitura abbiamo individuato quale solvente gelifìcato fosse idoneo ad asportare l’insieme di colle e depositi incoerenti di fumi: il risultato migliore si è avuto con citrato di Tea addensato in Klucel g.
Il restauro a cura di Andrea e Lucia Dori, L’Officina di restauro
Con la pulitura si è rivelata l’ottima conservazione della pellicola pittorica che vanta molte varietà di blu, dall’oltremare del manto della Vergine, all’azzurrite del paesaggio e allo smaltino del cielo, da lacche rosse e bellissime mescolanze, fino a tonalità cangianti che formano particolari accordi cromatici.
Sul supporto, il restauratore Roberto Buda è intervenuto sulla tavola con il risanamento delle fessurazioni, la revisione della scorrevolezza delle traverse e l’applicazione di permetrina in funzione preventiva antitarlo.
Dopo la fermatura effettuata con colla di storione su tutti gli episodi di sollevamento, si sono preparate le lacune con gesso e colla di coniglio in percentuale 1:16 in acqua. Dopo aver effettuato il livellamento, come di consueto, si è ricreata la riproduzione morfologica della superficie con gesso diluito e bisturi e si sono preparate le stuccature con basi a tempera. Il restauro pittorico a ritocco mimetico e a velatura è stato effettuato con Gamblin Conservation Colors, colori a base di Laropal A81. La verniciatura finale a spruzzo si è svolta adoperando la resina urea-aldeide Regalrez 1094 sciolta in WSD40 e Ligroina in parti uguali.
Restauro a cura di Lucia e Andrea Dori, L’Officina del restauro
Indagini diagnostiche Ottaviano Caruso
Restauro supporto Roberto Buda
Fotografie Claudio Giusti – l’Officina del restauro