Itinerari artistici in Lombardia – Musei e Gallerie a Bergamo

Bergamo, o meglio le due Bergamo: quella alta, che poggia il suo capo su un colle, e quella bassa che estende le sue membra sempre più fra la pianura e le prime alture delle massime vallate orobiche: splendide vallate che alternano oceani di verde (come la Taleggio) a muraglie di dolomitica arditezza (come la Presoiana).
E se Bergamo alta somiglia a ima teca preziosa protetta da mura formidabili nella quale sono riposti i monumenti più antichi e insigni, quasi una Siena di Lombardia -, Bergamo bassa è città soprattutto moderna, ariosa, cordiale, industre (inutile dirlo/ come nella tradizione nostra.

Saliremo dunque prima a Bergamo alta, ove s’avverte intenso il profumo del passato, non solo nelle architetture più celebrate ma anche nelle strette vie che la percorrono e eh e la congiungono coi “borghi” della città bassa, vie fiancheggiate da edifici risalente sino al Due e al Trecento, se pure spesso poi vastamente e ripetitivamente manomessi o addirittura trasformati: edifici che, nelle loro versioni cinquecentesche e posteriori sembrano addolcire il loro volto e prendere un aspetto che potremmo definire lombardo – veneto.
E ciò per buona motivazione, che Bergamo, per oltre tre secoli e mezzo (1428-1796) fu l’estremo, geloso baluardo occidentale della Serenissima, che fra belle e brutte cose, vi portò anche la grazia della sua grande arte.

I massimi monumenti di Bergamo alta sono concentrati nella piazza Vecchia e nella piazza del Duomo. Nella prima, adorna al centro di fontana settecentesca, spiccano i palazzi della Ragione.
del Podestà e della Biblioteca.
I! primo, fondato verso la fine del 1100, fu ristrutturato intorno alla metà del ‘500 senza peraltro mutarne le caratteristiche architettoniche peculiari, che sono poi quelle degli antichi palazzi comunali padani, col porticato in basso, e col grande salone sopra per le pubbliche adunanze (in questo sopravvivono antichi affreschi e ne sono stati posti alcuni del Bramante effigianti tre filosofi, staccati dal palazzo del Podestà).
Lo sovrasta la torre del Comune, il Campanone, eretta col palazzo ma più volte ripresa.
Il palazzo del Podestà è di origine trecentesca ma anch’esso venne poi modificato: aveva la facciata istoriata da affreschi del Bramante di cui quelli salvati sono stati inclusi, come si è detto, nel salone del palazzo della Ragione.
Il palazzo della Biblioteca, innalzato fra il 1604 e il 1611, con l’intervento di più maestri fra cui lo Scamozzi, allievo del Palladio, fu del tutto compiuto solo nel 1928: vi ha sede la biblioteca civica, cosi ricca da costituire uno dei vanti della città.
Nell’attigua piazza dei Duomo – il gioiello di Bergamo – sono in ammirazione la basilica di S.Maria Maggiore, la cappella Colleoni, il battistero e il duomo.
La prima è solenne organismo romanico (1137-1200) non troppo travisato nelle sue linee essenziali di edificio a croce latina trinave triabsidato e cupolato, dalle aggiunte, restaurazioni e modifiche intervenute fra il Tre e il Seicento.
L’esterno è inserito fra altre costruzioni; la facciata non è visibile perché faceva parete unica con l’antico palazzo vescovile.
Perciò per vedere bene le singole strutture occorrerà fare un giro perimetrale: vi noteremo i tre portali di Giovanni da Campione (poco oltre la metà del Trecento), due dei quali quelli degli opposti transetti preceduti da protiri (magnifico quella che guarda piazza del Duomo), nonché la mossa parte absidale dalla quale prende slancio il campanile, basato nel ‘300, ma condotto a termine solo verso la fine del ‘500.

Accademia Carrara
Lorenzo Lotto
“Madonna col Bambino, Santa Caterina e Committente”

Tra gli edifici circostanti, singolare la piccola chiesa di S.Croce, del sec.XI. a pianta quadrilobata.
Per la “porta della fontana” (cosiddetta perché prossima a una fontana medievale), di Pietro Isabello con protiro dalla lunetta affrescata forse dal bergamasco Andrea Previtali, si accede all’interno.
Questo, riccamente rivestito di decorazioni plastiche e pittoriche, aggiunte tra la fine del ‘500 e l’avanzato ‘700, vanta alcune opere mirabili, come la vistosa, scenografica serie di arazzi – 19! – che, con visioni sacre e profane, ammantano molte strutture del tempio (9 sono di fabbrica fiorentina del tardo ‘500, gli altri provengono da Anversa: 7 del ‘500 e 3 della fine del ‘600, e fra questi ultimi, un capolavoro, la Crocifissione).
Sono ancora da apprezzare: il confessionale barocco intagliato da Andrea Fantoni, i! coro in legno disegnato da Bernardino Zonale e da Andrea Previtali e con squisite tarsie (Episodi paleotestamentari) estrosamente inventate da Lorenzo Lotto ma eseguite, dal 1522 al 1555, quando il maestro aveva già lasciato Bergamo: ne si dimentichi di osservare, per il suo interesse stilistico, l’affresco allegorico su! l’Albero della vita (1347), di uno o più maestri influenzati da Gioito.
Qui poi riposa, sotto un monumento neoclassico del Vela, quel Gaetano Donizetti che, si sa, è come la pupilla di Bergamo, città amantissima della musica.
Unita a S.Maria Maggiore è la cappella Colleoni, una delle perle del Rinascimento lombardo, curata con grande amore de! famoso G.Antonio Amadeo (1472- 76) che concepita facciata quasi come una pittura in marmo, sia per l’avvicendamento chiaroscurale dei pieni e dei vuoti, sia per le tarsie bianche e rosate che la ingemmano.
Nell’inferno, ravvivato da ornamentazioni settecentesche, sono sempre dell’Amadeo l’elegante tomba di Bartolomeo Colleoni, generale al servizio della Serenissima, morto nel 1475 (e Venezia gli fu grata dedicandogli il monumento del Verrocchio che fa storia nella scultura del Rinascimento), e la tomba della figlia Medea, premorta ai padre (1470)…
Sandro Chierichetti

Itinerari artistici in Lombardia - Musei e Gallerie a Bergamo

Tratto dal volume: “Itinerari artistici in Lombardia – Musei e Gallerie”
Grafiche Alma – Milano
Cariplo – ACI Milano, Bergamo, Cremona, Vigevano
1978