La passione per la mela al Palazzo Roccabruna di Trento

Meravigliosamente mela, non solo un prodotto ma una filosofia di vita che porta la mela ad essere l’emblema culturale di questa terra. Perché il trentino ha saputo sviluppare, produrre e integrare le sue diverse entità in un processo di sviluppo e di divulgazione, fortemente ancorato al territorio, alla tradizione e alla storia.
La cultura della mela, sfocia in “Mela: gusto con arte” al Palazzo Roccabruna di Trento (2 dicembre 2005 – 8 gennaio 2006), evento dedicato alla valorizzazione della mela trentina in campo gastronomico, tecnico – scientifico e storico – artistico.

La mela, quindi, protagonista di menu, di convegni e approfondimenti ma soprattutto, protagonista nell’arte.
Anche la mela ha un’anima, Paolo Vallorz e Luciano Zanoni ne svelano il volto nella mostra “Le mele nell’arte di Paolo Vallorz e Luciano Zanoni” realizzata in collaborazione con il MART di Rovereto, in corso, sempre fino all’8 gennaio al Palazzo Roccabruna.

Due artisti trentini, due stili, un’unica passione: l’arte e la sua forza espressiva.
La creatività segue l’ispirazione e l’istinto affiora nella forma. Forma morbida e vellutata nei dipinti di Vallorz, riflessa in torsioni dell’anima nelle sculture di Zanoni.

Nelle nature morte di Paolo Vallorz i volumi, le prospettive, i chiaroscuri si abbandonano in velature di passione, buttate lì quasi per caso e poi delicatamente ricomposte nei rossi vellutati o nei verdi traslucidi di frutti adagiati soavemente sulla tela. Nature morte non retoriche, ma intrise di poesia dove il livello visivo si sovrappone a quello sensoriale. “Due mele”, “due mezze mele”, “una mela e mezzo”, lavori dove la rotondità del frutto, emana quella particolare luce, che dal centro si dirige verso i contorni di un pensiero radicato nell’essere trentino, nel sentire quel particolare legame con la propria cultura. Un legame che parte da lontano, che ha radici medievali, che confluisce nella storia dell’arte.

Nell’arte la mela assume significato simbolico, esprime culti, credenze, concezioni e riflessi di vita quotidiana, come testimoniano il Ciclo dei Mesi al museo del Buonconsiglio, in particolare il mese di Agosto, oppure ci possiamo spostare alla sala del re dello stesso palazzo Roccabruna., gli elementi decorativi non solo altro che festoni di mela e con la mela.
La mela era già un simbolo importante nella mitologia greca, era un attributo di Venere e delle tre grazie. Quando è in mano ad Adamo e Eva è il frutto proibito del paradiso e un simbolo della caduta dell’uomo. In mano a Gesù la mela diventa invece simbolo della sua missione di redenzione, com’è evidente nella scultura lignea “Madonna con mela “.
Pur essendo frutto tipico, simbolo d’identità territoriale, cultura e sociale, pur conservando la propria integrità, la mela da sempre nel suo lungo viaggio storico – geografico cambia cielo ma non anima. Già nel nome sviluppa diversità e identità, in un confronto nel mondo dei segni e della comunicazione.
Il nome melo, infatti, nella nostra lingua è la traduzione del latino “malum”. Il termine inglese e tedesco, rispettivamente “apple” e “apfel”, derivano invece dalla radice indoeuropea “abel”, come “aval”, la mela in bretone e gallese, da cui deriva il nome di Avallon, la mitica “isola delle mele”, dove Artù fu curato da sua sorella Morgana, dopo la battaglia di Camlon.
Un aneddoto che incrementò le qualità della mela, attribuendogli sapienza, immortalità e il dono della conoscenza, se tagliata a metà orizzontalmente, poi, mostra la stella a cinque punte, simbolo del sole.
In una leggenda celtica, il dio Lug porta in dono al gran re Cormac un ramo dell’Altro Mondo: è un ramo adorno di tre mele ed è l’insegna della regalità. Il proverbio: “una mela al giorno toglie il medico di torno” ne rispecchia fedelmente le virtù medicinali.

Storie, miti e leggende, fondale di opere in sospensione nella staticità forgiata da Luciano Zanoni. Il ferro diviene etereo, leggero, elegante nei piccoli alberi di melo, quasi mossi dal vento, per poi acquistare il suo vigore, rigorosamente simmetrico, nel tronco di un albero adulto. Le mele racchiuse nella loro immortalità, sono corpi in sospensione, una sfericità sfaccettata raccoglie i riflessi e l’irretisce nel movimento vibrante di un’implosione carica di tensione emotiva. Il mondo fisico e l’universo mentale si fondano nel piatto con quattro mele, non più oggetto ma trasmissione del senso, del valore simbolico, della rivalutazione dell’immagine “mela” nel quotidiano.
Un’artista Zanoni, che riesce a dare nell’opera l’idea di dinamismo, di vita fluttuante, di palpiti innestati su un materiale, che nelle sua mani, diviene liquidità magnetica nella densità compositiva della materia fatta natura.

Mela : gusto con arte, un itinerario da visitate e da gustare, ogni fine settimana fino all’8 gennaio, con una raffinatissima proposta gastronomica, che evidenzia e sottolinea il gusto della mela, in piatti ispirati alla tradizione e rivisatati dall’arte culinaria e dall’estro creativo di abili gourmet.
Antonella Iozzo

La passione per la mela al Palazzo Roccabruna di Trento