La Pittura di Velàsquez a Capodimonte

La_Pittura_Di_Velasquez_A_Capodimonte_02Diego Velàzquez, un genio al sevizio della pittura, fino al 19 Giugno 2005 al Museo Capodimonte di Napoli.
La mostra, curata da Alfonso E. Pérez Sánchez e Nicola Spinosa, con la collaborazione di Benito Navarrete e Salvador Salort Pons, è allestita nel secondo piano del Museo.
Bellezza, verità fisica e realismo, nei trenta dipinti, che ripercorrono le fasi più importanti della sua produzione pittorica.
L’uso sapiente dei colori e la padronanza dei mezzi artistici rilevano un realismo intriso di vita.
Soggetti come comparse, su fondi che esprimano tutta la carica emotiva e tutto l’equilibrio di un tocco energico e sapientemente sfumato nella luminosità.
Velàzquez riesce a far coesistere, in un’armoniosa fusione di elementi, barocco e classicismo.
E’ affascinato, fin dagli anni della sua formazione, dalla realtà e dai suoi aspetti più comuni, ad essa accosta il chiaroscuro ricco e naturale del Caravaggio e il senso della misura ereditato dal classicismo.
Ritrae cuoche, commensali, nature morte con tecnica sintetica e rigorosa. La Vecchia che frigge uova della National Gallery of Scotland di Edimburgo, qui esposta, è trattata con straordinario naturalismo.
Effetti chiaro scuri dal richiamo caravaggesco svelano una serena grandiosità delle forme e un senso estetico affinato dalla sensibilità e da un’attenta osservazione della realtà.
Pittura che scorre in qualità nelle cromie giocate sulle tonalità calde dei volti nell’Adorazione dei Magi del Museo del Prado.
Volti come ritratti con particolari che rivelano tutta la sua attenzione per l’eleganza del tratto.
Nella lunga serie dei ritratti ufficiali, Velàzquez esprime un realismo toccante e dalla forte impronta psicologica.
E’ evidente in questi lavori la maturità stilistica e la capacità di accostare la tensione dell’arte rinascimentale alla tradizione naturalistica spagnola. Un accostamento che si conforma con risoluzioni vigorose e con tratti sicuri e precisi.
L’interesse per la quotidianità lo porta a tradurre, nel suo personalissimo linguaggio il mito e la bellezza statuaria, scoperte nel viaggio in Italia.
L’ispirazione classica della Venere allo specchio della National Gallery di Londra, dipinta intorno al 1650, è evidente nelle proporzioni e nelle forme di un corpo bianco latte. Sogno celato di una donna – dea trasferita nel reale, nel taglio vanitoso di uno sguardo allo specchio che conferma e omaggia la sua bellezza.
Novizia di particolari e ricchi panneggi valorizzano la perfezione di Venere, mentre il suo incarnato perlaceo rafforza e contrasta l’intensità della luce nello splendore della materia.
Condotta pittorica larga e sintetica, colori sfumati, velature liriche, dispersione del vuoto in una spazialità che confluisce nell’assoluto e nella percezione ottica.
Tutto questo è e rappresenta un viaggio nell’introspezione artistica di Diego Velàzquez: “pittura pura“ tesa ai massimi livelli.

Antonella Iozzo