
Percorsi della mente sui sentieri dell’anima per emozioni che affiorano come palpiti di vita. E’ la mostra “L’anima emergente” c/o Palazzo Trentini di Trento fino al 28 gennaio 2016.
Claudia Bonifaccio, Cecilio Holden Garland, Livio Conta, Ferdy Guadagnini, quattro artisti, quattro stili, quattro interpretazioni, un’unica forza espressiva: l’arte della trasmissione del pensiero e dell’anima, in lirici ritratti adagiati sulla tela, forgiati nel rame, scolpiti nel legno, estrapolati dalla materia in movimento.
Claudia Bonifaccio e la danza dell’essere. Percezioni dell’io ed estatiche visioni della memoria dentro il magma sonoro del dipinto.
Nella profondità del blu, i suoi riflessi dolcemente dispiegati nel mare dei ricordi, nel colore silenzioso della propria intimità, nell’abisso di occhi rivolti verso l’orizzonte e persi nella poetica di un sogno. La sua forte personalità e la sua carica interiore, volteggiano nel microcosmo armonico di cromie soffuse e velate nell’ancestralità del cielo per fondali dell’inconscio tra le pieghe dell’anima, pieghe agitate dai ricordi e sospesi nella quiete della coscienza di sé.
Materia, tempo, forma, spazio composizioni della natura nell’interpretazione simbolica e razionale di Cecilio Holden Garland. Sono lavori che inducono alla riflessione, dove il senso, il corpo e l’origine dell’enigma, si smaterializzano in frammenti di pensiero catalizzato dall’estro creativo.
Un percorso intorno all’uomo, alla sua anima, alla sua duttilità contemporanea per una sfuggente reazione da fissare nella plasticità della materia. Innovazione, ricerca e sperimentazione, sono nella traiettoria di un artista che pone la mente e la percezione sensoriale sullo stesso livello, per arrivare al punto focale dell’opera e al suo coinvolgimento emotivo sullo spettatore.
Il legno, profondità cadenzata, espressività avvolgente e straordinariamente umana, linfa vitale modellata da Livio Conta in poetica dell’esistenza.
Le sue sculture sono costruzioni dell’anima nell’espressività del linguaggio artistico. Il rapporto simbiotico dell’Amore con e nell’uomo scardina la bellezza della realtà, sepolta in ammassi labirintici, e ne esalta il valore.
Forme e figure ritrovano la quiete e librano nell’armonica melodia della propria intimità ritrovata. I simbolici pannelli come “Porta dell’Amore “, sono tessiture di richiami musicali nella spiritualità della voce dell’anima, dove lacci avvinghiano, legano, saldano o rinsaldano legami tra le pieghe di un passato anteriore orchestrato sulla propria….. porta dell’amore.
Il percorso di questa mostra è il percorso della nostra intima individualità che rimane sorpresa e irretita, dall’impatto con la potenza creativa di Ferdy Guadagnini.
Il rame urla, nelle sue striature, il dolore soffocato dall’ingiustizia sociale, l’arte ne placa il lamento ma la torsione e le lacerazioni psicologiche straziano i corpi, gli sguardi, i volti.
La tensione emotiva, l’energia materica e termica di Guadagnini si concentrano nel concetto spaziale dell’opera, dove la sua personalità e il suo carisma conducono verso soluzioni che governano la luce nel rigore della forma e nello slancio costruttivo della vibrazione dinamica.
Sono opere dove il riflesso del tormento conduce lo sguardo dello spettatore all’interno dei lavori e della propria interiorità celata
“L’anima emergente” di questa mostra svela il senso dell’essere e il non senso dell’apparire, il coraggio di vivere le proprie emozioni e la paura di subirle, il bello nell’arte e l’arte nella bellezza della vita.
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