Le “esposizioni in tempo reale” di Franco Vaccari

Franco Vaccari. Esposizioni in tempo reale

“La differenza fra gli happening, le performance e le “esposizioni in tempo reale” è una differenza di struttura. Mentre infatti le prime si sviluppano linearmente e nelle varie fasi ubbidiscono a precisi programmi predeterminati, le esposizioni in empo reale hanno come elemento caratterizzante la possibilità di retroazione e cioè del feed-back.”
(Franco Vaccari, 1978)

Fin dagli esordi, nella seconda metà degli anni Sessanta, Franco Vaccari sviluppa la sua ricerca artistica intorno a tre ematiche fondamentali: la dissoluzione dell’oggetto estetico modernista; l’utilizzo della fotografia, del film, del video, al fine di impegnare lo spettatore in un processo di partecipazione e di riflessione critica sui media; l’accento sulle specifiche condizioni contestuali dell’esperienza con particolare riferimento allo spazio pubblico e alla città.

Questi elementi collocano il lavoro di Vaccari nell’ambito di un particolare filone dell’arte concettuale caratterizzato da operazioni in cui la nozione radizionale di opera d’arte appare del tutto superata. Si ratta di lavori che prevedono il coinvolgimento diretto dello spettatore nella realizzazione di interventi spesso effimeri e provvisori in cui l’artista da produttore unico e originale si rasforma in colui o colei che innesca un evento senza necessariamente controllarne gli esiti.

L’opera prende forma “in tempo reale”, nel senso che si sviluppa in relazione al modo in cui il pubblico la recepisce e reagisce a essa, contribuendo a determinarne forma e significato.Le “esposizioni in tempo reale”, ideate e realizzate dall’artista partire dal 1969, hanno un ruolo di grande importanza nella storia delle neoavanguardie.Opere aperte e corali, potenzialmente infinite, strutturate sull’accumulo e sulle dimensioni della relazione e della ricezione, in esse la crisi del concetto di sfera pubblica provocata dall’invasione massiccia della vita quotidiana da parte delle nuove tecnologie e dei mass media appare quale elemento centrale con cui confrontarsi nel tentativo di rappresentare e narrare la soggettività.

Realizzate sia dentro i confini istituzionali dei luoghi deputati al piacere estetico che direttamente nel essuto urbano, nelle esposizioni in tempo reale la nozione tradizionale di spazio pubblico come luogo dai confini materiali precisi appare per la prima volta superata in favore di un’entità spaziale discontinua e frammentaria, costituita dai processi, oltre che dai luoghi fisici, della comunicazione e dello scambio.

Questa prospettiva porta alla visualizzazione di una geografia del conflitto fatta di tensioni, piaceri, desideri, paure e memorie di un pubblico considerato non più come un unico corpo collettivo, ma come una compagine complessa e diversificata di individui o gruppi di individui in particolari condizioni culturali, sociali, geografiche ed economiche. Chi è coinvolto nell’operazione, improvvisamente emancipato dallo status di semplice osservatore, è invitato a interrogarsi sulla propria identità sociale e a ridefinire il rapporto fra esperienza individuale e spazio collettivo.

links correlati:
Atelier d’Artista: Esposizione in tempo reale n. 22 (1996)
Franco Vaccari – Atelier d’Artista (Cd-ROM + Libretto)

Playlist: Dialoghi tra Franco Vaccari e Tiziano Santi (3 parti, 1996) e Franco Vaccari con Valerio Dehò a Modena (1996)