L’interiorità musicale di Livio e Giorgio Conta

Se la musica risiede nell’anima, l’inafferabilità dei suoi riflessi risiedono nella pennellata gestuale di Giorgio Conta. Nato nel 1978 a Moncalvo, Trento, dove vive e lavora, è figlio d’arte ( il padre Livio è scultore e pittore).
Giorgio Conta interpreta il grande jazz e il volto materico della musica, irrompe sulla tela con la cadenza timbrica di accordi cromatici abilmente orchestrati.

Improvvisazioni jazzistiche, assoli, risvolti melodici, nella tessitura di sensazioni dipanati sui dipinti come dentro l’istinto artistico di chi, dando vita a pulsioni interiori, li fissa nell’impeto creativo di una sensibilità comunicativa e coinvolgente.
La mostra alla galleria Tridentum di Trento (fino al 3 gennaio 2006) è l’occasione per sentire le vibrazioni di un concerto tra i chiaroscuri di musicisti eterei. Musicisti immersi nell’atmosfera straordinariamente espressionista di luoghi irreali, dove l’illusione si ritrae e la resa del movimento viene data dal ritmo e dagli accordi, in una spazialità dilatata nella fusione tra soggetto e sfondo.
Ma la musica è presenza interiore, è legame simbiotico con il flusso vitale dell’arte, è concatenazione di pensieri nell’atemporalità dell’attimo fuggente.
E’ un legame indissolubile che salda quel dialogo sonoro, quel comunicare con lo sguardo, che rimanda ad una intima complicità con chi, oltre ad essere artista e anche figlio di un’artista, e i lavori di Giorgio sono affiancati, infatti, a quelli del padre Livio.

Immersione nella staticità del movimento, enigmatica visione dell’anima, struggente metamorfosi del corpo in bellezza, sono le opere di Livio Conta.
Nella scultura la plasticità della materia svetta verso confini inesplorati e sfiora quella zona d’ombra, tra la tensione astratta e la concreta forza dell’essere. Strappi o lacerazioni in corpi abbondati a se stessi, alla propria essenza, o forse semplicemente congedati dal mondo e immersi nel trionfo della natura.
Tagli materici sulle tele di Giorgio, come note dissonanti tra virtuosismi musicali; tagli netti e gelidi come fessure da dove entra o esce la forza evocatrice della propria energia ed individualità, nelle opere di Livio.

Sui dipinti di Livio poi, la bellezza si concede in tutto il suo loquace splendore e traspare dalle cromie delicati, dallo studio della luce e dalle velature dei volti perlacei. Figure come diafone sculture trasportate nella trasparenza e nella leggerezza del dipinto.
Se il suono continua a sciogliere in noi, melodie impalpabili dopo un concerto, il jazz di Giorgio si lascia ascoltare con gli occhi per riposare nella mente e disperdersi tra le sculture di Livio.
Una mostra, quella di Tridentum per creazioni tra suono e segno tra l’astrazione musicale di Giorgio Conta e la poesia della materia di Livio Conta.
Antonella Iozzo

L'interiorità musicale di Livio e Giorgio Conta