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L’ordine del mondo nell’astratto di Mondrian

L_Ordine_Del_Mondo_Nell_Astratto_Di_Mond_02Piet Mondrian scoprì un mondo, ma il mondo non seppe scoprire la genialità del suo. Escluso dal mercato artistico, eclissato da mostre e personali, passò la sua vita tra tensioni, speculazioni intellettive e indifferenza generale. Asimmetria, rigore, spazi, righe, c’è tutto il cosmo nel disincantato potere astratto di Mondrian, ora, in mostra con novanta capolavori, tra dipinti e disegni, all’Albertina di Vienna, fino al 19 giugno.
La mostra ripercorre tutte le sue fasi artistiche, da quando nel 1908, abbandona la figurazione e i paesaggi iniziano a polverizzarsi nel percepibile e nell’astrazione pura.
Squilibrio armonico, razionalità poetica e opposizioni di forze contrastanti, sono le direttive che sfociano nel neoplasticismo.
Sulla tela viene trasportato un equilibrio di linee, una pulizia geometrica, una disciplina composta e una disposizione logico – razionale che esclude la pittura realista, per concentrarsi nell’ordine spirituale e materiale delle cose.
E’ un’arte rivoluzionaria, Mondrian ne sviluppa il pensiero creando opere che riflettono l’armonica coerenza dell’universo.
Pochi elementi, colori primari e la profondità filosofica per indagare l’anima e il tutto, risvegliandone il senso nell’ordine e nelle proporzioni. Idee troppo sconvolgenti e innovative per non suscitare clamore e non essere contestate.
Opere, dove un sottile gioco intellettivo trasporta la mente in figure geometriche e in strutture leggere, dove la plasticità della forma è suono congelato.
Molti suoi colleghi ne subiscono il fascino, ma li vivono, soprattutto, come una sfida assurda e impensabile, da reprimere con critiche taglienti. E’ il caso di un critico olandese, che nel 1919, quando Mondrian espose alcune tele allo Stedelijk, espresse con irriverente acidità il suo mordace parere: “ E’ l’opera di un malato, di un anormale”.
Lasciò l’Olanda trasportandosi dietro l’angoscia della guerra, visse a Parigi, ma la capitale dell’effervescenza artistica, rimase cieca alla sensibilità spirituale racchiusa in quell’uomo dai tratti miti.
New York, la città dove i sogni si materializzano, nel luccichio delle luci e nel ritmo frenetico delle strade, fu l’ascendente della sua scalata verso l’apice del riconoscimento creativo.
Un mutamento che porta il nome della Valentie Dudesing gallery. Ma lavori come Boogie woogie, dove le linee nere rappresentavano la somma analitica della sua ricerca, non furono capiti, nella loro totalità, neanche dopo questo , pur significativo, evento.
Solo quando Boogie woogie divenne New York – Boogie woogie, con l’aggiunta di una serie di linee gialle rosse e blu, visione poetica particolare e intima delle strade di Manhattan, entrò nella sfera degli artisti richiesti.
Principi e stilemi neoplastici furono espletati da Mondrian in argomentazioni pubblicate, a sue spese, in un opuscolo edito da Effort moderne di Parigi.
Già con i precedenti articoli teorici, apparsi sulla rivista De Stijl, Mondrian mirava a divulgare una conoscenza riflessiva del linguaggio neoplastico, in modo che lo spettatore, riconosceva nella sua suddivisione dello spazio, in quadrati e rettangoli e dall’impiego dei soli colori primari, l’ordine razionale del mondo.
La severità della sua poetica, imponeva il rifiuto della diagonale, in quanto elemento spezzante l’equilibrio e contrastante con una certa soluzione di continuità.
Da questo momento, siamo nel 1924, interrompe i rapporti con De Stijl e con Theo van Doesburg, che al contrario introdusse la diagonale nei suoi lavori. Blu – giallo – rosso e nero – grigio – bianco, i colori e i non – colori di Piet Mondrian e le forme geometriche pure, lineari, libere da ogni intento imitativo, conducono all’essenza delle cose, attraverso la percezione del pensiero astratto.
Unica via per rappresentare la natura nella sua reale infinita bellezza spogliandola di ogni falsa simulazione visiva e restituendola all’ordine, alla cultura , alla giovinezza del sapere.

Antonella Iozzo