Rewind 012: “Miriam Mafai. Il corpo della donna tra libertà e legge”

Rewind 012: "Miriam Mafai. Il corpo della donna tra libertà e legge"

Il periodo di chiusura temporanea è stato per la Fondazione Antonio Ratti l’occasione per rendere attivo il proprio archivio. Nel corso dei suoi trentacinque anni di attività, la FAR ha promosso numerosi incontri, conferenze, workshop, seminari e pubblicazioni, invitando alla riflessione esperti di ambiti diversi, dall’arte contemporanea alla storia del tessuto, dall’antropologia alla letteratura fino alla cultura d’impresa. Il progetto Rewind ha come scopo la diffusione e la condivisione di questa straordinaria risorsa.

Il materiale selezionato, presentato con cadenza bisettimanale, spazia fra periodi e discipline diverse, offrendo una nuova prospettiva su tematiche e idee ancora attuali.

Guardare indietro, ri-ascoltare, re-imparare diventano così strategie per andare avanti e l’archivio si attiva come strumento fondamentale per immaginarsi nel futuro.

REWIND 012
Miriam Mafai, Il corpo della donna tra libertà e legge

“Eppure io pensavo che quest’epoca fosse finita” commenta Miriam Mafai, invitata da Mario Fortunato nell’ambito delle Ratti Lecture per discutere il tema del controllo sul corpo della donna.

Partendo dall’assunto che il principio dell’habeas corpus “storicamente vale per tutti tranne che per le donne” Mafai traccia un percorso che dalla considerazione del corpo femminile nelle religioni rivelate, arriva agli stupri considerati un bottino di guerra, fino alla necessità antichissima di stabilire un’appartenenza legale per le donne, che sia al padre, al marito, al fratello o perfino a un “curatore del grembo”. Tutte forme di controllo riconducibili, secondo antropologi e antropologhe, non solo al corpo della donna in sé, ma anche e soprattutto alla sua capacità riproduttiva. Mafai analizza quindi criticamente le conquiste avvenute nel Novecento, frutto di un fertile incontro tra movimenti radicali e lotte femministe: dalla possibilità di accedere alla magistratura fino alla pillola anticoncezionale e alla legge sull’aborto. La conclusione, però, non può che essere amara: lontana dall’essere risolta, la questione del controllo sul corpo delle donne si riflette nell’allora recentissima questione del caso Eluana Englaro, arrivando così a toccare ogni fase del ciclo della vita, inclusa la sua fine.

Maggiori informazioni
http://www.fondazioneratti.org/news/366/rewind_012

Fondazione Antonio Ratti
Villa Sucota – Via per Cernobbio, 19
22100 Como
031 3384976; fondazioneratti.org