Un palazzo di pietra con un’anima di legno: il Castello di Sarriod de la Tour torna a raccontare il secolo d’oro dell’arte valdostana. Dopo un anno di attesa la dimora, immersa tra i frutteti di Saint-Pierre, viene restituita al pubblico in una veste rinnovata, rigenerata da un intervento di valorizzazione sul piano edile, impiantistico e di allestimento. Sono tante le novità che accoglieranno i visitatori a partire dal 5 agosto, data di riapertura ufficiale del castello.
Per raccontarle sono state organizzate due giornate di visite accompagnate gratuite, il 5 e il 6 agosto: ogni mezz’ora i visitatori verranno accompagnati all’esterno e all’interno, in un percorso che esplora il Quattrocento valdostano, un’epoca di grande splendore artistico sospesa tra tardo Gotico e Rinascimento.
Visitando il castello si potrà apprezzare la complessità dei lavori eseguiti, co-finanziati con risorse regionali ed europee grazie a programmi di cooperazione transfrontaliera. All’esterno sono state restaurate le superfici dei muri di cinta, all’interno della struttura è stato allestito un nuovo percorso di visita ad anello, contestualmente alla riorganizzazione degli spazi per convegni e mostre e all’implementazione dei sistemi tecnologici.
Il simbolo di questa rinascita è una recente acquisizione regionale, che ha trovato casa proprio all’interno del castello: il Compianto sul Cristo morto di Jean de Chetro, scultore di origine valdostana. Si tratta di un pannello ligneo quattrocentesco che – dopo un complesso intervento presso il Centro di restauro della Venaria Reale – ha rivelato i suoi colori originali, nascosti da secoli. Il bassorilievo è una delle rare testimonianze dell’opera di un artista – uno degli artefici del coro della Cattedrale di Aosta – che probabilmente si è formato a bottega proprio presso la residenza dei Sarriod.
L’inserimento del bassorilievo in questo contesto è una scelta coerente con le caratteristiche del castello, una delle espressioni più pure del Medioevo valdostano. Il Compianto sul Cristo morto dialoga con gli altri gioielli racchiusi nel maniero, e in particolar modo con la Sala delle Teste: mostri, esseri umani, esseri ibridi, draghi e sirene popolano il soffitto in legno scolpito, realizzato intorno agli anni Trenta del Quattrocento.
Con la riapertura del castello si potrà inoltre tornare ad ammirare l’esposizione Visioni di Medioevo, un percorso tra sacro e profano che fa luce sugli aspetti più curiosi dell’arte medioevale, con un focus sulla nobile famiglia Sarriod de la Tour, proprietaria del castello per ben nove secoli.