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Il “turco” a Livorno. Incontri con l’Islam nella Toscana del Seicento

19,00

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Il “turco” a Livorno. Incontri con l’Islam nella Toscana del Seicento
Copertina flessibile: 210 pagine
Editore: Officina Libraria (23 ottobre 2019)
Collana: Storie
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8833670619
ISBN-13: 978-8833670614
Peso di spedizione: 141 g

Descrizione

Nella Toscana del Seicento, l’incontro con uomini di fede islamica era un’esperienza molto più comune di quanto non si possa oggi supporre.
A Livorno, in particolare, i numerosi schiavi “turchi” costretti a vogare sulle galere del granduca erano alloggiati in una struttura apposita: il Bagno.
Gli abitanti di questo microcosmo carcerario non erano tuttavia isolati dal mondo, ma intrattenevano relazioni lecite ed illecite con l’esterno. Il “turco”, pur rimanendo il nemico dall’aura terrificante che dominava di là dal mare, si rivelava però anche come il facchino che portava l’acqua al mattino, il gestore di una bottega di barbiere, o lo stregone a cui ricorrere per risolvere i consueti mali d’amore.
Cesare Santus ha conseguito il dottorato in Storia moderna nel 2015 (Scuola Normale Superiore di Pisa – École Pratique des Hautes Études, Parigi). È autore di numerosi saggi sulla presenza degli orientali nell’Italia di età moderna e sulle comunità cristiane dell’Impero ottomano, tra cui Trasgressioni necessarie. Communicatio in sacris, coesistenza e conflitti tra le comunità cristiane orientali (Levante e Impero ottomano, XVII-XVIII secolo) (BEFAR, 2019).

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Il “turco” a Livorno. Incontri con l’Islam nella Toscana del Seicento
di Cesare Santus (Autore)
Copertina flessibile: 210 pagine
Editore: Officina Libraria (23 ottobre 2019)
Collana: Storie
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8833670619
ISBN-13: 978-8833670614
Peso di spedizione: 141 g

La collana “Storie”, diretta da Lucio Biasiori (Scuola Normale Superiore di Pisa) e Francesco Torchiani (Università di Pavia), intende proporre una selezione di autori di richiamo (Carlo Ginzburg, Luciano Canfora, Chiara Frugoni, Francesco Benigno) e di specialisti, talvolta più giovani ma già di riconosciuto prestigio internazionale, come Giuseppe Marcocci (Oxford), Ilaria Pavan (Scuola Normale Superiore di Pisa), Carmine Pinto (Università di Salerno) e Francesca Trivellato (Yale
University).
La varietà tematica – dai rapporti con l’Islam nella Livorno del Seicento al dibattito, non solo storico-artistico, sull’arte italiana e quella tedesca durante il ventennio fascista; dalla funzione delle immagini sacre per l’uomo medievale alle interpretazioni moderne di un testo classico nella Germania nazista – rispecchia, nella scelta dei titoli, una varietà metodologica che, in un arco cronologico che va dalla storia antica al Novecento, è attenta tanto al recupero di alcuni “classici” della storiografia novecentesca quanto agli indirizzi più aggiornati della ricerca storica, dalla microstoria alla storia globale.