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Luciano Doddoli. Lettere di un padre alla figlia che si droga

8,00

1 Libro
Formato: Copertina flessibile
Dimensioni: 13.5×22
Pagine: 136
Valutazione Supporto: Very good (Usato più volte, qualità buona)
Valutazione Confezione: Good (In condizioni appena sufficienti)
Anno: 1982
Editore: Rizzoli (1982)
Lingua: Italiano
Codice: 045451 6

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COD: 045451 6 Categoria: Tag: , ,

Descrizione

Un padre scrive alla figlia. E’ lontana, troppo lontana: perduta nei meandri della droga, sepolta in quel carcere dove non si vede ne’ si ascolta, ma solo ci si consuma. Quel padre cerca di forzare con le parole la piu’ invalidante delle solitudini. Ma come l’abisso chiama l’abisso, cosi’ la disperazione senza nome chiama un’altra disperazione senza nome. E’ cosi’ che ogni parola gettata diventa la punta tagliente di un’autoaccusa e la speranza impossibile diventa un impossibile ricordo. La storia si ripiega sulla preistoria e la saggezza, che anche se esistesse non saprebbe riconoscersi, impara a balbettare il linguaggio dell’infanzia, il filo dell’amore si intreccia ad altri fili, fino a toccare quella distanza che ognuno di noi porta dentro di se’, a stringerla nelle trame sottili di un enigma, di un’immagine prossima a dileguarsi sull’orlo tangibile della vita. Le lettere si fanno racconto, ma il racconto era gia’ da sempre in questa dominante del ricordo, dove chi scrive fa delle sue tensioni irrisolte, delle sue paure e dei suoi spasimi, delle sue stesse tradite dolcezze le linee di un itinerario che non ha principio ne’ fine e assomiglia a un labirinto. E’ cosi’ che Doddoli trascende il documento e ci mostra l’enigma di un messaggio chiuso in una bottiglia e affidato a quelle acque acherontee che sono quelle del nostro tempo e che hanno ormai sommerso ogni Olimpo. Paradossalmente tuttavia, in ‘quel paese senza dove’, che un teosofo persiano del XII secolo chiamava Na-Koja-Abad, e che sta celato dietro l’inferno stesso in cui noi abitiamo, la poesia di questa scrittura trova il suo esatto equilibrio e ci da’ il brivido di un oscuro ammaestramento. Dietro questa storia di lettere c’e’ una storia segreta dove anche l’ultima delle distanze e’ compresa. ‘Vivere e cessare di vivere – diceva Bre’ton – sono soluzioni immaginarie. L’esistenza e’ altrove.’ (Ferruccio Masin)

Luciano Doddoli. Lettere di un padre alla figlia che si droga
Titolo: Lettere di un padre alla figlia che si droga
Autore: Luciano Doddoli
1 Libro
Formato: Copertina flessibile
Dimensioni: 13.5×22
Pagine: 136
Valutazione Supporto: Very good (Usato più volte, qualità buona)
Valutazione Confezione: Good (In condizioni appena sufficienti)
Anno: 1982
Editore: Rizzoli (1982)
Lingua: Italiano
Codice: 045451 6

Note:
Luciano Doddoli e’ nato a Firenze nel 1928. Dopo studi irregolari, inizio’ la professione di giornalista nel 1951. Cronista di ‘nera’, inviato speciale, direttore di settimanali a diffusione nazionale, collaboratore de ‘L’Espresso’ e di imporatanti quotidiani, si servi’ del suo mestiere per eludere, come lui affermava, le vocazioni dello scrittore. Autore, con Manlio Maradei, di opere di divulgazione storica (‘Storia del Terzo Reich’ e ‘Storia degli Ultimi Anni Venti’), ha lavorato anche in RAI, occupandosi dei servizi culturali della Rete Due.