Descrizione
Rizzoli New York annuncia la pubblicazione di “The Architecture of Studio MK27. Lights, camera, action”, il primo volume monografico sul lavoro di architettura e design dell’architetto brasiliano Marcio Kogan e del suo studio con la volontà ad analizzare lo stato attuale della sua maturazione professionale e suggerire nuove direzioni per la vasta ricerca di Studio MK27 in tutto il mondo, in diverse scale e declinazioni.
Basato a San Paolo, Brasile, Studio MK27 è stato fondato da Kogan alla fine degli anni ’70 e ora include i partner Diana Radomysler, Renata Furlanetto, Suzana Glogowski e Mariana Simas che sono alla guida di un team composto da 50 architetti, la maggior parte dei quali lavora insieme da oltre un decennio.
Suddiviso in 5 sezioni, ognuna affidata a un professionista del design/architettura legato all’attività dello studio, il libro offre una vasta panoramica sul lavoro dello studio attraverso ventisette progetti situati in contesti differenti in tutto il mondo: da ambienti urbani in Brasile e in Europa, alle montagne canadesi fino alle Maldive. In tutti questi progetti, lo studio porta il suo tocco inconfondibile e la sua filosofia, attenuando i confini tra gli ambienti costruiti e naturali, costruendo storie e plasmando spazi attraverso un meticoloso processo di progettazione con grande attenzione alle texture e ai dettagli.
Ogni pagina di apertura dei capitoli, così come la quarta di copertina, presenta una serie di geroglifici che rappresentano il linguaggio architettonico e la grammatica sviluppati da Studio MK27 nel corso degli anni.
“Il nostro sguardo, un po’ come l’obiettivo di una macchina fotografica, è sempre stata focalizzata sul paesaggio, catturando le infinite possibilità che si svelano davanti ai nostri occhi. Per la prima volta, abbiamo deciso di rivedere i negativi degli anni passati. Abbiamo dedicato all’architettura tutta la vita, costruendo con un processo di lavoro collettivo un percorso paziente e costante. Siamo felici, quindi, di condividere ora la nostra storia e speriamo che il nostro linguaggio architettonico risuoni altrove.” – Studio MK27.
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“The architecture of Studio Mk27. Lights, camera, action”
di Gabriel Kogan (Collaboratore), Ellie Stathaki (Collaboratore), Amy Frearson (Collaboratore), Filippo Bricolo (Collaboratore), Scott Mitchem (Collaboratore)
Editore ? : ? Rizzoli; 1° edizione (16 aprile 2024)
Lingua ? : ? Inglese
Copertina rigida ? : ? 288 pagine
ISBN-10 ? : ? 8891838772
ISBN-13 ? : ? 978-8891838773
Peso articolo ? : ? 1,93 Kilograms
Dimensioni ? : ? 24.89 x 3.38 x 31.6 cm
SEZIONE 1 – INSIDE OUT DI GABRIEL KOGAN
La prima sezione del libro è dedicata alla relazione tra l’interno e l’esterno nei progetti architettonici di Studio MK27. La fluidità e la comunicazione tra questi ambienti sono simboleggiate dall’ampio utilizzo di pannelli di vetro sulle facciate degli edifici, che permettono l’ingresso della luce naturale così come del paesaggio circostante. Il vetro, le finestre e le lunghe aperture dal pavimento al soffitto non definiscono la ragion d’essere di questa architettura, ma funzionano piuttosto come dispositivi nel processo di progettazione, nella costruzione della spazialità dell’edificio. La relazione tra l’interno e l’esterno nei progetti dello studio è un’interpretazione unica e nuova sia dell’architettura giapponese pre-moderna che delle idee corbusiane sulla relazione proprio tra l’esterno dell’edificio e ciò che lo circonda.
SEZIONE 2 – NARRATIVE DI ELLIE STATHAKI
L’architettura vive di uno stretto legame con la narrazione sviluppata intorno agli edifici, poiché spesso ci aiutano a descrivere il futuro: come i film, architettua e narrazione possono essere usate come lenti per evidenziare possibilità. Gli edifici del fondatore di Studio MK27, Marcio Kogan, enfatizzano tali caratteristiche perché nascono da storie. La sua esperienza nel campo del cinema è sicuramente collegata al modo in cui lo studio interpreta i progetti e li approccia: un progetto, per Studio MK27, non è un elemento statico, ma piuttosto un’immagine dinamica che comprende movimento, suono e luce. Tutto questo contribuisce a creare una storia intorno a un progetto, una narrazione che va oltre la mera estetica della composizione e dei materiali.
Il primo albergo realizzato dello studio, il Patina Maldives (Fsari Islands, 2020), rappresenta perfettamente questa filosofia. Questo piccolo villaggio è un complesso di cabine, giardini, bar, ristorante, aree wellness e padiglioni dedicate alle arti che si uniscono per comporre un viaggio volto a introdurre i visitatori all’isola; il posizionamento attento delle architetture è essenziale, per non oscurare il paesaggio naturale. La sfida qui era integrare l’estetica specifica dello studio, le sue ispirazioni moderniste, le forme pulite, con il modo di vivere delle Maldive, che era la narrazione dietro questo progetto di hospitality. L’architettura doveva essere parte dell’esperienza dei turisti, un supporto al loro viaggio per migliorare la loro permanenza temporanea in un meraviglioso angolo dell’Oceano Indiano.
SEZIONE 3 – LIGHT DI AMY FREARSON
La luce naturale svolge un ruolo importante nella vita di Kogan, così come nelle ispirazioni di Studio MK27: il fatto che lo studio sia situato in Brasile significa che il sole solitamente sorge alle 6 del mattino per tramontare alle 18 quasi tutto l’anno; la relazione con la luce, e la sua correlazione con i materiali e i progetti, sono quindi fondamentali nella pratica di Kogan. Nella Sand House (Trancoso, 2019) la struttura lineare delle cinque scatole di cemento che compongono il complesso è arretrata rispetto alla linea di costa e presenta una spaziosa terrazza circondata da alberi; la pergola lunga sessantacinque metri fatta di travi di legno laminato e rami di eucalipto, crea affascinanti pattern a righe mentre la luce filtra attraverso. L’esperienza cinematografica di Kogan influenza il controllo magistrale della luce da parte dello studio, plasmando l’atmosfera all’interno dello spazio domestico, spesso utilizzando in modo creativo il mashrabiya, uno schermo tradizionale delle culture mediorientali utilizzato in questo caso sia per il controllo climatico sia come dispositivo per definire la qualità della luce. Questa gestione intenzionale di luce e ombra trasforma la Sand House in un capolavoro modernista, integrandosi perfettamente con la natura circostante. In Micasa Vol C (São Paulo, 2018), l’ultimo progetto di Studio MK27 per un importante rivenditore brasiliano di mobili, la luce naturale inonda lo spazio attraverso pareti trasparenti che sono opache nella parte inferiore, rivestite in lamiera ondulata, e traslucide nella parte superiore. La luce artificiale è invece gestita nascondendo le fonti luminose, diffondendola attraverso materiali traslucidi come carta o tessuti, o facendola riflettere dalle superfici circostanti.
SEZIONE 4 – BODY DI SCOTT MITCHEM
La quarta sezione del libro sottolinea la relazione con il corpo ed è dedicata ai lavori di Studio MK27 nel design di prodotto, un campo che lo studio ha iniziato ad affrontare nel 2010 con una mostra a San Paolo, seguita da una presentazione al London Design Festival del 2011 che ha suscitato consensi da parte del pubblico e dei professionisti. Il primo progetto di design industriale è stato commissionato dal brand italiano Agape, specializzato nell’ambiente bagno. La richiesta era reinterpretare la vasca da bagno, prodotto che forse ha il contatto più intimo con il corpo. Per questo Studio MK27 ha deciso di chiamare il progetto Discussing the Relationship, prendendo spunto dalla tradizione italiana di cercare l’umorismo in giochi di parole audaci. Nel 2018, dopo diverse collaborazioni con aziende italiane e brasiliane, il product design era già diventato un focus per lo studio: quell’anno il segno modernista di Kogan si è intrecciato per la prima volta con il DNA di Minotti, che è riuscita a tradurre il suo linguaggio architettonico in prodotti di design dalla forte identità. Insieme al direttore creativo del marchio Rodolfo Dordoni, Studio MK27 e Minotti hanno consolidato questa relazione unica, la loro capacità di ricerca e di innovare, accentuando il loro particolare approccio al modernismo con sottili accenni alla storia e alla cultura. Preziose ispirazioni rispetto all’interpretazione di volumi e proporzioni su diverse scale sono emerse proprio grazie al supporto di Rodolfo Dordoni e al suo essere a sua volta architetto, caratteristica che gli ha permesso di stimolare in Studio MK27 una ricerca su arredi, che le persone possono toccare e sentire, creando una connessione letterale e figurativa con l’uomo, le loro esigenze e i loro gusti.
SEZIONE 5 – TEXTURE BY FILIPPO BRICOLO
Nei lavori architettonici di Studio MK27 la texture – volumi di legno contenenti gli spazi abitativi, pareti di pietra o il calcestruzzo armato esposto – ha un ruolo fondamentale e viene spesso letta come caratteristica progettuale. In realtà le superfici sono configurate come dispositivi che trasmettono significato, creando un dialogo tra i progetti e coloro che li vivono. Le superfici, infatti, sono connesse all’anima classica di Kogan e al desiderio dello studio di purificare il suo lavoro lasciandosi alle spalle la complessità, nascondendola all’interno delle necessità costruttive. La texture è lo strumento per sottolineare questa ricerca costante di semplicità, per trovare ordine nel caos. Tutto è tattile nel lavoro di Studio MK27, anche quando questa scelta sembra strana come in case e hotel per una clientela di alto livello, in cui spesso le superfici lucide sono utilizzate come rappresentazione di lusso o ricchezza. Ma la più grande ricchezza è quella della riscoperta della propria umanità, e quindi quella elegante imperfezione dei materiali che ci somiglia profondamente.