di Giorgia Mocci.

Lydia Cabot, conosciuta col nome d’arte Lilla Cabot Perry, è stata un’esponente della corrente impressionista americana. Proveniente da una famiglia molto influente della società bostoniana, frequentò i principali esponenti della letteratura statunitense contemporanea, tra cui Louisa May Alcott e James Russell Owen. Donna molto colta, da giovane si dedicò allo studio della poesia, della musica e della letteratura, per poi scoprire nell’arte la sua più grande passione nonché la sua professione.
A 17 anni iniziò a dipingere da autodidatta la natura e i paesaggi campestri che poteva ammirare dalla fattoria di Canton, nel Massachusetts, in cui si era trasferita con la sua famiglia. Giovanissima, all’età di 26 anni sposò il professore di letteratura Thomas Sargent Perry: la sua nuova famiglia divenne uno dei suoi soggetti pittorici più frequenti.
Ufficialmente, però, la sua formazione artistica cominciò all’età di 36 anni, quando Lilla Cabot Perry iniziò a prendere lezioni di pittura dal ritrattista Alfred Quinton Collins. Fondamentale per la sua poetica fu in seguito l’incontro con Robert Vonnoh che le fece apprendere le principali tecniche pittoriche impressioniste. Continuò poi a prendere lezioni d’arte anche da un altro pittore: Dennis Miller Bunker, che le insegnò le tecniche pittoriche realiste. Grande viaggiatrice e amante del mondo, la giovane donna si recò a Parigi, dove oltre a frequentare i corsi dell’Académie Julian, conobbe Claude Monet, l’esponente più importante dell’impressionismo francese. Per approfondire la conoscenza della corrente impressionista, tra il 1889 e il 1909 trascorse gran parte delle sue estati a Giverny, dove viveva anche Monet. Fu proprio in questa località che iniziò a lavorare con alcuni pittori americani con l’obiettivo di affinare il suo stile artistico.
Grazie ai suoi frequenti soggiorni a Giverny, la famiglia Cabot Perry ebbe modo non solo di abitare vicino alla famiglia Monet, ma anche di instaurare con essa un rapporto di amicizia e stima al punto che Claude Monet divenne il mentore della pittrice. In primo luogo le insegnò come utilizzare la tecnica della luce e dei colori e in secondo luogo il modo di dipingere en plein air. Questi due elementi, tipici dell’impressionismo, sarebbero diventati due tratti distintivi dello stile adottato da Lilla Cabot Perry sia nella realizzazione dei paesaggi che dei suoi ritratti. Le sue tele erano realizzate con pennellate dai colori tenui sebbene amasse tantissimo l’utilizzo del colore rosso capace di dare vitalità ai suoi lavori. Per esempio, in alcuni suoi ritratti femminili, come The Crystal Gazer (1913) o On A Balcony, Charleston, South Carolina, la pittrice inserisce alcuni capi di abbigliamento di colore rosso (come il bordo del mantello o il cappello) che accentrano lo sguardo e illuminano la composizione.)
Nel periodo trascorso in Francia, Lilla Cabot Perry ebbe modo di frequentare assiduamente i più importanti esponenti dell’impressionismo, stringendo con Mary Cassatt e Camille Pissarro dei buoni rapporti d’amicizia. Finito il soggiorno francese, insieme alla sua famiglia viaggiò ancora per l’Europa recandosi in Belgio e in Olanda per poi tornare in seguito a Boston, dove iniziò a far conoscere l’impressionismo e i suoi esponenti negli Stati Uniti, anche se lo scontro con il gusto del pubblico fu molto duro.
«When I took it home that autumn of 1889 (I think it was the first Monet ever seen in Boston), to my great astonishment, hardly anyone liked it, the one exception being John LaFarge.»
Nel 1897 suo marito ottenne l’incarico come professore universitario d’inglese in Giappone, quindi tutta la famiglia si trasferì nel Sol Levante. Qui la pittrice trascorse tre anni durante i quali ebbe modo di conoscere il fondatore dell’Imperial Art School, Kazuko. Grazie a lui iniziò ad esporre in Giappone i suoi lavori, in cui fuse elementi stilistici occidentali e orientali, ispirandosi alle linee delle stampe giapponesi.
Nelle opere del periodo giapponese, Lilla Cabot Perry spaziò da ritratti di impianto più realista a paesaggi più apertamente ispirati all’impressionismo, unendo la vivacità del colore e dei punti luce alla limpidezza dei tratti e delle linee. Ne sono esempio i ritratti femminili come Otsune Sane An Easter Morning, da un lato, e i paesaggi giapponesi Suruga Bay, Azaleas e Fuji from Lava Beach, dall’altro.
La sua carriera era al massimo del suo splendore e fu proprio in questi anni che espose i suoi quadri sia negli Stati Uniti che in Francia, vincendo molteplici riconoscimenti. Oltre a dedicarsi appieno all’arte, si interessò anche alla poesia, di cui nel 1923 pubblicò una prima raccolta, The Jar of Dreams.
Un’opera in cui è evidente l’utilizzo delle tecniche pittoriche impressioniste è senz’altro In barca, in cui molta cura è riservata alla resa della luce riflessa sull’acqua del fiume. I colori sono molto luminosi e la luce del sole sembra riflettersi in maniera molto realistica sull’acqua trasmettendo una sensazione di grande serenità.
La fanciulla che rema la barca rivolge uno sguardo pensieroso in direzione dell’osservatore e indossa una camicia bianca a maniche lunghe e una gonna lunga blu.
L’importanza dei paesaggi nella sua produzione artistica la si può scorgere anche in Trees and Mountains (1925), olio su tela in cui viene rappresentato un paesaggio montano dai colori molto tenui che allo stesso tempo risaltano sulla tela. Le pennellate utilizzate dalla pittrice sono molto rapide e, in un tripudio di colori, si alternano il rosa, il celeste, il giallo, il bianco e il verde.


Altro notevole paesaggio realizzato dalla Cabot Perry fu A peach tree (1925) in cui l’artista americana decise di collocare al centro della scena un grande albero di pesco in fiore. Sullo sfondo si scorgono distintamente delle abitazioni dai tetti color arancio. I colori della natura si fondono con degli edifici costruiti dagli uomini in un connubio del tutto armonico. L’uso del colore è magistrale: le pennellate di colore sono stese in modo uniforme ed equilibrato quasi a voler rendere l’idea di armonia e di tranquillità. Anche la luce si riflette efficacemente sul terreno e sugli alberi dalle fronde verdi.

Lilla Cabot Perry contribuì a diffondere l’impressionismo francese nel suo Paese e divenne, a sua volta, una delle più notevoli esponenti dell’impressionismo americano. I suoi soggetti preferiti erano le donne e i paesaggi, e molteplici sono i suoi ritratti femminili di tutte le fogge: da donne vestite con abiti tradizionali giapponesi (come Seated woman in kimono), a signore e signorine europee (By the Brook, Giverny, France (Woman in Pink) e Portrait d’une élégante, Paris) fino a immagini più orientalizzanti (The Purple Shawl), l’artista sfruttò l’abbigliamento femminile come mezzo per fare uso dei colori più brillanti e vivaci, rendendo con grande precisione le forme e gli stili degli abiti indossati. Nei suoi paesaggi, inoltre, si fa portavoce degli insegnamenti dell’impressionismo: in opere come Cliffs at Etretat, New England Landscape (Possibly New Hampshire) o Cottages, Spring, 1932 sono evidenti le pennellate veloci e luminose, l’atmosfera armoniosa e serena e il protagonismo della luce tanto caro agli impressionisti francesi. Anche negli ultimi anni di vita, quando la sua salute fu compromessa dalla difterite, la pittrice continuò a dipingere, trovando sempre nuove ispirazioni per i suoi paesaggi.
Lilla Cabot Perry morì nel 1933. Il suo stile unico, una sintesi tra occidente e oriente marcata da una visione delicata e sensibile della femminilità, ha contribuito significativamente allo sviluppo e all’affermazione dell’Impressionismo americano, lasciando in eredità il The Guild of Boston Artists, da lei fondato insieme ad altri artisti bostoniani nel 1914.
Giorgia Mocci.
Immagine in evidenza
Lilla Cabot Perry – At the window. Portrait of Julia Sullivan Lynch (1900-1953)
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