Una riproduzione de “L’adorazione dei pastori” di Luca Signorelli torna a Città di Castello

Una riproduzione de "L'adorazione dei pastori" di Luca Signorelli torna a Città di Castello

Dopo oltre due secoli una riproduzione de “l’Adorazione dei Pastori” di Luca Signorelli torna a Città di Castello nella cappella della chiesa di San Francesco nella sua posizione originale. Venduta dai frati agli inizi dell’Ottocento, nel 1882 fu acquistata dalla National Gallery di Londra dove è custodita – Realizzata dalla Bottega Tifernate, con il metodo unico della pictografia, una copia identica all’originale, stesse dimensioni e collocazione.

Il “Signorelli” ritrovato: una riproduzione de “l’Adorazione dei Pastori” ricollocata a Città di Castello nella chiesa di San Francesco, in pieno centro storico, dove era stata realizzata nel 1496 dal grande maestro del Rinascimento. Stesse dimensioni, cm 215X170, 2, stessa tecnica ed identica collocazione, l’opera che è stata scoperta ufficialmente questo pomeriggio nell’ambito di una partecipata cerimonia, su iniziativa dell’Associazione Chiese Storiche, è stata realizzata dalla Bottega Tifernate, di Stefano Lazzari e dal suo qualificato staff, in “pictografia” dipinta ad olio su tavola. Un lavoro certosino, di rigore storico e tecnica unica nel suo genere durato sei mesi che rientra nel percorso formativo della “bottega” fondata oltre trenta anni fa allo scopo di ricreare opere d’arte che permettano di vivere l’emozione dell’originale. L’uso di pigmenti molto simili a quelli originali e lo studio fatto direttamente sull’opera hanno permesso di riprodurne esattamente ogni dettaglio cromatico ed estetico.

“Ricollocare un’opera nella sua ubicazione di origine – dichiara Stefano Lazzari – non significa restituire l’originale: certamente, la pictografia, è la tecnica conosciuta più fedele che oggi si conosca per questo fine perché utilizza la tecnologia al servizio del lavoro dell’uomo. Solo attraverso lo studio, la ricerca e l’esperienza dei metodi antichi si può tentare di trasmettere allo spettatore una visione veritiera di un’opera non più visibile come nel caso dell’Adorazione dei Pastori, ormai fuori da Città di Castello da più di due secoli”.

Un lavoro importante che anticipa le celebrazioni del cinquecentenario dalla morte del Signorelli e del Perugino previste nel 2023 che coinvolgeranno indirettamente anche Città di Castello, la città di Raffello e di altri grandi artisti del Rinascimento.

Il dipinto raffigura l’episodio narrato nel Vangelo di Luca in cui i pastori, dopo aver ricevuto l’annuncio dall’angelo del Signore, accorrono per adorare il piccolo Gesù appena nato. Fulcro della composizione è il piccolo bambino che giace a terra con il capo sorretto da un cuscino.
Vasari cita questa tra le opere del pittore e sappiamo che a metà del Settecento era sulla cappella Tiberti, la seconda sulla destra, in San Francesco, mentre, molto probabilmente, in origine si trovava nella navata superiore, di fronte allo Sposalizio della Vergine di Raffaello. L’Adorazione, firmata “Lvce De Cortona”, è datata in base all’analisi stilistica al 1496.