
Per l’estate 2022 la Val dl’Ert, il parco di sculture open air che raccoglie la collezione permanente della Biennale Smach, ha in serbo tante novità.
A cominciare dalle ultime opere acquisite e allocate nella loro nuova dimora, sono in tutto sette, sei delle quali provengono dalla scorsa edizione della biennale Smach 2021, mentre una proviene dall’edizione del 2013.
In totale la collezione arriva così a ben 23 opere! Ma per gli appassionati di arte e vita all’aria aperta c’è anche un altro motivo per visitare la Val dl’Ert: le visite guidate organizzate ogni venerdì fino al 28 ottobre. Accompagnati da esperti di arte e di trekking il parco offre un modo originale per godersi la montagna estiva: percorsi poco affollati regalano la sorpresa di opere perfettamente inserite nel contesto naturale in cui sono ospitate.
E poi c’è il calendario degli appuntamenti, tra concerti e proiezioni: per il 17 luglio è previsto il concerto “The Queen’s Favourites”, tenuto alle 17 dall’ensemble di fiati La Petite Écurie, diretto dal musicista e compositore Philipp Lamprecht; il 5 agosto è in programma alle ore 21 la proiezione de “Il senso della bellezza: arte e scienza al CERN”; infine, il 21 agosto alle ore 17 la Val Badia Orchestra, diretta da Bruno Rives, eseguirà, oltre ad un repertorio eterogeneo di brani classici e contemporanei, anche la prima assoluta di ‘Vaia’, composizione inedita di Antonio Rossi.
La Val dl’Ert è una collezione di 23 sculture allestite all’aperto. Dal ladino “la valle dell’arte” è stata fondata nel 2018 per recuperare una valle boschiva abbandonata. Da allora, quando le opere che la costituivano erano solo 8, in occasione di ogni biennale Smach nuove sculture si aggiungono all’open space espositivo. Quest’anno ne sono arrivate ben 7, tra le quali la suggestiva installazione delle cinesi Xinge Zhang & Jiaqi Qiu, “Fragile as a Rainbow” – un arcobaleno percorribile nella natura, composto da uno stilizzato tunnel lungo 50 mt di archi colorati – acquisito dalla scorsa edizione della Biennale e il “Corno” di Andrea Salvetti dell’edizione del 2013, che con i suoi 11 metri è la scultura più alta della collezione.
Le opere vengono, di volta in volta, acquisite dall’associazione Smach, talvolta donate dagli stessi artisti, oppure “adottate” da mecenati privati o da aziende che, pur acquistandole direttamente, le lasciano esposte all’interno del parco in modo da rispettare il contesto per le quali sono state ideate (in questo caso c’è una targa ad indicarne la proprietà). Questa originale forma di sostegno all’arte è promossa sul sito di Smach dove ci sono tutte le indicazioni per l’adozione: www.smach.it/adopt-an-artwork.
Oltre alle sculture, all’interno del parco è disponibile una piccola, ma ben fornita, biblioteca nella natura la Smach. Library, che permette di consultare libri scelti e forniti in collaborazione con l’Istitut Ladin.
Il parco dista meno di 150 mt dal Museum Ladin. San Martino in Badia, in ladino San Martin de Tor, è il centro che si fa custode della cultura del popolo dolomitico di idioma ladino. Non è quindi un caso che Smach – acronimo di San Martino Constellation of Art, Culture and History – è stata fondata qui nel 2012 da Michael Moling, con il supporto di Katy Moling e Gustav Willeit. La Biennale ha come mission l’instaurazione di un dialogo vivo con il patrimonio culturale, storico ed architettonico dei territori dolomitici, in un’ottica di stimolazione sinergica tra valori locali, nazionali ed internazionali. Adottando il linguaggio dell’arte contemporanea, gli artisti sono, di volta in volta, invitati a progettare opere inedite e site specific che includano tali stimoli culturali, oltre a dover dialogare imprescindibilmente con l’ambiente naturale in cui sono inserite.
Il calendario costantemente aggiornato degli eventi è consultabile online
Immagine in evidenza
Xinge Zhang & Jiaqi Qiu, “Fragile as a Rainbow”, 2021, installazione ambientale
ph. Gustav Willeit