Altre Ecologie - Quando l'Arte protegge il Pianeta

Riapre l’Appartamento da parata del piano nobile di Villa Arconati

Riapre l'Appartamento da parata del piano nobile di Villa Arconati

Con l’arrivo dell’autunno il giardino di Villa Arconati si colora di nuovi colori caldi che regalano alla piccola Versailles un fascino ancora più suggestivo, da godere nella luce calda degli ultimi pomeriggi prima del freddo invernale. Da domenica 30 ottobre è in vigore l’orario ridotto autunnale, ma le opportunità di godere dell’incanto della nostra Villa non diminuiscono, anzi… chiude l’ala sud-est al Piano Nobile, perché la Sala della Caccia va in restauro, ma i nostri Visitatori avranno la possibilità di scoprire un nuovo ambiente, finora non accessibile: l’Appartamento da parata.

L’APPARTAMENTO DA PARATA

Nel Settecento, quando tutto doveva essere “grande” anzi “grandioso”, non ci si poteva certo accontentare di avere una stanza per gli Ospiti: l’aristocrazia viaggiava con la propria servitù, con i paggi, le dame di compagnia e tutti dovevano essere accolti in modo da essere sistemati secondo il proprio lignaggio. Gli Arconati non potevano di certo esimersi dal rispettare questa rigida prassi, specialmente nella loro Villa di Castellazzo, che era stata creata appositamente per ospitare le altre famiglie nobili e dimostrare, così, la grandezza del proprio casato.
Fu, dunque, probabilmente con questo fine che il conte Giuseppe Antonio Arconati dispose che al piano nobile, sul fondo della Sala da Ballo, fosse realizzato un appartamento “da parata”, ovvero dedicato all’Ospite più illustre in visita.
Un appartamento, dunque, non dedicato – secondo il nostro moderno concetto di privacy – ad una specifica persona, bensì utilizzato di volta in volta dalla personalità più illustre in visita. E se nessun ospite era superiore all’Arconati in quanto a prestigio? Ebbene, forse l’appartamento in quel caso veniva occupato dal padrone di casa, oppure non veniva utilizzato affatto. Poiché tutto alla Villa doveva comunicare, anche il vuoto.

L’appartamento si compone di tre ambienti:
La Sala Rosa, la camera da letto più grande tra tutte quelle presenti nella Villa, impreziosita da una finissima decorazione a finta tappezzeria dipinta sulle pareti e sulla volta, stucchi e dorature. La stanza ospitava un maestoso letto a baldacchino, enormi specchiere, commodes in pregiati legni intarsiati: tutto per far sentire l’Ospite come (e magari meglio che) a casa propria. La stanza è tra le più luminose della Villa, poiché ha una doppia esposizione a nord e a sud, ed è dotata anche di un camino: un vero lusso per chi vi soggiornava! La Sala Rosa è stata in passato set prediletto di film e sceneggiati televisivi, tra i quali ricordiamo la commedia del 1979 Belli e brutti ridono tutti con Walter Chiari. Ancora oggi la sua raffinata eleganza la rende una delle sale più ambite per i servizi fotografici e per i video musicali di artisti italiani e internazionali: qui sono state girate alcune scene dei video musicali “Torna a casa” dei Maneskin e “Ladro di fiori” di Blanco.

Sul fondo della camera da letto Rosa si trova la Sala Turchina: un salottino da giorno, anch’esso dotato di camino così da risultare confortevole anche nelle giornate piovose o autunnali. Anche qui la decorazione, simile nello stile a quella della Sala Rosa, ha una bellissima finta tappezzeria dipinta alle pareti e una volta impreziosita da stucchi dorati, che agli angoli disegnano visi di personaggi dai lineamenti orientali.

Completa l’appartamento un piccolo vestibolo, trasformato in tempi più recenti in bagno. Nel Settecento questo ambiente veniva utilizzato come disimpegno, dove la servitù si occupava di vestire e agghindare i nobili prima delle occasioni mondane e dove si trovava il necessario per la loro toeletta.
L’appartamento da parata aveva, inoltre, un ultimo “benefit” di non secondaria importanza: era collegato al piano terra della villa tramite una piccola scala di servizio. L’ospite che vi soggiornava poteva, quindi, scendere all’appartamento al piano inferiore in maniera, possiamo dire, “riservata”. I due appartamenti sono, inoltre, collegati tra loro da un mezzanino, nel quale si trovava un semplice (ma di certo utile) giaciglio. Una piccola stanza utilizzata dalla servitù, che doveva sempre essere a disposizione dei propri Padroni? O piuttosto un nido per gli amori clandestini? Questi sono i segreti che la Villa custodisce gelosamente e chissà se mai svelerà.. .
(testo tratto dal volume “Villa Arconati FAR: i Tesori del Palazzo”, in vendita presso il Bookshop
FAR e on-line)

Per informazioni:
Fondazione Augusto Rancilio
villaarconati-far.it info@fondazioneaugustorancilio.com; 393 8680934