L’arte del tempo scandisce le sue ore con vere e proprie sculture dei tempi che cambiano. Orologi come piccoli gioielli e piccoli scrigni come oggetti per misurare la sua inafferrabilità.
“La misura del tempo” è la mostra che fino al 6 novembre al Castello del Buonconsiglio di Trento racconta, come una favola delle mille e una notte, la danza delle ore nella teatralità di meccanismi unici, residenza di Chronos.
Per l’arte il tempo è poco più di un istante fissato sulla tela o modellato nel bronzo, nell’argilla, nel marmo o catturato dall’obiettivo fotografico, per Eraclito “è un fanciullo che gioca”, per la maggior parte degli uomini è una risorsa di cui si è sempre scarsi.
Questa mostra ci proietta al di là del tempo e per gustare il suo fascino e la sua sottile eleganza bisogna rallentare il ritmo interiore e dimenticarsi del proprio orologio.
Così abbandonati, possiamo scoprire attimi di tempo sospesi nella bellezza e nella creatività di artisti e artigiani che hanno dato al tempo la migliore espressione della sua fugacità.
La precisione svizzera si sposa all’abilità tecnica, lo stile sontuoso a decorazioni originali, le miniature a delicati ornamenti.
Numeri, simboli, stemmi finemente intarsiati, lancette come lame affilate pronte a segnare il rintocco della mezzanotte, si alternano a sottili quanto affidabili steli che segnano le cadenze mattutine dell’alba.
Sono pezzi unici dell’orologeria italiana dal XV al XVIII secolo, circa 300 esemplari, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private italiane ed europee riunite in questa importante esposizione.
Il mistero del tempo sfugge all’uomo, ma il tempo non sfugge al suo destino e continua a regalarci istanti di vita. Magico riflesso di un viaggio nell’estro di grandi maestri che della misura del tempo hanno fatto la loro arte.
Antonella Iozzo
“La Misura del Tempo”
L‘antico splendore dell’orologeria italiana dal XV al XVIII secolo
Trento, Castello del Buonconsiglio
25 giugno – 6 novembre 2005
