Altre Ecologie - Quando l'Arte protegge il Pianeta

Basquiat, provocazione e poetica

Basquiat_Provocazione_E_Poetica_02Come una meteora precipita nel mondo dell’arte, squarcia con irruenza il tessuto artistico – culturale e si eclissa in una morte che lo consegna al mito.
Inquietudine, rabbia, denuncia, si materializzano sulla tela con segni vigorosi per uno scavo dietro l’apparenza della realtà.
E’ un linguaggio che scivola tra le pieghe della società patinata , rompe gli equilibri e catalizza l’attenzione su un nuovo modo di fare arte: tradurre nella vibrante forza della creatività, un’epoca inafferrabile intrisa di falsità e speculazione.
Basquiat provoca, ostenta disprezzo per una realtà che bandisce come sintetica e artificiale, si scaglia contro l’avidità dei mercanti, urla con la sua pittura, l’efferatezza di un mondo che non condivide, si scontra con i critici, che ritiene inutili, perché ognuno è in grado di capire da sè il significato dell’arte.
Sfugge alle regole, si abbandona all’uso di droghe, rifiuta una società dominata dai bianchi , lancia la sua sfida in nome della libertà ma ne rimane travolto. Un flusso vitale che lo conduce nel vorticoso abisso di usi e abusi, culminanti nell’anarmofosi di una vita non più percepibile, se non da un estremo punto di vista.
I suoi lavori rivoluzionano il mercato, con prezzi che schizzano alle stelle in pochissimo tempo.
Galleristi, collezionisti e speculatori vari, vedono incrementare le loro quotazioni in modo vertiginoso.
Soluzioni strategiche e giochi economici amplificano il fenomeno Basquiat.
Da graffitista da strada a protagonista indiscusso nell’olimpo delle star, tanto che Il New York Times magazine nel febbraio 1985 gli dedica la copertina.
Un fenomeno da analizzare non solo dal lato finanziario.
L’arte di Basquiat è innovativa, capace di coniugare stilemi diversissimi, dai disegni anatomici di Leonardo alla vitalità energica di Picasso.
Le sue composizioni sono labirinti cromatici di simboli, scritte e macchie di colore, stese senza prospettive, da decifrare come anagrammi trasferiti nell’esemplificativa fraseologia dell’inconscio.
Tratti incisivi e figure, tipiche dell’arte primitiva, rappresentano nella loro staticità, l’evoluzione di un dinamismo univoco, che taglia fuori quella parte dell’universo dichiaratamente diversa, dove basta il colore della pelle per sprofondare nel vuoto esistenziale e nella difficoltà di farsi accettare.
Tele per riflettere sulla vita, tele dove i temi, sempre gli stessi, la strada, gli eroi, il disagio, sono condensati in frenetica energia, in forme stilizzate poste sullo stesso piano.
Lavori dove emergono personaggi spesso neri e con i denti bene in mostra, pervasi da una rabbia materica e da un’angoscia in tensione.
La sua arte racconta demolendo gli schemi, la sua vita eccede nella realtà modificandone il senso.
A soli 27 anni si spegne una stella e l’universo artistico si scopre profondamente trasformato.
Nulla è più lo stesso, tutto si frantuma e si ricompone nel segno di numerosi altri artisti, non solo neri, ma di ogni colore che senza Basquiat non avrebbero mai avuto successo.

Antonella Iozzo