sede: Rocca di Monselice (Monselice, Padova).
Nelle giornate del 18 e 19 ottobre si terrà presso il Castello di Monselice il Convegno di Studi “Nino Barbantini (1884 – 1952) tra museografia e critica d’arte”, promosso dall’Istituto di Storia dell’Arte, in collaborazione con la Regione del Veneto, in occasione del settantennale della morte.
Figura di primo piano della museografia in Italia dei primi decenni del Novecento, fu protagonista indiscusso della vita culturale lagunare contribuendo a plasmare il sistema museale cittadino. In qualità di Segretario della Fondazione Bevilacqua La Masa e di Direttore della Galleria internazionale d’Arte Moderna di Venezia, fu promotore delle celebri esposizioni dei “ribelli di Ca’ Pesaro”, sostenendo artisti come Gino Rossi, Felice Casorati, Umberto Boccioni, Arturo Martini, soprattutto grazie alla sua attività di pubblicista e critico d’arte. Attivo anche sul fronte dell’arte antica, curò memorabili mostre nella città natale Ferrara, come l’Esposizione della pittura ferrarese del 1933, e in quella lagunare d’adozione come la monografica su Tiziano (1935) allestita a Ca’ Pesaro.
Alla metà degli anni Trenta fu prescelto da Vittorio Cini come responsabile del progetto di restauro e allestimento del Castello di Monselice, che con le sue collezioni d’arte è lo specchio delle scelte di gusto operate da Barbantini per l’imprenditore collezionista Vittorio Cini, con il quale condivise un lungo e fraterno sodalizio culturale. Amicizia suggellata nel 1951 quando Barbantini affiancò Vittorio Cini nel progetto di creazione della Fondazione Giorgio Cini, contribuendo a definirne l’identità culturale e assumendone il ruolo di primo presidente.
Il programma delle due giornate indaga la poliedrica personalità di Barbantini e intende restituirne l’intreccio fecondo tra museografia, esposizioni e critica d’arte, presentando gli allestimenti da lui promossi alla luce della museografia contemporanea e approfondendo i rapporti con studiosi, colleghi e artisti nel variegato e fecondo clima culturale e intellettuale della Venezia della prima metà del Novecento. Bernard Berenson ricordò così Barbantini nella premessa alla raccolta dei suoi Scritti d’arte editi e inediti (1953), pubblicati l’anno successivo alla scomparsa del critico: “dotato di finissimo intuito, di un gusto sobrio, di un occhio sicuro per l’ambientamento dell’opera d’arte”.
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Complesso Monumentale Rocca di Monselice, Sala della Bifora (Palazzo di Ezzelino) nell’allestimento di Nino Barbantini (1934-1940).