Lawrence Carroll, viaggio intorno al bianco

Lawrence Carroll, viaggio intorno al bianco

Il bianco si lascia raccontare e racconta tutte le sue sfumature.
Sulle tele e sulle sculture, accordi dalle tenui variazioni cromatiche si dissolvono in riflessi di luce dal sapore antico.
Lawrence Carroll, pitture attorno al bianco, è la mostra allestita a Villa Panza (Varese, dal 7 maggio al 28 agosto), i suoi ultimi quindici anni d’attività, in 30 lavori.

La luce della West Coast californiana, protesa nella vastità dell’immenso e i bagliori soffusi dei tramonti veneziani, sono la fonte d’ispirazione di Carroll, che si divide tra la California e la città lagunare, dove insegna allo Iuav.
Ma un’indagine più approfondita ci trasporta in un viaggio dentro la sofferenza dei più deboli e sulla soglia dell’emarginazione.
Quartieri americani dove la povertà, i drogati, i malati di mente, sopravvivono sul confine con l’abisso.
Una vita durissima, da “vivere” e da raccontare con la giusta e dovuta discrezione e sensibilità.
Carroll, con un forte senso di rispetto, affronta questa realtà e la traduce, con la voce dell’arte, in sentimenti e riflessioni.
Materiali di recupero, trasformati in sculture, dove, fiotti di verde pallido, di grigi, di gialli polverosi e perfino di rosa, compaiano come disgregazioni del tempo.
Dalle grandi tele, ripiegate in più strati, pervade un senso di disfacimento, un deleterio abbandono verso l’oblio materializzato in un fiore reciso, in un segmento di corda, o in una coperta ripiegata.
Oggetti e gesti fortemente simbolici per una cristallizzazione del tempo che si perde nel vuoto, sgretolandosi nell’inutile ricerca dell’atemporalità, mentre il vissuto, i ricordi polverizzati nella certezza del non ritorno e la dissoluzione dell’io svaniscono dentro la materia.

Nell’assolutezza dell’opera, ombre come leggere velature, offuscano il bianco e rimandano a un disordine sociale, a un senso di emarginazione e di abbandono, ma se il nostro sguardo varca la soglia del caos spingendosi oltre l’apparenza di superficie e addentrandosi al di là del percepibile, la speranza di un futuro migliore ci restituisce la bellezza, la luce e l’armonia di una sinfonia di bianchi.

Antonella Iozzo

Lawrence Carroll, viaggio intorno al bianco