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Agostino Bonalumi – Giampiero Malgioglio. The Think Different

mercoledì 31 Maggio 2017 - lunedì 31 Luglio 2017

sede: Ulisse Gallery Contemporary Art (Roma);
cura: Silvia Pegoraro e Carlo Ciccarelli.

La mostra è dedicata all’accostamento tra l’opera di Agostino Bonalumi (Vimercate, MI, 1935- Desio, Milano, 2013), uno dei maggiori artisti contemporanei italiani, e quella di Giampiero Malgioglio (Roma, 1967), di una generazione più giovane, artista di grande talento e forza espressiva.
Il progetto espositivo (circa trenta opere complessivamente) si propone di individuare ed evidenziare alcune linee di continuità, ideative e operative, tra la poetica di Bonalumi – in continua evoluzione sino alle ultime opere – e quella dell’artista romano, che sulle tracce della “pittura oggettuale” ha maturato una propria inconfondibile cifra stilistica, rigorosa eppure singolarmente legata all’emotività.
L’accostamento sembra mettere in luce una comune matrice del lavoro di questi due artisti nella problematica relativa allo spazio e alla sua corporeità originata dallo Spazialismo di Lucio Fontana.

Agostino Bonalumi nasce a Vimercate (Milano) nel 1935. Talento precocissimo, nel 1948 partecipa fuori concorso con una sala personale al Premio Nazionale Città di Vimercate. Già nel ’51 partecipa a una mostra di portata nazionale: quella legata al Premio Magno a Brescia, mentre nel ’56 ha luogo la sua prima mostra personale, presso la Galleria Totti di Milano, in cui espone alcuni disegni a tema paesaggistico. Tra il ’57 e il ’58 frequenta lo studio di Enrico Baj a Milano, dove conosce Piero Manzoni ed Enrico Castellani, con i quali espone nel 1958 in una collettiva a Milano presso la galleria Pater. L’anno successivo, in occasione di una mostra a Roma, presso la Galleria Appia Antica, Bonalumi e Manzoni sono sollecitati da Emilio Villa a collaborare fattivamente alla redazione di “Appia”, una rivista orientata verso le nuove ricerche. A questo invito non verrà dato seguito, ma materiali raccolti e idee verranno utilizzati per fondare insieme a Castellani la rivista “Pragma” che solo in seguito sarà chiamata “Azimuth”. Insieme a Castellani e Manzoni, e con il sostegno di personaggi come Lucio Fontana e Gillo Dorfles, Bonalumi diventa animatore della scena culturale e artistica milanese. Al 1959-60 risalgono le prime “estroflessioni”, che segnano l’inizio della maturità dell’artista. Negli anni ’60 e ‘70, Bonalumi è fra i principali esponenti di una concezione “forte” dell’arte, come esperienza tattile fra pittura e scultura – dialogante con contemporanee esperienze americane : le shaped canvas – in cui la superficie della tela viene modellata grazie a un gioco di supporti lignei. I rilievi che si producono su campi monocromatici (bianco, blu, rosso, nero, grigio) determinano strutture percettive di segno astratto. A questa sintesi fra rigore razionale e potente impatto sensoriale, Bonalumi è rimasto sempre fedele Nel 2001 gli è stato conferito il Premio Presidente della Repubblica, e in quest’occasione l’Accademia Nazionale di S. Luca gli ha dedicato una mostra retrospettiva nella sede di Palazzo Carpegna a Roma. E’stato invitato speciale alla mostra “Temi e Variazioni” alla Fondazione Peggy Guggenheim di Venezia, dove ha realizzato “Opera Ambiente – Spazio trattenuto Spazio invaso” (luglio 2002). Tra il 2003 e il 2004 l’Institut Matildenhöhe di Darmstadt gli ha dedicato una grande antologica. Agostino Bonalumi è venuto a mancare nel settembre del 2013 a Desio (Milano). Nell’ultimo periodo ha continuato a lavorare ed esporre intensamente, tenendo personali, fra le altre, alla Barbara Mathes Gallery di New York e alla Partners & Mucciaccia Gallery di Singapore, nel 2012. Tra le più importanti personali postume, Bonalumi. All the Shapes of Space. 1958-1976, presso Robilant+Voena, Londra, nel 2013, l’antologica al MARCA-Museo delle Arti di Catanzaro, 2014; I Wish to Meet Architects, alla Cortesi Gallery di Londra nel 2016.

Giampiero Malgioglio nasce a Roma nell’Agosto del 1967 da una famiglia di medici dei quali, però, non ha inteso seguire le orme essendo piuttosto attratto dall’arte in tutte le sue forme. Giovanissimo, infatti, comincia a dedicarsi al disegno e alla pittura ispirandosi alle atmosfere romane nelle quali si immerge amando frequentare gli studi di diversi artisti che lo ispirano e motivano a tal punto da spingerlo a partecipare alle prime mostre collettive, circostanza, questa, che lo motiverà sempre di più ad impegnarsi nella pittura superando i pareri avversi dei suoi famigliari che immaginavano per lui un futuro da medico. Pur seguendo sostanzialmente la sua innata attitudine artistica, nondimeno ritiene di dedicare molto tempo alla lettura dei percorsi di altri suoi colleghi come Attardi, Dorazio, Afro, Burri, Schifano, Fontana, Bonalumi, Castellani, Arman e Andy Warhol. Da quest’ultimo subisce un’influenza particolare che lo porterà, alla fine degli anni ’90, ad incentrare la sua ricerca sull’installazione su tela di oggetti di culto volendo porsi come un artista iconoclasta. In tal ambito e con detta finalità, dopo il suo trasferimento a Terni, cittadina che gli consentirà di lavorare con più calma lontano dai ritmi frenetici della capitale, troviamo tra le opere del Malgioglio le installazioni realizzate con le maglie dei calciatori che rappresentano icone dello sport, ma anche con altri oggetti che spaziano dalla musica ( si vedano ad es. le installazioni realizzate con i violini e con le chitarre) e con addirittura biciclette che vengono adattate opportunamente per essere installate su tela. In questi casi l’intento dell’artista non è proporre oggetti qualsiasi, bensì oggetti che hanno una storia ed un valore iconico come ad esempio la maglia originale del calciatore che è stata utilizzata e vissuta dallo sportivo e che quindi ha un valore che va oltre la materialità del bene. Queste produzioni rappresentano ormai il settore in cui l’artista ha avuto maggiore notorietà accaparrandosi un vasto numero di collezionisti ai quali preferisce rivolgersi, ma sono da ricordare anche i suoi pregevoli astratti che vengono utilizzati come base per le installazioni. La produzione dell’artista ultimamente annovera anche un numero limitato di monocromi sempre basati sul concetto dell’installazione che ormai permea tutte le opere di Giampiero Malgioglio. L’artista vive e lavora a Terni.

Catalogo in galleria, con introduzione critica di Silvia Pegoraro e testi dei due artisti.

Dettagli

Inizio:
mercoledì 31 Maggio 2017
Fine:
lunedì 31 Luglio 2017
Categoria Evento:

Luogo

SPAZIO ULISSE – ROMA
Via Capo le Case, 32
Roma, 00187 Italia
+ Google Maps
Phone
06 69380596
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