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Dora Bendixen. Hombres e prospettive
sabato 30 Settembre 2017 - domenica 22 Ottobre 2017
sede: Palazzo Priori (Volterra);
cura: Massimo Bertozzi.
Dora Bendixen, norvegese, divide da diversi decenni il suo tempo tra la residenza di Pietrasanta e la sua terra di origine.
Figlia di un pittore e di una designer di gioielli, inizia il suo percorso artistico con la scultura, che comincia a studiare a partire dall’età di 17 anni.
Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Olso e studia scultura, pittura e disegno.
Il suo interesse per lo spazio la porta a studiare anche l’architettura.
Negli anni realizza molte sculture monumentali che vengo collocate in tutta la Norvegia e collabora con molti architetti.
Ed è proprio l’attività di scultrice a portarla a Pietrasanta dove inizia a realizzare le sue opere in marmo, che vengono esposte all’interno di molte mostre collettive.
Alla fine degli anni Novanta, l’artista cambia però la sua modalità espressiva e si rivolge alla pittura, anche se l’esperienza della scultura resterà comunque sempre molto importante e condizionerà la sua espressione nella pittura.
La Bendixen si sente attratta dalla figura umana con i suoi dialoghi e la sua dinamicità, che diventa soggetto unico delle sue opere.
Fatta propria la tridimensionalità scultorea, l’artista riesce con soluzioni pittoriche di grande effetto, a trasmettere alle sue opere su tela la vitalità che offre il tutto tondo della scultura.
Ne scaturiscono figure che vivono sempre in stretta connessione con la propria forma e con la propria dimensione interiore, ancor più che con la scena in cui si muovono, quasi indifferenti al contesto con cui sono costrette a misurarsi e dentro il quale sembrano rifiutarsi di agire.
L’artista non si limita a dipingere le sue figure, ma le immagina, le impagina in uno spazio pittorico che non consente una messa in posa rigida o comunque preordinata.
Nora Bendixen affida lo spazio dell’immagine alla spazialità del colore e ai suoi contrasti tonali.
Utilizza il colore, anche quando è fatto di delicate variazioni di bianchi e di grigi, come in alcune opere su carta, per ricreare lo spazio poetico che le interessa, connotandolo di una atmosfera rarefatta, in grado però di conservare ogni palpito della sua profonda e silenziosa immaginazione.