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Enrico Cajati. Scorci storici
venerdì 16 Dicembre 2016 - martedì 31 Gennaio 2017
sede: Spazio Martucci 56 (Napoli);
a cura di: Simona Pasquali.
“Una pulsazione artistica, quella di Cajati, gestuale, rituale, simbolica, in continuo fermento sperimentale, inizialmente espressionista, in cui le figure emergono libere e decontestualizzate, per poi divenire scorci materici e informali.
Nelle sue opere prevale una “pittura che parla”, che ci racconta, in maniera istintiva, l’aspetto interiore, il suo stato d’animo, i suoi sentimenti e le sue angosce, in cui il più delle volte la linearità logica resta in secondo piano rispetto alle volontà inconsce e all’irrazionalità.
La tensione cromatica e interiore va oltre i soggetti trattati, si riscontra un discorso pittorico il cui vero protagonista è il colore che è usato come una sorta di alfabeto primitivo in grado di comunicare un universo complesso di sentimenti ed emozioni”.
(Simona Pasquali)
Enrico Cajati (Napoli 1927- 2002) artista poliedrico, pittore, scultore e intellettuale sopra le righe.
Inizia la sua formazione artistica come autodidatta, e all’età di 22 anni, nel 1949, inizia a partecipare alla vita artistica, frequentando le mostre e i pittori, ed iniziando ad ottenere il consenso dei colleghi e del critico Paolo Ricci. Nel 1956 giovanissimo partecipa alla XXVIII Biennale di Venezia, a 3 edizioni della Quadriennale (VI, VII, VIII) di Roma, alla Rassegna L’Arte nella vita del Mezzogiorno d’Italia, al Premio Marzotto, a vari Premi Michetti, e a svariate altre significative manifestazioni artistiche. Intorno alla metà degli anni’60 inizia a svolgere l’attività didattica insegnando Disegno dal Vero presso l’Istituto d’Arte P.A. De Luca di Avellino, e successivamente Arte delle Decorazione presso l’Istituto d’Arte Palizzi di Napoli, fino al 1997. Aderisce attivamente alla contestazione artistica, sociale e politica, e al partito comunista, ma conserva sempre un proprio libero pensiero. In seguito si isola nel suo studio, lontano dal circuito delle mostre e dalla critica ufficiale, continuando a dipingere in maniera rituale, frenetica ed istintiva, in perenne fermento e trasformazione.
“La pittura basta a se stessa. Per sfiorarla appena, bisogna apprenderla, direi, ritualmente… ” (Enrico Cajati)