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Monteverdi e Caravaggio, sonar strumenti e figurar la musica

sabato 8 Aprile 2017 - domenica 23 Luglio 2017

sede: Museo del Violino (Cremona).

Un anno speciale il 2017 per Cremona, ricorrono infatti i 450 anni della nascita di Claudio Monteverdi, il compositore cinquecentesco che nella città lombarda ebbe i natali.
Per festeggiare l’anniversario, Cremona ha organizzato un anno di celebrazioni musicali e artistiche.
Ne è scaturito un ricco programma di eventi che abbraccia numerosi filoni, ognuno dei quali ha il proprio punto di riferimento nelle istituzioni che partecipano al Comitato.
L’intera città sarà coinvolta: musica negli spazi pubblici, nei palazzi storici anche privati, nelle chiese barocche, giardini e cortili “nascosti”, musica per tutti e in ogni luogo.
Un capitolo a parte meritano le mostre, pensate per rendere omaggio a Claudio Monteverdi e anche alla cultura musicale e figurativa di quel periodo.
Preceduta dal concerto inaugurale all’Auditorium Giovanni Arvedi, con “La bella più bella”, la prima mostra ad aprire sarà “Monteverdi e Caravaggio, sonar stromenti e figurar la musica” ospitata al Museo del Violino di Cremona, dove sarà ricostruita l’orchestra dell’Orfeo attraverso l’esposizione degli strumenti originali dell’epoca, selezionati seguendo le indicazioni annotate nelle prime edizioni a stampa dell’opera, eseguita la prima volta esattamente 410 anni fa.
La partitura prevede infatti un organico ben definito:”duoi gravicembali, duoi contrabassi de viola, dieci viole da brazzo, un’arpa doppia, duoi violini piccoli alla francese, duoi chitaroni, duoi organi di legno, tre bassi da gamba, quattro tromboni, un regale, duoi cornetti, un flautino alla vigesima seconda, un clarino con tre trombe sordine”.
L’elenco non solo testimonia le consuetudini musicali dell’epoca, ma anticipa le tendenze del barocco in Italia, con l’affermazione delle viole da braccio su quelle da gamba.
Gli strumenti in mostra sono stati scelti secondi criteri di valore filologico ed estetico e provengono dalle maggiori collezioni italiane e internazionali.
Particolare attenzione è stata posta nella ricerca di esemplari conservati o riportati, grazie al restauro, senza gli interventi che, nei secoli successivi, si sono rivelati necessari per affrontare i repertori sette e ottocenteschi.
Laddove questo non sia stato possibile, a fianco dello strumento ammodernato, sarà presentata una copia con montatura barocca.
Applicazioni multimediali permetteranno di ascoltare il suono di ognuno di essi per conoscerne il timbro e identificarne il ruolo nella trama musicale e simbolica dell’Orfeo.
L’esposizione troverà posto all’interno del percorso museale, per sottolineare le affinità che già tra XVI e XVII secolo legano liuteria e musica.
Si potrà anche ripercorrere la nascita del violino grazie alla famiglia cremonese Amati e rileggere il contributo della scuola bresciana, testimoniata dall’opera di Gasparo da Salò, la cui viola tenore con montatura barocca arriva con altri preziosi prestiti dall’Ashmolean Museum di Oxford e di Giovanni Paolo Maggini di cui sarà esposto un magnifico contrabbasso del 1610, con altri preziosi strumenti di scuola veneziana, terzo straordinario centro di produzione di strumenti musicali dell’epoca.
L’Orfeo di Monteverdi ha un lieto fine: il suo eroe diventa simbolo dell’amore che supera la morte.
Il ruolo apollineo e salvifico della musica ha ispirato diverse rappresentazioni pittoriche.
Tra le più famose è certamente Il Suonatore di Liuto di Caravaggio.
Questa meravigliosa opera, presentata a Cremona come introduzione agli strumenti musicali e proveniente da una collezione privata, ha una storia affascinante: il dipinto realizzato nel 1597 dal grande pittore per il Cardinal del Monte, comprato dal Duca di Beaufort nel 1726-1737, portato a Badminton House nel Gloucestershire, dove è rimasto per due secoli e mezzo, venduto nel 1969 come una copia e infine nuovamente a New York nel 2011.
Si tratta di un quadro meno famoso rispetto alla versione conservata all’Hermitage e alla altrettanto celebre versione Wildenstein già esposta al Metropolitan Museum di New York, tuttavia riscoperto e attribuito con certezza a Caravaggio da grandi studiosi come Sir Denis Mahon, Mina Gregori e Claudio Strinati.
La natura morta qui raffigurata è simile a quella utilizzata da Caravaggio per il Ragazzo morso da un ramarro e rivela una brillante osservazione degli effetti della luce sul vetro e attraverso l’acqua; tutto viene rappresentato con una eccezionale accuratezza, al punto da poter determinare non solo l’età del liuto e del violino, ma anche seguire ciascun dettaglio delle corde, della scatola dei piroli, del ponticello, della cassa, della tastiera, della rosetta così come questi elementi erano nella realtà.
Gli strumenti fanno parte della estesa collezione del Cardinale Del Monte e la musica, incipit di quattro madrigali di Jacques Arcadelt, era scritta probabilmente su uno spartito.
Caravaggio vede e studia quegli strumenti dal 1595 quando prende servizio presso il Cardinale a Roma e dimostra di possedere una discreta formazione musicale, tanto da rappresentare diversi strumenti e partiture in altre sue importanti opere come i Musici (1595 circa), Riposo durante la fuga in Egitto (1594-1595), Amor vincit omnia (1601-1602).

Durante il periodo della mostra, in collaborazione con le altre istituzioni cittadine, verranno organizzate conferenze e incontri su temi di carattere organologico e di prassi esecutiva ai tempi di Monteverdi.

Dettagli

Inizio:
sabato 8 Aprile 2017
Fine:
domenica 23 Luglio 2017
Categoria Evento:

Luogo

MUSEO DEL VIOLINO
Piazza Guglielmo Marconi, 5
Cremona, 26100 Italia
+ Google Maps
Phone
0372 080809
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